Il maxi processo per presunte irregolarità nella gestione del cantiere delle paratie sul lungolago di Como e di altre opere pubbliche entra nella fase conclusiva. Oggi, in Corte d’Assise è andata in scena l’ultima udienza riservata ai consulenti delle parti. In aula, gli esperti hanno sostenuto la tesi dell’esistenza «dell’imprevisto geologico», che avrebbe costretto l’amministrazione guidata dal sindaco Mario Lucini a rivedere in corsa il progetto e a varare la variante che avrebbe dovuto far ripartire i lavori.Una tesi opposta a quella sostenuta da Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, che ha bocciato la variante messa a punto dalla precedente giunta e condivisa anche dal consulente del pubblico ministero Pasquale Addesso, che a sua volta ha negato l’imprevisto geologico. Consulenti e periti che, per le difese, «non avrebbero mai analizzato lo stato dei luoghi» da un punto di vista tecnico e strutturale.Il pubblico ministero Pasquale Addesso ha però scoccato l’ultima freccia, chiedendo che sia ulteriormente aggravato uno dei capi di imputazione, quello della truffa.Dopo l’udienza di oggi, il processo si ferma per la pausa estiva. Si torna in aula a settembre, quando è in programma l’avvio della requisitoria dell’accusa, con le eventuali richieste di condanna per gli imputati del maxi processo.
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