(ANSA) – BOLOGNA, 27 MAR – Il 27 marzo di 50 anni fa moriva Alcide Cervi, il padre dei sette fratelli fucilati il 28 dicembre 1943 al Poligono di tiro di Reggio Emilia. “Dopo di lui, la storia dei Cervi è diventata memoria collettiva, custodita dall’Istituto che porta il suo nome. Memoria della Repubblica”, lo ricorda Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Cervi. “Con i nipoti e gli altri congiunti come testimoni di una vicenda familiare che è diventata il simbolo dell’Italia intera. Resta, nel campo di Casa Cervi, il salice di Alcide, il luogo della sosta, del racconto. Per 25 anni lì, o sotto il portico, Papà Alcide raccontava: come il patriarca biblico che tramanda il valore dell’alleanza”. Oggi, prosegue, “celebriamo online questo anniversario come, forse, il prossimo 25 aprile. In realtà lo celebriamo nel cuore, siamo uniti più che mai, in attesa di tornare insieme a cantare Bella Ciao, nel prato di Casa Cervi”, a Gattatico.
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