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Primo weekend di Fase 2: “rischio Navigli” sul Lario. L’appello di Fontana e dei commercianti

Primo weekend di Fase 2. Tempo annunciato sul Lago di Como oggi? Meraviglioso, temperatura tra i 15 e i 25 gradi. Domani cielo più coperto, ma niente pioggia. Gli ingredienti per un “effetto Navigli” a Como e in altre località del territorio ci sono tutti. Si tratta anche del concreto rischio di un nuovo innalzamento dei contagi da Coronavirus, che il Lario e la Lombardia non si possono permettere.«Se ci comporteremo con attenzione e seguendo le prescrizioni che ormai conosciamo, potremo conquistare un altro spazio di libertà e favorire così la piena ripartenza, soprattutto in vista della tappa del 18 maggio», ha scritto ieri ai lombardi il governatore regionale, Attilio Fontana. Il primo weekend post-lockdown funzionerà come un test per gestire le prossime settimane. Istituzioni, scienziati e tecnici utilizzeranno questi indicatori per pianificare le imminenti aperture.«Questo è un momento delicatissimo – ha ammonito il presidente – i cittadini, che hanno capito di dover rispettare le regole del lockdown, mi auguro rispettino anche quelle necessarie nella Fase 2. Meglio fare un sacrificio in più oggi per avere libertà completa domani».«Lo ribadisco, facciamo un’azione di cautela in più, piuttosto che una in meno. Evitiamo assembramenti – ha sottolineato – stiamo attenti a non entrare nei negozi se ci sono già alcune persone, indossiamo sempre la mascherina o un altro indumento e laviamoci spesso le mani. Distanziamento e dispositivi di protezione sono alleati fondamentali per le uscite nei luoghi pubblici».«Con queste piccole precauzioni usciremo completamente dall’infezione. È però ancora fondamentale attenersi alle limitazioni. Facciamolo per la nostra salute, per la salute dei nostri cari e anche per il rilancio del nostro Paese e della nostra economia. Rilancio economico-produttivo che è decisivo per rimettere definitivamente in moto la nostra regione e l’Italia intera» ha concluso Fontana.Comportamenti non responsabili danneggerebbero immediatamente anche chi, a fatica, ha riaperto soltanto da lunedì e chi, invece, aspetta ora la data dell’11 o del 18 maggio.«Ancora una volta molti devono ringraziare pubblici esercizi, baristi e ristoratori, che senza guardare l’economicità della questione hanno riaperto subito con l’asporto – dice Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como – Spero davvero che qualcuno si renda conto dello sforzo. Questi imprenditori rischiano in proprio. Se per i dipendenti c’è la cassa integrazione, anche per la categoria economico che più soffre e fa un servizio per tutti servono aiuti».Ciceri confida che a breve possa riprendere tutto il commercio e anche la ristorazione.«Hanno riaperto le manifatture, molti settori – dice Ciceri – se si seguono i protocolli si può tornare a fare quasi tutto. Poi è vero, se ne dicono di tutti i colori. L’impressione è che alcuni virologi siano attendibili come le cartomanti. Quello che conta è che siamo chiamati a una prova di responsabilità. Ma i comaschi sono intelligenti e sensibili».I controlli saranno attivi. Il rischio di assembramenti che favoriscano nuovi contagi è in agguato, anche fuori dai locali.«I gestori non possono fare i poliziotti o i vigili urbani, ma si atterranno alle regole. Lo hanno fatto da subito qui. Chiudendo in anticipo. C’è stato qualcuno che ha pensato di fare il fenomeno, ma io ho visto in giro tante gente responsabile. I baristi sono dalla parte della gente. Non credo che in provincia di Como possa succedere quello che si è visto l’altro giorno a Milano, sui Navigli» conclude Ciceri.Anche Confesercenti Como è concentrata sulle prossime scadenze e confida che tutto si svolga per il meglio nelle prossime ore. «Da lunedì 11 maggio via libera al commercio e dal 18 maggio poteri alle Regioni per tutte le riaperture»: il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli, condivide l’appello dei presidenti regionali.«I governatori hanno chiesto all’unanimità che il commercio ambulante e i negozi ripartano da lunedì e che dal 18 maggio sia data possibilità agli enti regionali di disporre delle restanti aperture con proprie ordinanze. D’altra parte, è quanto deciso dalla cancelliera Angela Merkel in Germania ed è una scelta di buon senso per far ripartire l’economia e il lavoro di cui vivono le nostre imprese e i loro dipendenti» conclude.

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