Categories: Cronaca

“Patenti facili” in Motorizzazione. Arrivano le prime pesanti decisioni

Resa dei conti e prima (pesante) condanna per l’inchiesta sulle “patenti facili” che aveva travolto un funzionario della Motorizzazione di Como e coinvolto alcune autoscuole del territorio. Ieri mattina, il giudice per l’udienza preliminare Laura De Gregorio ha emesso le prime sentenze per tre degli imputati per uno dei numerosi filoni dell’inchiesta, quello sui cosiddetti certificati Adr per l’abilitazione al trasporto di merci pericolose sui camion. È il primo pronunciamento della complicata e vasta inchiesta ancora ben lontana dalla conclusione. Accusato di corruzione e falso, il funzionario della motorizzazione Antonio Pisoni è stato condannato a 6 anni e 8 mesi, una pena addirittura superiore ai 6 anni chiesti dal sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Massimo Astori. Pisoni aveva scelto per il rito Abbreviato che ha comportato lo sconto di un terzo della pena. Hanno scelto invece la via del patteggiamento i responsabili delle autoscuole coinvolte.Roberta Bernasconi, della Catelli, ha patteggiato 4 anni e 15mila euro di multa, mentre Alessandro Rinaldo Conti dell’autoscuola Luigi ha raggiunto l’accordo della pena sui 3 anni e 6 mesi (e 30mila euro).Per l’accusa, Antonio Pisoni (cui sono stati confiscati 110 mila euro a parziale risarcimento dell’accaduto) aiutava illecitamente i candidati delle due autoscuole, rispondendo correttamente ai quiz laddove i camionisti lasciavano la scheda in bianco.Tra i casi più estremi, quello di un candidato che avrebbe ottenuto comunque l’abilitazione al trasporto di merci pericolose lasciando senza risposta 24 quesiti su 25. Sono 104 gli elaborati contestati dalla Procura di Como per un totale di 84 candidati, 57 dell’autoscuola Luigi, 27 della Catelli. Per ogni candidato, il funzionario della motorizzazione avrebbe ricevuto 50 euro.La vicenda processuale è, come detto, ancora all’inizio. L’inchiesta è molto più ampia e comprende altre tipologie di patenti e certificati che sarebbero stati rilasciati falsificando le prove. Tra gli imputati, numerosi hanno già ricevuto notifiche di chiusura indagini e tra le contestazioni, in alcuni casi compare il reato associativo.

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