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Piromani scatenati: tre colpi a Carugo, Fino e Castelmarte

Presi di mira due auto e un cantierePiromani scatenati nella notte e nella mattinata di ieri. Tre incendi dolosi hanno infatti colpito le automobili di un’abitazione privata e di una concessionaria, oltre al bagno chimico di un cantiere.Il primo assalto di questa striscia infinita di incendi dolosi, che ogni giorni riempiono le cronache della provincia, è andato in scena in un condominio di via Manzoni a Carugo. In questo caso i malviventi, intorno alle 22.30, hanno addirittura fatto irruzione in un box di proprietà della

vittima, cospargendo di benzina una Ford Focus e incendiandola. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco di Cantù, ma nonostante il solerte intervento il mezzo è andato completamente distrutto. Per fortuna, non si sono registrati feriti. Il sopralluogo è stato compiuto dai carabinieri della stazione di Mariano Comense che hanno appurato, con i vigili del fuoco, la matrice dolosa dell’incendio.Poco dopo, intorno a mezzanotte, i piromani si sono scatenati a Fino Mornasco in via Regina, prendendo di mira una concessionaria di auto, la “Fino motori service srl”.In fumo – dopo essere stata cosparsa di liquido infiammabile – è andata una Tata modello Indigo di proprietà della stessa concessionaria, mezzo che era parcheggiano all’esterno della struttura. In questo caso l’auto non è andata completamente distrutta, ma i vigili del fuoco – partiti da Como e da Cantù – sono riusciti a limitare i danni alla parte posteriore.Le indagini sull’accaduto sono state affidate ai carabinieri della stazione di Fino Mornasco.Forti sospetti di dolo (da parte dei pompieri) anche per l’incendio in un cantiere di Castelmarte aperto dalla ditta erbese “Engeco srl”. Alle 8.30, infatti, le fiamme si sono alzate da un bagno chimico, richiedendo l’intervento immediato sia dei vigili del fuoco, sia dei carabinieri della stazione di Asso.E dopo un primo sopralluogo, una volta spento il rogo, sembrerebbe prendere corpo l’ipotesi – anche in questo caso – di una azione dolosa, anche se non sono stati rinvenuti inneschi o tracce di liquido infiammabile che supporterebbero la tesi dei piromani.

Mauro Peverelli

Redazione

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