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Referendum, l’appello del comitato lariano per il No

«Il fronte del Sì sta perdendo pezzi, aumentano le perplessità anche a destra e nei partiti di governo, con l’eccezione del Movimento 5 Stelle. Possiamo farcela». Con questo appello a mobilitare ogni cittadino in vista del prossimo 20 settembre, lanciato in video- conferenza, l’ex sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni ha chiuso ieri mattina la conferenza stampa convocata a Como dal comitato per il No al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.Gianni, deputato per 4 legislature e con un passato di dirigente nazionale della Cgil, era l’ospite d’onore dell’iniziativa comasca cui hanno partecipato anche i rappresentanti dei partiti e dei gruppi che contrastano la riforma costituzionale: Pierluigi Tavecchio segretario di Rifondazione; Eugenio Secchi di Sinistra Italiana; Massimo Patrignani, di Auser e Arci.A titolo personale hanno partecipato alla conferenza stampa anche Antonio Proietto, segretario della sezione comasca dell’Anpi e Matteo Mandressi, componente della segreteria provinciale della Camera del Lavoro. Sia l’Associazione Partigiani sia la Cgil, a livello nazionale, hanno deciso di non dare indicazione di voto e di non schierarsi a favore o contro il referendum. Lo stesso, al momento, ha fatto il Partito Democratico, che ha tuttavia convocato per lunedì prossimo la direzione nazionale proprio per sciogliere il nodo dell’indicazione di voto.«L’adesione del Pd alla riforma – ha detto Alfonso Gianni nella conferenza stampa di ieri – è dovuta soltanto a un patto politico di governo. Il “trappolone” di cui ha parlato in questi giorni Pierluigi Bersani (che si è schierato per il Sì, ndr) è quello in cui sono caduti coloro i quali hanno approvato la riduzione dei parlamentari in cambio di una nuova legge elettorale proporzionale. In realtà – ha aggiunto l’ex sottosegretario – siamo di fronte a un vero e proprio attacco al sistema della rappresentanza politica».Con questa «controriforma – così l’ha definita Alfonso Gianni – avremo un deputato ogni 151mila abitanti e un senatore ogni 300mila abitanti. E il risparmio di cui tanto parlano i grillini sarà di 56 milioni l’anno, cioè 95 centesimi di euro a cittadino. Non si può svendere la Costituzione per una tazzina di caffè. Oltretutto, diventerà impossibile, almeno in Senato, comporre e far funzionare le 14 commissioni ordinarie».

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