(ANSA) – ROMA, 27 LUG – L’urgenza di avviare i lavori per il ripristino del tratto autostradale e i dubbi sull’opportunità di affidarli al concessionario alla luce della gravità del crollo del viadotto autostradale denominato Ponte Morandi, nonché dei primi risultati delle indagini amministrative in merito: sono queste, in estrema sintesi, le ragioni che hanno portato, con il decreto legge n.109 del 2018 (cosiddetto Decreto Genova), all’estromissione di Autostrade Spa (ASPI) dalle attività di demolizione e ricostruzione del Ponte. È quanto si legge in un passaggio della motivazione con cui la Corte, nella sentenza n. 168 depositata oggi (redattore Augusto Barbera), spiega perché il Decreto Genova impugnato dal Tar della Liguria non è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo. (ANSA).
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