Una questione formale legata al capo d’imputazione ha portato alla chiusura con un nulla di fatto, dopo circa quattro anni, di un caso di presunti maltrattamenti.La vicenda era partita nel 2015, dalla denuncia di una 60enne comasca che ha accusato l’allora compagno, un imprenditore, pure lui comasco, oggi 59enne, di averla aggredita e picchiata in strada. Il fascicolo per lesioni era stato inizialmente archiviato e ha portato a un ammonimento dell’uomo. Fascicolo in seguito riaperto dalla Procura di Como con l’accusa di atti persecutori. L’uomo infatti, non solo avrebbe continuato a perseguitare la ex, ma avrebbe anche minacciato e cercato di aggredire l’attuale marito della donna. L’uomo è stato così rinviato a giudizio con l’accusa di atti persecutori. La presunta vittima, difesa dai legali Sabrina De Caria e Andrée Cesareo, ha spiegato come vivesse in uno stato di profonda ansia e paura per il timore di possibili nuovi atteggiamenti violenti dell’ex compagno.Ieri, l’udienza in programma in tribunale a Como ha portato di fatto alla chiusura del caso per un problema formale, in pratica perché il fascicolo è stato riaperto con l’accusa di stalking, ipotesi di reato diversa da quella del fascicolo precedentemente archiviato. La difesa della vittima potrebbe presentare un ricorso contro la decisione.
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