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Pd in conclave, Renzi non è un nemico. Il segretario Broggi: «Il nostro avversario è la destra»

Una scissione senza nemici. La prima assemblea provinciale del Pd dopo l’uscita dal partito dell’ex segretario nazionale Matteo Renzi ha fotografato una situazione tutto sommato molto più serena di quanto fosse lecito attendersi. Toni pacati, poche recriminazioni e una certezza: con Renzi e con il suo nuovo movimento, Italia Viva, bisognerà andare d’accordo e convivere.Venerdì sera, già dalle parole pronunciate nella relazione introduttiva dal segretario comasco Federico Broggi, è parso chiaro a tutti come la scissione non sia stata vissuta alla stregua di un tradimento. Forse, più semplicemente, molti sono convinti che sia stata fatta chiarezza.«Non è Renzi il nostro avversario – ha detto Broggi – il nostro avversario è la destra di Matteo Salvini». Anche le incomprensioni, ha aggiunto il segretario comasco, «non sono mai colpa di uno solo». Broggi ha poi annunciato l’apertura di una «campagna di attenzione alle realtà locali» che si concretizzerà in una serie di attivi e riunioni di militanti ed elettori in tutte le zone della provincia.In apertura di riunione la presidenza dell’assemblea ha reso nota la lettera con cui il consigliere comunale di Albavilla Marcello Molteni ha comunicato di lasciare il Pd per approdare in “Italia Viva”. Una scelta non condivisa da altri renziani storici, tra i quali Filippo Di Gregorio, capogruppo Dem a Cantù, e Gianstefano Buzzi. Il primo ha fatto notare come «purtroppo il Pd sia abituato a far fuori tutti i suoi dirigenti a causa di una cultura politica che ancora esalta l’autorità dei dirigenti rispetto alla partecipazione degli iscritti». Il secondo si è detto convinto che Renzi «sottrarrà al centrodestra una parte dell’elettorato».Nel dibattito, concluso dalla deputata Chiara Braga, componente della segreteria nazionale del partito, sono intervenuti tra gli altri anche Luca Gaffuri e Angelo Orsenigo.Secondo quest’ultimo, «sulla inopportunità dell’uscita di Renzi i pareri sono stati unanimi. Di solito una scissione si fa su temi politici, su questioni importanti che dividono. Con Renzi non c’è una chiara divergenza di vedute, per questo la divisione sembra nascere da motivi personalistici. In ogni caso, il terreno di confronto con il nuovo movimento è aperto, siamo al governo insieme e non è da escludere che Renzi possa davvero allargare il fronte del centrosinistra».

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