La maxiopera – Palazzo Cernezzi, intanto, ha inviato l’ultimatum all’aziendaDoneda (Ance): «Ci auguriamo che torni Sacaim». Comune speranzosoLe nuvole nere che da tempo si stanno addensando sul futuro delle paratie non hanno lasciato insensibile il presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili di Como (Ance), Marco Doneda. Il quale, anzi, ieri non ha nascosto la preoccupazione per la piega che stanno prendendo gli eventi riguardanti il maxicantiere sul lungolago di Como. Le ultime news, in ordine di tempo, sono note. Da un lato, il Comune di Como – dopo due solleciti rimasti senza alcuna risposta – ieri ha materialmente inviato
all’impresa Sacaim un ordine di ripresa dei lavori (pur in un clima ancora speranzoso su una risposta favorevole dei privati). Dall’altro, il colosso veneziano delle costruzioni ha già trovato l’accordo con il ministero del Lavoro sulla possibile estensione a tutti gli oltre 300 dipendenti della cassa integrazione straordinaria (sebbene il provvedimento non sia ancora stato materialmente applicato). Da questi dati di fatto parte l’analisi di Marco Doneda.«Al momento – afferma il presidente dei costruttori lariani – per le paratie si possono prefigurare due scenari. Il primo si basa sulla possibile risposta positiva di Sacaim al Comune. Se l’azienda accogliesse l’ordine di riprendere i lavori sarebbe finalmente un segnale positivo. Anche se, presumibilmente, rimarrebbe aperto il capitolo delle riserve presentate da Sacaim all’amministrazione (richieste per un totale di 6,7 milioni, ndr)».Nel caso opposto, però, il cielo sopra le paratie si farebbe inevitabilmente più nero. «Quando un’azienda non si adegua all’ordine di ripresa lavori – spiega Doneda – di solito il passo successivo è uno solo: il contenzioso legale». Uno scenario che il presidente dell’Ance di Como definisce «una potenziale sciagura, perché lo stop al cantiere, a quel punto, potrebbe durare anni». Una prospettiva che «fa rabbrividire» Doneda.Il numero uno dell’Ance, poi, tende la mano al Comune e anche alla stessa Sacaim.«Come Ance siamo disponibili a metterci a disposizione – afferma Doneda – Se il nostro contributo potesse servire in qualche modo a sbloccare l’impasse o a evitare lo spettro del fallimento dell’intera operazione paratie, saremmo pronti a metterci al tavolo».Un’ultima riflessione, però, va oltre il caso-paratie pur prendendo a emblema le vicende dalla Sacaim. Ossia di un vero e proprio colosso delle costruzioni con cantieri in tutta Italia, che oggi si trova in forte crisi perché troppe amministrazioni pubbliche non riescono a pagare gli avanzamenti dei lavori.«La colpa principale di questa situazione è del patto di stabilità che vincola le potenzialità di spesa dei Comuni – sottolinea Doneda – Si tratta di un “cappio” ingiusto e vergognoso, contro il quale ci battiamo da anni. Troppe aziende, anche a Como, lottano con questa realtà incredibile, soprattutto quando ai Comuni virtuosi è impedito di pagare le aziende per i lavori svolti o in via di svolgimento».
Emanuele Caso
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