Redditometro “trappola” per i frontalieri. E già fioccano le iniziative parlamentari. Ieri mattina, in risposta all’articolo pubblicato dal Corriere di Como, il deputato della Lega Nord Nicola Molteni ha annunciato via Twitter di voler chiedere spiegazioni. «Redditometro per frontalieri: Befera Saccomanni subito chiarezza e certezze. Interrogazione Lega!». Questi i 140 caratteri di Molteni il quale più tardi ha spiegato come intende intervenire.«Quando gli uffici statali approntano
le circolari applicative delle norme di legge dimenticano sempre una piccola porzione di lavoratori anomali, i frontalieri. È accaduto anche questa volta con il redditometro».La vicenda è nota. Con i software di ricerca nelle banche dati finanziarie, l’Agenzia delle Entrate sarà in grado di mettere a confronto i guadagni e le spese dei contribuenti. Ogniqualvolta si dovesse superare un differenziale del 20% scatterebbe l’accertamento.Il fatto è che i frontalieri non accreditano il proprio salario nel conto italiano, ragione per cui il rapporto tra entrate e uscite molto facilmente potrebbe superare la soglia oltre la quale si mette in moto il meccanismo di controllo.«I frontalieri – dice Molteni – sono persone che lavorano onestamente e pagano le tasse alla fonte. Peraltro, lo Stato italiano riceve con i ristorni una buona fetta di queste imposte. Dobbiamo quindi sapere in che modo le nuove regole sul redditometro saranno applicate ai frontalieri. Sapere, cioè, se il ministero o l’Agenzia delle Entrate abbiano previsto il caso di specie e come intendano agire». Senza dimenticare, aggiunge il deputato della Lega Nord, che resta tuttora «incerto un altro grande problema sempre relativo al lavoro frontaliero, ovvero la questione dei 270 milioni di euro giacenti nelle casse dell’Inps e destinati all’indennità di disoccupazione dei lavoratori attivi oltreconfine. Soldi “congelati” che potrebbero invece essere utilizzati per integrare il reddito di chi in questo momento è in difficoltà».Sulla questione accertamenti interviene anche Carlo Maderna, responsabile Cisl per i frontalieri: «Il problema riguarda chi risiede oltre i 20 km dal confine e paga le imposte in misura ridotta».
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