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Pendolari della Lecco-Como abbandonati. Il portavoce Galimberti: «Orari assurdi, inevitabile usare l’auto»

Pochi treni, semivuoti, e sempre più auto in giro.È questo il primo risultato della “fase 2” per chi solitamente utilizza, per muoversi, la linea ferroviaria Lecco-Como. La tratta, poco prima della “ripartenza” del 4 maggio scorso, era stata oggetto di pesanti polemiche.Questo perchè in base alle nuove disposizioni di Trenord, sulla linea in questione sono state mantenute operative solo dieci corse su 23, due al mattino presto e otto nel pomeriggio con un lungo buco di 6 ore. «Un orario che ci penalizza e molto – spiega Giovanni Galimberti del comitato dei pendolari di Lecco – e che metterà in mostra problemi molto più seri a partire dal 18 maggio, se ci saranno ulteriori aperture».Il ragionamento è molto semplice. «Fino ad oggi molti dei viaggiatori che usano questa linea, compreso il sottoscritto, hanno potuto fare affidamento sullo smartworking, ma dal 18 maggio in tanti, con ogni probabilità dovranno ricominciare ad andare sul posto di lavoro e con gli orari dei treni a nostra disposizione converrà utilizzare l’auto privata con tutte le conseguenze del caso», spiega Galimberti.«Ad oggi, dopo aver fatto un primo sondaggio su quanti, tra i pendolari, hanno subito ripreso a viaggiare sul treno, devo confermare come siano veramente pochi. Le corse al mattino arrivano a Como troppo presto e non sono utili se non a una piccola parte di lavoratori. Lo stesso si può dire per i tanti frontalieri che non sanno come raggiungere il luogo di lavoro oltreconfine e si affidano all’auto con le inevitabili code». Le difficoltà risiedono soprattutto nella presenza di sole due corse al mattino «che arrivano presto. Verso le 7.30 a Como l’ultima. Dunque è utile solo per quanti lavorano in città e iniziano molto presto – spiega Galimberti – Poi il buco di 6 ore non consente di prevedere altri modi per muoversi su tale direttrice. Purtroppo, pur comprendendo ovviamente la situazione legata all’emergenza sanitaria, siamo delusi dal silenzio della politica. Abbiamo scritto una lettera ai rappresentanti di Regione Lombardia e ai sindaci della tratta Lecco-Como ma per ora solo un primo cittadino si è fatto sentire», conclude amareggiato il portavoce dei pendolari Giovanni Galimberti.Milano-ChiassoSulla linea Milano-Chiasso per «ora i viaggiatori sono pochi e le corse in essere coprono quasi il 90% di quelle pre emergenza. Purtroppo però la preoccupazione è per quanto accadrà dal 18 maggio», interviene il portavoce dei pendolari comaschi Ettore Maroni. «Se le aziende richiameranno sempre più dipendenti in sede, limitando lo smartworking, allora sarà sicuramente complicato garantire il rispetto di tutte le norme di sicurezza se il buon senso non dovesse prevalere», aggiunge Maroni. «Sarà infatti complicato garantire la sicurezza sui convogli e fare in modo che non salgano più persone di quelle previste».

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