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Presunte tangenti all’Agenzia delle Entrate: ha parlato uno dei due funzionari arrestati

Interrogatori terminati per i cinque arrestati nell’ambito dell’operazione per un presunto giro di mazzette ai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate in cambio di favori sulle pratiche fiscali.Quattro degli indagati hanno scelto di rimanere in silenzio davanti al giudice, avvalendosi della facoltà di non rispondere.Lo avevano già fatto mercoledì il professionista Antonio Pennestrì, in carcere a Milano, a San Vittore, l’ex direttore dell’Agenzia di Como Roberto Leoni, da alcuni mesi spostato a Varese e ora in carcere a Busto Arsizio e l’unico degli indagati che ha ottenuto i domiciliari, l’imprenditore Andrea Butti. Ieri ha fatto la stessa scelta Stefano Pennestrì, figlio di Antonio, detenuto nel penitenziario di Monza. Assistito dal legale Giuseppe Botta, come il padre, è rimasto in silenzio davanti al giudice.

Diversa invece la scelta di Stefano La Verde, ex capo team dell’ufficio legale dell’Agenzia di Como, che ieri ha voluto rispondere alle domande del giudice Maria Luisa Lo Gatto, che lo ha raggiunto nel carcere del Bassone per l’interrogatorio di garanzia. Assistito dal legale Raffaella Leoni, il funzionario pubblico accusato di corruzione ha fornito la sua versione dei fatti. Massimo riserbo e nessun commento dal legale difensore, che al momento non ha presentato alcuna istanza per il suo assistito, che resta in carcere. La Verde è stato ripreso dalle telecamere della guardia di finanza di Como mentre, nello studio dei commercialisti Antonio e Stefano Pennestrì, riceve una busta che per le fiamme gialle conterrebbe duemila euro, una tangente ottenuta in cambio del suo impegno a favorire una pratica per un ricorso dell’imprenditore tessile Butti. Anche su questo episodio, il funzionario avrebbe fornito la sua versione al giudice.

L’indagine della guardia di finanza dopo gli arresti shock di martedì scorso prosegue per accertare eventuali ulteriori irregolarità di quello che, per dirla con le parole dell’ordinanza di custodia cautelare, sarebbe “un consolidato sistema corruttivo ancora in atto”. Confermate al momento le misure cautelari per tutti i cinque arrestati.

PRECISAZIONE: a corredo di  uno degli articoli del nostro sito relativi all’inchiesta, è comparsa per un breve lasso di tempo una fotografia generica dell’ingresso dell’Agenzia delle Entrate di Como, nella quale si vedeva anche, sullo sfondo, una funzionaria dello stesso ente mentre usciva dal palazzo.  Si precisa che la persona in questione nulla ha a che vedere con l’indagine in corso da parte delle autorità giudiziarie.

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