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«Parla da Milano, non conosce i problemi del nostro territorio»

La reazione di CavadiniL’assessore alla Cultura, al Turismo e allo Sport di Palazzo Cernezzi, Luigi Cavadini, non ci sta alla polemica con il Pirellone. «Stimo l’assessore Cristina Cappellini, si è fatta artefice di bandi che reputo davvero intelligenti per sostenere la cultura con il suo assessorato in Regione. Ma la questione che solleva sta nei ruoli istituzionali».Così Cavadini risponde colpo su colpo alle bordate. «Si dice che manca la regia sulla cultura a Como? Beh, questa è l’idea di una amministratrice pubblica che sta nel suo ufficio di Milano e non conosce a fondo la realtà del nostro territorio. Lo si chieda nel dettaglio alle associazioni con cui lavoriamo a stretto contatto tutti i giorni qual è il polso della situazione, e si darà un altro tipo di risposta».

Cavadini cerca anche di tracciare con maggior precisione i confini istituzionali del dibattito aperto, di fatto, con l’intervista alla Cappellini che pubblichiamo a fianco. «Ogni istituzione si confronti con i temi e le ragioni che ha di fronte, la Regione pertanto operi con quello che le compete, e lo stesso faremo noi del Comune di Como. Ognuno ha i suoi problemi e li risolve, in modo concreto, confrontandosi con la realtà vera che ha di fronte. Un conto, lo ripeto, è parlare di Como da una prospettiva tutta milanese, e un conto essere quotidianamente sul territorio. E questo vale in particolare per il ruolo che hanno le associazioni».Non ci sta, Cavadini, nemmeno quando si parla di accuse di immobilismo sul tema Expo. «Forse l’assessore non conosce come operano gli uffici del Pirellone, dato che ci stiamo da tempo confrontando, proprio con i dirigenti regionali, su temi concreti. Uno su tutti, il ruolo di Como nell’ambito del bando “Distretti dell’attrattività (quello finalizzato all’assegnazione di contributi per la realizzazione di programmi integrati di valorizzazione delle attività turistiche e commerciali della Lombardia, ndr). Il progetto finale, su questo bando, lo stiamo costruendo proprio con loro».«Insomma – incalza Cavadini – le accuse che sento sono frutto della percezione di chi è fuori dal territorio, e vede le cose da Milano, lo ripeto. Senza avere il polso della situazione, avendo presenti solo le critiche di quelle associazioni che dal Comune non hanno ottenuto tutto ciò che chiedevano. Ma noi cerchiamo il dialogo con tutte, e dobbiamo tener conto di tutti nel dare i dovuti supporti, non solo di alcuni. Se poi si accusa Como di essere “spenta” di sera, ci si dimentica che con gli eventi estivi abbiamo messo in campo un cartellone di oltre 100 eventi. Forse l’ha trovata spenta perché ci è venuta a mezzanotte».

Redazione

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