(ANSA) – BOLZANO, 04 SET – A scuola con orari, ingressi e corridoi separati. Non è la scena dell’anno scolastico post Covid che sta per iniziare, ma degli anni ’60, quando a Bolzano un preside temeva il contratto tra maschi e femmine più di un virus. “Quelli nati a Bolzano a metà degli anni ’50, sanno benissimo cosa fosse il distanziamento e cosa fossero i doppi turni o gli ingressi scaglionati per orario, ma non per ragioni di salute e perché ci fosse in giro qualche epidemia ma per l’ossessione sessista di coloro che le scuole reggevano. Avevano come missione quella di impedire qualsiasi contatto tra maschi e femmine”, racconta all’ANSA il giornalista Maurizio Ferrandi che ha riportato alla luce il curioso fatto sul portale news Salto.bz. “Noi maschietti entravamo da una porta e le femmine da un’altra ma non alla stessa ora perché ci saremmo potuti incontrare. Dovevamo stare rigidamente separati anche nei corridoi della scuola oltre che in aule diverse. Qualsiasi contatto era punito nella maniera più severa”, ricorda l’ex caporedattore della Rai di Bolzano. (ANSA).
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