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Piscina di Muggiò, slitta la riapertura. Non si esclude lo stop definitivo

L’aggiornamento, per una città in attesa di una soluzione, certo non è confortante. La riapertura, se ci sarà, non avverrà in tempi brevi. La piscina di Muggiò, vasca olimpionica chiusa ormai dallo scorso luglio, non è ancora “fuori pericolo”, Anzi, potrebbe rimanere ancora serrata a lungo o addirittura non riaprire. Come noto, dopo svariate vicissitudini che hanno rinviato la firma della convenzione – scaduta a giungo – tra Comune di Como e Federnuoto, ormai da diversi giorni i tecnici sono alle prese con un nuovo problema che ha ulteriormente rinviato la sigla dell’accordo, ormai pronto, per riaprire l’impianto. Una perdita d’acqua, individuata, sta impegnando gli operai. «La prossima settimana dovremmo finalmente sapere il reale stato della vasca e dei tubi presenti. Non solo di quello rotto e in fase di riparazione ma dovremmo capire anche in che condizioni si trovano tutte le altre condotte sotto la vasca. Solo allora si potrà comprendere la reale portata del problema e l’entità economica di un lavoro adeguato», dice il sindaco Mario Landriscina.Perché un concetto viene espresso in modo molto chiaro e netto: «La nostra volontà e quella della Fin è di continuare a fare un percorso insieme. Siamo in accordo. Certamente sarà però decisivo comprendere cosa c’è sotto la vasca. Per spiegarmi meglio, se i tecnici ci diranno che i danni sono notevoli, che i tubi sono marci e che, insomma, esiste la concreta possibilità che, riparata una perdita, nel giro di pochi giorni se ne possa creare un’altra e poi un’altra ancora, allora dovremo fermarci e ragionare, perché prima di tutto va garantita la sicurezza. E questo è un impianto molto vecchio che in passato forse non ha avuto tutte le attenzioni del caso», dice Landriscina. Affermazione che ovviamente non potrà che far rabbrividire gli atleti e le società sportive bisognose della struttura. «Capisco i disagi ma prima si deve pensare alla sicurezza e all’opportunità di aprire, se la situazione fosse ingestibile. Se la realtà dell’impianto e le spese dovessero essere fuori portata dovremmo necessariamente ragionare diversamente con tutti i vari soggetti coinvolti». La frase “chiusura definitiva” non viene utilizzata ma è innegabile che anche questa possibilità sia al vaglio dell’amministrazione.

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