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Quei killer forestieri tra Lario e Canton Ticino

Cinipide del castagno, il punto sulle strategie di difesaUn insetto giunto dall’Asia minaccia anche i castagni lariani. Si chiama Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu e appartiene alla famiglia dei Cynipidi. Giunto dalla Cina e come avviene ormai spesso nel mondo della globalizzazione, è stato accidentalmente introdotto da prima in Giappone, poi la Corea, negli Stati Uniti sino a giungere nella provincia di Cuneo nel 2002.In Piemonte, dove il castagno ha sfamato intere generazioni, la raccolta ha subito, fino a poco tempo fa, perdite notevoli. Neiperiodi invernali, è diminuita del 50%.

Ma a che punto è la lotta al cinipide del castagno, a oltre dieci anni dall’arrivo in Italia? Se ne parlerà venerdì 21 novembre nella sede del Comune di Cernobbio, con gli esperti Ernesto Mistrangelo, fitopatologo e consulente della Società Ortofloricola Comense, e Giuseppe Tettamanti, esperto svizzero del vivaio forestale di Lattecaldo.«Tutto parte dall’arrivo dalla Cina di rametti per innesti già infetti – dice Mistrangelo – Per fortuna in Piemonte si è riusciti a recuperare pian piano i castagneti lanciando contro questi insetti dei controparassiti. Da noi il castagno non ha una funzione economica come quella che ha in Piemonte. Il problema vero è il fronte svizzero, perché l’insetto non ha ovviamente badato alle reti di confine e ha allegramente sconfinato. Il punto è che Berna non vuole che si usino controparassiti, considerati pericolosi».Ben più grave è l’attacco sulle piante lombarde del famigerato tarlo asiatico, che non è specifico nella scelta delle sue vittime. A parte le conifere, si fa piacere tutto: platani, aceri, frassini, faggi. Anche il tarlo asiatico è arrivato in modo clandestino dall’estero, appunto dall’Asia, pare a bordo di bonsai infetti. Anche in questo caso tra l’altro l’invasione risale a una decina d’anni fa.L’incontro cernobbiese a cura dell’Associazione Agricoltori del Bisbino in collaborazione con Società Ortofloricola Comense permetterà di fare il punto, a beneficio soprattutto delle comunità montane, sulla lotta a questo genere di flagelli, in attesa del varo di norme comuni tra Canton Ticino e Lombardia. L’ingresso è libero.

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