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Riapre la Fondazione Braglia di Lugano

Domani, giovedì 17 settembre la Fondazione Gabriele e Anna Braglia riapre i suoi spazi espositivi in Riva Antonio Caccia 6A a Lugano proponendo l’esposizioneAngeli a Venezia. Guardi e Music nell’universo di Anna Bragliala cui riapertura primaverile è slittata a causa dell’emergenza legata al Covid-19. Con questa quinta esposizione l’isittuzione ticinese intende approfondire la figura della sua fondatrice attraverso le sue passioni, presentando i nuclei di opere d’arte che lei ha maggiormente ricercato e collezionato e che, dalla sua scomparsa nel 2015 a oggi, nel caso di Giacomo Guardi (1764-1835) in particolare, vengono ora ampliati dal marito Gabriele.

Angeli a Venezia mostra per la prima volta al pubblico la più importante collezione di gouaches guardesche provenienti da una raccolta privata e le accosta a 19 acquerelli veneziani realizzati da Zoran Music (1909- 2005) in laguna a partire dal 1946 e che, a tre anni dal primo allestimento dedicato al pittore italo-sloveno negli spazi della Fondazione, il pubblico può riscoprire in parte, attraverso una nuova chiave di lettura. Pittore e incisore, Music si è dedicato a una ricerca artistica profondamente connessa al suo tempo ispirandosi ai grandi maestri europei del passato che lui ha saputo reinterpretare in diversi cicli creativi attraverso un linguaggio molto personale. Quello legato alla Serenissima, dopo gli orrori vissuti durante la Seconda Guerra Mondiale nel campo di concentramento di Dachau, rappresenta un ritorno alla vita, alla sua amata Ida, alla luce e al colore, tutte emozioni che si traducono in vivacissimi acquerelli su carta di ispirazione bizantina. L’allestimento incorpora una veduta a olio del Canal Grande di Bernardo Canal (1664 – 1744), padre del famoso Canaletto, che sancisce l’avvio di un viaggio nella Venezia di un tempo che fu, a cavallo fra Settecento e Ottocento, e che oggi incorpora cinquantadue temperine di Giacomo Guardi, figlio dell’illustre Francesco; una rarissima gouache di Joseph Baudin (1691 ca.-1753 ca.) e una Madonna con bambino di AntonioGuardi (1699-1760), zio di Giacomo, che introduce un insieme di sculture di soggetto religioso. Angeli e Putti che vogliono essere lievi “presenze”, messaggeri/intermediari tra il mondo terreno e quello spirituale. Laraffigurazione degli angeli ha accompagnato la produzione artistica nei secoli e per Anna, profondamente credente, sono oggetti dell’anima.L’allestimento è arricchito da tre nuovi disegni monocromi di Giacomo Guardi.

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