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Processi celebri – Quando è la legge a fare la storia

Conferenze – Oggi alle 21 il noto avvocato penalista Renato Papa illustra alcuni casi emblematici della giurisprudenza larianaPagine di cronaca nera che sono entrate nella storia lariana passando per le aule dei tribunali. Renato Papa, che è tra i principi del Foro lariano ed è un rinomato penalista, racconta stasera alle 21 nella sede del circolo culturale La trave di viale Lecco 127 a Como alcune storie di processi comaschi celebri.Il “Perry Mason” lariano porterà il pubblico della conferenza lungo un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta di tre momenti della giurisprudenza locale che ritiene «particolarmenteemblematici per capire come si sia evoluta la sensibilità morale del nostro Paese».Sono tra l’altro casi che non hanno avuto sempre un’adeguata copertura giornalistica. «Ma tutti – dice Papa – sono comunque interessanti, come dicevo, non solo sul piano squisitamente giuridico ma come cartine al tornasole per studiare l’Italia del recente passato».Il primo caso su cui si soffermerà stasera l’avvocato Papa (l’incontro, lo ricordiamo, è a ingresso libero), sarà un celebre processo per droga degli anni Sessanta, uno dei primi nel Comasco.«Riguardò un medico, un primario ginecologo – ricorda l’avvocato – che fu condannato. Una vicenda che mi permetterà di sottolineare la differenza di approccio tra il senso etico di allora e quello attuale. Scarcerato, il medico si trasferì immediatamente all’estero con tutta la famiglia, non potendo reggere alla vergogna. Ben altro comportamento hanno tanti condannati nell’Italia di oggi, che spesso rimangono ben avvitati alle loro poltrone».Il secondo caso riguarda un delitto che l’avvocato considera particolarmente efferato nonché emblematico di una certa stagione dell’Italia del Novecento e cioè il sequestro di persona: «Si tornerà al lontano 1982, trent’anni or sono, a Moltrasio. Parlerò del rapimento di Gaby, la figlia di Oscar Kiss Maerth (discusso studioso di antropologia, cui si deve negli anni ’70 il recupero di Villa Passalacqua, ndr), rinchiusa per mesi in un’angusta cella. Un episodio drammatico per più di un motivo, che offre numerosi spunti di discussione per analizzare la società di allora, martoriata dallo spettro dei sequestri. Fu un periodo terribile della nostra storia, che è stato troppo presto messo in soffitta e dimenticato. E invece per anni la gente è stata pervasa da un sentimento di insicurezza profonda, a causa dello scatenarsi in tutta Italia di una criminalità efferata e brutale. I media vissero in modo ossessivo quel periodo, sottolineando giustamente l’effetto destabilizzante di quei crimini».Per Papa infatti «il reato di sequestro di persona è il più belluino e disumano che ci sia, scardina tutti i parametri di valutazione della criminalità e offende lo stesso senso di umanità che ci unisce tutti. In un certo senso è peggio dei crimini di mafia e ’ndrangheta».Papa concluderà la sua conferenza storica parlando proprio di criminalità organizzata, trattando il processo – in cui ebbe parte – seguito all’operazione anticrimine “Fiori della Notte di San Vito” del novembre ’94 (un blitz in decine di locali nelle province di Varese e di Como): «Oggi fa ridere chi parla di infiltrazioni mafiose al Nord: lo si sapeva chiaramente già vent’anni fa», dice l’avvocato.Informazioni sulle attività del circolo La trave al numero 339.13.739.73.

Lorenzo Morandotti

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