Ha fatto appena in tempo a patteggiare di fronte al giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo, ed è tornato subito in carcere al Bassone, tra l’altro per lo stesso tipo di reato. L’esperienza pregressa non ha giovato ad un 29enne di Lurate Caccivio, che nelle scorse ore è stato nuovamente arrestato dai carabinieri della stazione del paese con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e estorsione ai danni di una 38enne di Binago. Partiamo però – nel racconto di questa storia di cui avevamo scritto giusto questa settimana – dal passato.
Il 29enne era stato arrestato in seguito a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari nel novembre del 2018. Era rimasto in cella fino a marzo. Secondo l’accusa di allora, avrebbe costretto una ragazza a prostituirsi in strada, imponendole di non rifiutare i clienti e chiedendo che gli venissero consegnati i proventi delle prestazioni sessuali, tra i 30 e i 40 euro. Il tutto, «con violenza e minaccia» e in un periodo compreso tra il mese di maggio e quello di agosto del 2018. Proprio questa settimana l’indagato aveva definito la propria posizione, patteggiando la pena (sospesa) quantificata in un anno e 6 mesi di reclusione.
Il 29enne, tuttavia, non avrebbe smesso di sfruttare la ragazza di Binago nemmeno dopo i fatti di cui abbiamo raccontato. Nelle scorse ore, avrebbe anche cercato di estorcere 20 euro per riconsegnarle una borsa. Al momento del pagamento tuttavia sono saltati fuori i militari dell’Arma che hanno recuperato la banconota incassata e segnalato nuovamente l’accaduto alla Procura. Il giovane è così tornato in cella con l’accusa di sfruttamento della prostituzione ed estorsione.
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