Avevano costretto una ragazza 16enne a subire atti sessuali. La giovane, all’interno di una casa di Cantù in compagnia di altre amiche, era stata molestata da cinque giovani, tre maggiorenni e due minorenni, chiusa dentro ad una doccia, palpeggiata, poi buttata sul letto e di nuovo toccata nelle parti intime. Per quella brutta vicenda che risale ad un anno fa (era il 14 luglio del 2018) il fascicolo è stato diviso in due parti, a seconda della maggiore età o meno dei protagonisti poi rintracciati e arrestati dai carabinieri dopo una indagine condotta dalla caserma di Rebbio. In queste ore in Tribunale a Como sono comparsi i tre maggiorenni, chiamati a rispondere di fronte al giudice delle indagini preliminari. Si tratta di due 20enni albanesi, il primo di Figino Serenza il secondo di Cantù, e di un 19enne marocchino sempre residente a Cantù. Secondo il pm Giuseppe Rose – che ha curato il fascicolo – avrebbero giocato tutti «un proprio ruolo» in quanto successo. Gli avvocati (i legali Pierpaolo Livio, Daniela Danieli e Patrizia Chippari) hanno chiesto di poter patteggiare la pena nel limite della sospensione condizionale, subordinando il tutto all’effettuazione di lavori di pubblica utilità (e al risarcimento del danno). La questione è al vaglio e il nodo verrà sciolto entro la prossima udienza fissata per l’8 di ottobre.
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