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Possibile passaggio da Area rossa ad arancione: i consiglieri regionali spengono le speranze

È sempre acceso e sentito il dibattito sulla divisione dell’Italia in zone Rosse, Arancioni e Gialle, con provvedimenti più o meno stringenti. La Lombardia, come è noto, è diventata rossa (con Piemonte e Calabria) da venerdì 6 novembre. Il 20, dopodomani, scadranno le due prime settimane di provvedimento. In caso di buoni numeri nei prossimi giorni, il ministro della Salute, Speranza, così come negli ultimi giorni ha stabilito “cambi di colore” in negativo per Toscana, Campania e Abruzzo, potrebbe allentare un po’ la morsa sulla Lombardia. Si è parlato perfino di una suddivisione all’interno della Lombardia tra province rosse e arancioni, se non dal 20 novembre, dal 27.«Escludo che si possa pensare a dei confini provinciali in Lombardia – taglia corto il sottosegretario di Regione Lombardia, Fabrizio Turba – Non è il momento di creare confusione. La solidarietà dentro la Lombardia si è vista dall’inizio della pandemia, quando qui al Sant’Anna di Como arrivavano i pazienti di Codogno. Dobbiamo continuare così. Ho seri dubbi sulla possibile riapertura anticipata. Pensate a quanto sarebbe devastante riaprire per qualche settimana per poi richiudere a causa di una terza ondata sotto Natale? Stiamo facendo grossi sacrifici, è vero. Ma non è ancora il momento di mollare. Sono vicino ai ragazzi che fanno la didattica a distanza, ma i dati dicono che la scuola è stata ed è un luogo di contagio. Si parla di 6.238 alunni in quarantena in provincia di Como e 400 insegnanti. I ragazzi stanno facendo un sacrificio che un giorno potranno raccontare ai loro figli, ma è ancora il momento della prudenza. Dobbiamo aspettare che la pressione si allenti sui nostri ospedali, che devono curare anche gli altri malati» conclude il leghista.Il tema degli ospedali sempre vicini al collasso viene ripreso anche nella riflessione del consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo. «Comprendiamo le difficoltà di tutti, in questi giorni, dalle famiglie agli studenti, ai tanti imprenditori che non possono lavorare, però non si deve solo guardare ai numeri dei tamponi e dei nuovi positivi, si deve considerare l’affanno dei nostri ospedali, che oggi stanno curando soltanto i malati di coronavirus – dice Orsenigo – Non credo che la Lombardia sia ancora pronta per cambiare colore. Penso serva ancora qualche settimana per avere la sicurezza di una situazione migliore per tutti» conclude Orsenigo.Dalla minoranza alla maggioranza, il pensiero non cambia, come spiega Gigliola Spelzini, consigliere della Lega. «Saranno unicamente i dati a definire se sarà possibile o meno la fine della zona rossa in Lombardia – commenta – I lombardi hanno dimostrato e dimostrano da sempre un grande senso di responsabilità e comportamenti adeguati, che sono fondamentali per poter uscire da questa difficile situazione».Raffaele Erba, consigliere del Movimento Cinque Stelle, auspica infine che la Lombardia possa uscire il prima possibile dal rosso. «Per raggiungere l’obiettivo serve un miglioramento dei numeri – spiega Erba – Non possiamo permetterci una situazione altalenante». Erba ricorda come siano ben 21 i parametri che determinano la permanenza di una regione in una zona rispetto ad un’altra. «La Regione ha le chiavi per poterci liberare da questa situazione, ma deve usarle efficacemente. Come minoranza rimaniamo disponibili al dialogo anche se i suggerimenti che in questi mesi abbiamo portato in consiglio regionale si stanno iniziando ad adottare solo ora, in forte ritardo», conclude.

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