Parla il cinese rapinato e ferito. «Ho assunto una guardia per il bar»

L’esercente venne aggredito con la moglie lo scorso settembreUna figura che spunta all’improvviso dal buio, le botte, le urla, la moglie ferita. Il finale, fortunatamente, non è tragico come quello di Roma, dove la rapina è sfociata in un duplice omicidio. Per pochi, interminabili secondi, Zhimin Zhang ha vissuto però lo stesso incubo dei connazionali aggrediti nella capitale. Era il 26 settembre scorso e il 33enne da allora vive in un incubo. «Ho assunto una guardia privata che mi accompagna ogni notte fino alla mia auto», dice oggi. Zhimin Zhang èarrivato in Italia quando era poco più che un ragazzo. Da 7 anni, con la moglie, è titolare di un bar a Cermenate. Un anno e mezzo fa ha preso in gestione anche “Le slot”, locale all’interno del complesso dell’Uci Cinema di Montano Lucino. Proprio all’uscita dal bar, dopo la chiusura, ha subìto una violenta aggressione a scopo di rapina. Il malvivente non ha esitato a colpire con calci e pugni le sue vittime, pur di strappare loro la borsa con l’incasso, circa mille euro.«Ricordo ogni istante di quella notte – racconta Zhimin – Era un lunedì e quindi con me c’era anche mia moglie, che solitamente invece gestisce il bar di Cermenate, chiuso appunto il lunedì. Attorno alle 4.30 di notte, dopo le pulizie, abbiamo chiuso il bar e siamo usciti per tornare a casa». L’auto della coppia era parcheggiata a poche decine di metri dal locale, nell’area di sosta del multisala. Il 33enne cinese e la moglie avevano ormai raggiunto la vettura quando sono stati aggrediti. «All’improvviso è spuntato un uomo – racconta Zhimin – Non so dove fosse nascosto, non l’avevamo proprio visto. Ha afferrato la borsa con i soldi, che avevo io. Ho provato a reagire, a non lasciare la presa. Mia moglie ha cercato di aiutarmi. L’uomo però non si è fatto intimorire e ha cominciato a sferrare pugni. Mi ha colpito più volte e ha colpito anche mia moglie, ferendola al naso».Attimi di terrore, rimasti impressi in modo indelebile nella mente della coppia. «Ricordo ogni istante e ho raccontato tutto ai carabinieri quando ho fatto la denuncia – dice il barista cinese – Ho anche fatto una descrizione abbastanza dettagliata dell’aggressore, che secondo me era straniero, forse nordafricano. Purtroppo, fino ad oggi, non è stato identificato e non è stato quindi punito per quello che ci ha fatto».Frastornato dai colpi e preoccupato per la moglie, Zhimin Zhang ha lasciato la borsa. Conquistato il bottino desiderato, il rapinatore si è allontanato velocemente dileguandosi nel buio. «Sono stati momenti terribili – dice il 33enne – Ancora oggi sono molto scosso per quanto accaduto. Ho sempre paura che possa capitare ancora. Dopo quell’episodio ho stipulato un contratto con un’agenzia di sorveglianza privata. Ogni sera, quando si avvicina l’orario di chiusura, telefono e l’agenzia mi manda una guardia che mi accompagna mentre chiudo il locale e mentre torno alla macchina, per evitare che possa capitarmi qualcosa. Anche a Cermenate abbiamo la sorveglianza con passaggi periodici dei vigilantes per controllare la situazione».Il dramma di Roma – una rapina costata la vita al 31enne Zhou Zeng e alla figlioletta Joy, 9 mesi appena, uccisi da un colpo di pistola – ha scosso notevolmente il giovane barista. «Ci sentiamo presi di mira – dice Zhimin Zhang – Non credo però che questo riguardi solo i cinesi o gli stranieri. È un problema di tutti. Oggi anche pochi soldi dell’incasso di una giornata possono diventare preda di malviventi che non si fanno scrupoli a usare la violenza pur di conquistare il bottino desiderato. Purtroppo non ci si sente più sicuri e abbiamo paura. Non conosco i cinesi della comunità di Roma, ma naturalmente siamo tutti molto scossi e ci sentiamo vicini alle famiglie colpite da questo dramma».
Anna Campaniello