Un intero paese in piazza. Da giorni, la comunità di Campione d’Italia vive praticamente per strada. Davanti al municipio è in atto un presidio continuo. Così come fuori dal Casinò, dove non si contano i capannelli dei dipendenti in cerca di notizie sul proprio futuro. Venerdì sera, una fiaccolata di centinaia di persone ha invaso l’anello stradale che dalla porta ad arco – all’ingresso dell’enclave – conduce sino al lungolago. Il serpentone silenzioso si è snodato per oltre un’ora e mezza testimoniando, con la forza dei gesti più che con quella delle parole, l’ansia e la preoccupazione che in questo momento hanno invaso Campione d’Italia. Se la situazione non dovesse sbloccarsi in tempi ragionevolmente brevi il paese rischia davvero la catastrofe. «Basti pensare alla questione sanitaria – dice Fiorenzo Dorigo, consigliere comunale e dipendente del Casinò – i residenti in Ticino e gli stessi residenti a Campione pagano ogni mese l’assistenza alle casse malati svizzere. Senza stipendio non c’è più copertura. Centinaia di persone saranno costrette a tornare in Italia, perdendo tutto quello che hanno conquistato con il loro lavoro».
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