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Raffica di multe sulle insegne dei negozi. Contrattacco politico e delle categorie. Peverelli: «È mancata l’informazione»

Si alimenta giorno dopo giorno la polemica sulla raffica di multe ai commercianti per presunte violazioni in materia di pubblicità. Una polemica che si muove su due tavoli, quello politico e quello legale, con i commercianti sempre più intenzionati a ricorrere contro le contravvenzioni.Settimana scorsa era stato Marco Butti, consigliere del gruppo misto ed esponente di Fratelli d’Italia, a presentare un’interrogazione per chiedere lumi sull’attività di Ica srl, società incaricata dal

Comune di riscuotere alcuni tributi, tra i quali proprio l’imposta sulla pubblicità.Ieri sera la “palla” all’interno dell’opposizione è passata al consigliere comunale della Lega Nord, ed ex assessore, Diego Peverelli. Peverelli ha preparato un intervento preliminare dal doppio contenuto: tecnico e politico.Partendo dal secondo aspetto, l’esponente storico del Carroccio comasco accusa l’amministrazione di aver assunto un atteggiamento vessatorio nei confronti dei commercianti.«Chi infrange le regole deve pagare e su questo tutti siamo d’accordo – premette Peverelli – ma se per anni il Comune ha applicato questi regolamenti in modo, diciamo, morbido, prima di questa raffica di multe sarebbe stato opportuno informare prima i commercianti».Ma Peverelli sostiene anche un’altra tesi, che entra nel merito delle multe. Contravvenzioni che, in alcuni casi, sembrerebbero decisamente borderline: dal barista sanzionato per aver esposto un menu alla gelataia multata per un cestino della spazzatura a forma di cono, passando per il tabaccaio punito per un adesivo. E, ancora, le contravvenzioni per segnalare la chiusura per lavori o le richieste spropositate per cartelli di dimensioni minime.«Io porto un esempio – continua Peverelli – ma di episodi simili secondo me ce ne sono a bizzeffe: parlo del caso di un commerciante multato nonostante fosse in regola con le concessioni rilasciate dagli uffici tributari. Sono sicuro che questo esercente vincerà la partita – dice sempre il consigliere della Lega Nord – eppure è dovuto ricorrere a un avvocato. Chi lo rimborsa del tempo e dei soldi spesi per la multa immeritata?».L’attacco arriva non solo dalla politica, ma anche dal mondo dell’imprenditoria. Il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Como, Giuseppe De Filippis, propone ai commercianti di mettere un drappo nero sulla vetrina in segno di protesta.«Io sono stato multato, come credo la quasi totalità delle farmacie della città. Stiamo davvero esagerando, manca poco al farci pagare la strada che calpestiamo. Non dimentichiamo – dice De Filippis – che alcune comunicazioni relative ai prodotti, in una farmacia, sono sì commerciali, ma anche informative».Ma quando metterà il drappo?«Quella è una provocazione, una battuta sull’onda di una situazione – dice il presidente dell’Ordine dei Farmacisti – Non so se avrà un seguito, ma di certo si tratta di un nodo da risolvere. Vi sembra possibile che in un Paese in cui si ha la pressione fiscale più alta del mondo, la pubblica amministrazione si debba accanire contro i piccoli imprenditori? Il drappo è solo un segno per esprimere un’insoddisfazione profonda. A breve incontrerò alcuni colleghi in merito e andremo anche in Confcommercio Como per studiare delle azioni comuni» conclude De Filippis.

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