Quali sono gli elementi che potrebbero portare alla revisione dell’accordo di programma del Sant’Anna? E sono in grado, questi stessi elementi, di reggere l’urto di una inevitabile contestazione da parte del Comune di San Fermo?La commissione istituita in Provincia non è l’unico tavolo al quale si discute il problema Sant’Anna. Sono mesi che alcuni tra i migliori avvocati amministrativisti di Como stanno studiando i punti deboli dell’accordo siglato nel 2003 nel tentativo di mettere con le spalle al muro il municipio di San Fermo.Il sindaco Pierluigi Mascetti mostra molta sicurezza ed è determinato a non cambiare una virgola. Continua a ripetere che i patti devono essere rispettati.Ma intanto, dal 2003 a oggi, qualcosa è cambiato. Primo fra tutti proprio il Comune di San Fermo, che dopo l’unione con Cavallasca non è più lo stesso. «La fusione con Cavallasca è avvenuta per incorporazione – ribatte Mascetti – abbiamo quindi mantenuto gli stessi dati identificativi e non credo che questo sia un motivo valido per rivedere l’accordo». Forse no, ma chi prima abitava a Cavallasca adesso è cittadino di San Fermo e non paga il parcheggio del Sant’Anna. È normale che sia così?Altra questione, probabilmente la più dibattuta (e forse anche la più temuta da Mascetti): la durata illimitata della concessione.È praticamente unanime il parere sulla insostenibilità di una concessione che non abbia una scadenza. «In realtà – dice Mascetti senza nascondere un sorriso – l’intesa non è sine die: è valida finché l’ospedale rimarrà a San Fermo». Un centinaio d’anni? «E comunque – aggiunge il sindaco – se ritengono che possa essere un motivo per invalidare l’accordo facciano pure». Sottinteso, se la vedranno con i nostri avvocati.Altra questione: l’arricchimento del Comune.Si sta valutando, da parte di alcuni, il ricorso in Corte dei Conti per un ipotetico danno erariale. I soldi incassati dai parcheggi costituirebbero un gigantesco e non motivato introito per il municipio ma, soprattutto, il fatto che non siano destinati all’ospedale danneggerebbe quest’ultimo.Argomento che, ovviamente, Mascetti non condivide. Ma c’è un’altra questione che in queste settimane è stata sollevata: la rivalutazione dei valori immobiliari. La costruzione dell’ospedale a San Fermo ha contribuito a far crescere i prezzi delle abitazioni nel piccolo comune della cintura mentre, di converso, la chiusura del monoblocco ha fatto scivolare il valore di case e negozi nell’area.«Non so se vi sia una correlazione diretta – replica su questo punto Mascetti – personalmente credo che i valori immobiliari siano cresciuti non soltanto per l’ospedale, ma anche per il nostro lavoro di cura del territorio. Da anni a San Fermo è stata decisa la crescita zero degli immobili, abbiamo moltissimo verde e un paese curato e ricco di opere pubbliche». Per fortuna, si dovrebbe dire, visto l’incasso annuo in parte corrente.
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