Categories: Cultura e spettacoli

Quattrone, meditazioni in forma di poesia

Il poeta comasco Alessandro Quattrone ha esordito nel 1984 con la raccolta di poesieInterrogare la pioggia, finalista al premio Viareggio 1984 nella sezione “Opera prima”; con il successivoPasseggiate e inseguimentiha vinto il premio Montale nel 1994. Dopo quasi venti anni dal precedenteRifugi Provvisori, nel 2014 Quattrone ha pubblicato una nuova raccolta di poesie, dal titoloProve di Lontananza, terzo classificato nel Premio Internazionale “Mario Luzi” del 2014.

Nel lungo periodo intercorso tra le ultime due raccolte di poesie, Quattrone si è dedicato alla traduzione di classici della poesia latina, inglese e francese, e alla stesura del suo unico romanzo, Ai bordi del diluvio, pubblicato nel 2002. Quattrone ha anche collaborato con il musicista Daniele Battaglia per il quale ha scritto i testi delle canzoni del secondo album.  Il suo ultimo libro èLa gentilezza dell’acero, Bagno a Ripoli, Passigli Editori, 2018 ma l’editore Puntoacapo della provincia di Alessandria, diretta dallo scrittore e critico Mauro Ferrari, ha anche pubblicato una sua raccolta di testi teatrali,A me non sembra di dover morire e altri dialoghi teatrali(Collana di teatro Persona, diretta da Paolo Valesio), con prefazione della studiosa di filosofia, pure comasca, Maddalena Mazzocut Mis. Puntoacapo ha in catalogo anche un altro comasco, Andrea Testa, che sul “Corriere della Sera” è stato mesi fa segnalato come una delle firme più promettenti di oggi.

Da segnalare che di Quattrone, che è di origine calabrese e fa l’insegnante, Puntoacapo ha anche pubblicato nella collana “Altre scritture” l’intensa raccoltaL’ombra di chi passa, che contiene anche notevoli poesie d’amore  e che alterna nostalgia e sensualità, riflessioni sulla scrittura e sulla parola, sulle sue possibilità e limiti, contemplazione della caducità dell’esperienza umana e meditazioni sul senso stesso dell’esistere, tra spazio e tempo: “Tutto il corpo è devozione / è confine che si estende e arriva / a racchiudere anche il mare. / Lo vedi? Freme, palpita e ha tremori / di vela che – lo sa  – non ha ritorno”. Scrive Mauro Ferrari, che è anche anglista e traduttore: “Non si può non sottolineare come la sua vena sembri obbedire a una sorta di sorgiva naturalità che non impone tempi se non quelli della maturazione umana ed artistica”. Un poeta, Quattrone, forse schivo e appartato, lontano dai circoli letterari più mondali, un autore che pubblica quando ritiene giunto il momento di farlo, quando il materiale è maturo e deve andare per il mondo, e non solo per il gusto di far gemere i torchi. Un autore che Ferrari a ragione definisce “una delle voci  più originali del panorama nazionale”.

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