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Paratie, adesso si provano i “gonfiabili”

Missione oltreconfine per il futuro delle paratie. La rinascita del lungolago potrebbe trovare una soluzione nella vicina Svizzera, a due passi da Como.Per la precisione a Biasca, dove il prototipo delle paratie gonfiabili – elaborato e creato dalla società Airlight Ltd – è ormai una realtà testata e collaudata. E così, entro il prossimo 15 novembre, una delegazione dell’ufficio tecnico del Comune di Como si recherà in Ticino per assistere a una dimostrazione pratica del funzionamento. L’interessamento di

Palazzo Cernezzi per il progetto risale all’agosto del 2012 quando il sistema, ideato dall’ingegner Andrea Pedretti della Airlight assieme al comasco Edo Gilardi (e con la collaborazione di due aziende italiane), era stato illustrato a grandi linee al sindaco.Da allora, il filo diretto tra Edo Gilardi e il Comune non si è mai interrotto. Anzi, di recente i contatti si sono intensificati e la gestione dell’ipotesi paratie gonfiabili è stata affidato agli ingegneri Pietro Gilardoni e Andrea Zuccalà, dell’ufficio tecnico.Lo stesso sindaco Mario Lucini prenderà parte alla missione. Peraltro, le strutture gonfiabili, qualora si rivelassero efficaci, potrebbero essere installate nella zona di piazza Cavour e di fronte a Sant’Agostino. Intanto, anche da Palazzo Cernezzi confermano gli incontri avuti per discutere del progetto e l’imminente trasferta, pur precisando che quello elvetico non è l’unico piano in fase di valutazione. Ma che le paratie gonfiabili siano comunque una possibilità tenuta in una certa considerazione dal Comune di Como (seppure dopo aver speso 30 milioni sin qui per il vecchio progetto) è confermato anche da un altro fattore. La prossima settimana una delegazione di tecnici della Airlight sarà in città per eseguire un sopralluogo sul lungolago. L’intero sistema – chiamato Tensairity Flood Protection – originariamente pensato per proteggere dalle esondazioni i laghi svizzeri, sarebbe perfettamente adattabile anche alla città di Como. Il tutto verrebbe gestito da una centrale di controllo che, attraverso sensori in grado di rilevare l’altezza delle acque, attiverebbe il gonfiaggio dei moduli. Questi, sollevandosi, impedirebbero le esondazioni. Una squadra di quattro uomini sarebbe in grado di controllare il corretto funzionamento dell’impianto. Per installarli lungo la passeggiata basterebbero 6 mesi.Le strutture, da interrare a 65 centimetri, necessiterebbero di una larghezza di 100 centimetri e garantirebbero una protezione dalle acque del lago fino a 1,4 metri, quota richiesta ultimamente dai tecnici di Regione Lombardia.«Tutto il sistema sarebbe inoltre a scomparsa e l’impatto visivo pari a zero – dice Edo Gilardi – L’ultimo contatto telefonico con i tecnici del Comune c’è stato ieri mattina ed è stato ribadito l’interessamento per la dimostrazione pratica. A Biasca è poi stata realizzata una vasca contenente 10mila litri d’acqua per simulare la pressione delle acque del lago. Inoltre per quella data presenteremo, come richiesto, anche due studi di fattibilità dove illustreremo il percorso del sistema e le altezze».I moduli da 11 metri – le dimensioni sono state scelte anche per consentirne il trasporto a bordo di camion – sono adattabili e potrebbero coprire tutto il fronte del lungolago. Sono manufatti composti da 5, 4, 3, 2 “livelli gonfiabili” che andrebbero incontro alle necessità dei vari punti del lungolago.Sul fronte di piazza Cavour, dove le esondazioni sono più frequenti, si installerebbero i moduli da 5 livelli. Il lungolago infatti verrebbe diviso in zone, con moduli di altezze diverse, in modo da poter intervenire solo quando vi è pericolo di esondazione.

Fabrizio Barabesi

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