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Per comunicare cabine telefoniche. Cellulari rigorosamente spenti

I retroscena e il modo di agire della bandaSarebbe stato individuato anche un appartamento nel Milanese abitato da alcuni componenti

La banda sapeva bene come agire e conosceva anche le eventuali precauzioni da prendere. Sia per portare a termine la rapina del secolo da 10 milioni di euro, sia per depistare le indagini o rendere comunque difficile l’individuazione dei responsabili. È il caso di ricordare, giusto per fare un esempio, il guardrail segato all’altezza dei magazzini di Turate che permise alle auto del commando di lasciare indisturbate la A9, per poi essere abbandonate e cosparse del contenuto degli estintori cancellando

le impronte. Tutto era stato organizzato alla perfezione, insomma, e lo stesso vale per i giorni precedenti al colpo.Tanto che, dei molti cellulari a disposizione dei singoli presunti componenti dell’assalto, nessuno era in funzione il giorno della rapina e pure nelle ore precedenti.Questo ovviamente per non rendere identificabili gli spostamenti dei componenti attorno a quello che è poi diventato il luogo dell’agguato.Ma qualcosa è comunque scappato al controllo della banda, come quelle telecamere nascoste di cui abbiamo parlato nel pezzo sopra. Uno degli arrestati, tra l’altro, sarebbe stato localizzato proprio nell’area di Origgio (quando il cellulare era attivo), seppur giorni prima del colpo. Per parlare tra loro, pare tra l’altro che venissero usate anche vecchie cabine telefoniche, soprattutto per chiamare a casa, in Puglia, nei giorni attorno all’assalto, quando ormai la banda era stabilmente dislocata in Lombardia. A tal proposito, sarebbe stato identificato anche un appartamento nel Milanese dove parte dei sospettati si ritrovava.Insomma, quello che sembra emergere è un lavoro a tutto tondo, una indagine certosina e difficile che non avrebbe tralasciato alcun riscontro, passando da appostamenti ad accertamenti sui conti correnti.Eppure ci sarebbe ancora molto da fare. Per poter ottenere ulteriori elementi sugli altri indagati, e non solo. Perché sarebbe confermato anche che ad agire a ridosso della A9, all’alba dell’8 aprile, sarebbero state almeno 20 persone, anche se non tutte materialmente impegnate in autostrada. Perché altrettanto importante per il commando fu l’appoggio logistico e il ruolo delle vedette che controllarono lo svolgersi del tutto secondo i piani.

M. Pv.

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