Un’altra fumata grigia. Nemmeno ieri il sindaco di Como, Mario Landriscina, ha firmato i decreti di nomina dei due nuovi assessori indicati ormai oltre due settimane fa da Forza Italia, Pierangelo Gervasoni e Livia Cioffi. Nelle stanze e nei corridoi di Palazzo Cernezzi si vive una sorta di giallo ad alta tensione: ogni ora sembra quella buona per la soluzione del caso, ma alla fine della giornata non accade mai nulla. E si rimanda sempre alla successiva. Anche ieri il copione si è ripetuto. La firma di accettazione dell’incarico da parte dei due assessori designati era attesa in mattinata; dagli uffici sembrava essere giunto un via libera definitivo.Poi, però, qualcosa si è inceppato. «Dobbiamo rifinire ancora alcuni temi», si è limitato a dire lo stesso Landriscina. facendo capire che per le nomine si sarebbe dovuto aspettare ancora.Il punto è che questi continui rinvii alimentano le voci più disparate. C’è chi parla di ripensamento, chi di acque molto agitate tra gli alleati del centrodestra, come peraltro testimoniato dalle uscite pubbliche del capogruppo della civica Franco Brenna. Difficile, in realtà, capire quanto ci sia di vero in tutto questo. Anche perché i diretti protagonisti non parlano.Massimiliano Salini, eurodeputato e coordinatore regionale di Forza Italia, è stato uno degli artefici del rientro in giunta degli azzurri nel capoluogo lariano. Ha incontrato più volte il sindaco e ha seguito la vicenda da vicino. «Non ho informazioni su eventuali problemi – ha detto ieri sera al Corriere di Como – ho fatto di tutto affinché ci fosse un punto di incontro e ho gioito per la soluzione che abbiamo trovato. Mi pare comunque che non ci sia un ritardo preoccupante».Non sarà preoccupante, almeno a detta di Salini, ma il ritardo è un fatto. Di cui molti vorrebbero afferrare meglio i contorni. Perché fino a questo momento si sa davvero poco.Nei giorni scorsi, anche per evitare di ripetere errori imbarazzanti (il pensiero è andato soprattutto alla nomina, poi subito revocata, del capo di gabinetto), il sindaco aveva chiesto agli uffici di verificare con molta attenzione le possibili incompatibilità tra l’incarico di assessore del capoluogo e i vari altri ruoli ricoperti da Livia Cioffi, in particolare quello di sindaco di Veleso. La norma contenuta nel testo unico sugli enti locali, a riguardo, non è chiarissima. E sull’intepretazione ci sono pareri discordanti tra il dipartimento degli affari interni del Viminale e il Consiglio di Stato.Questo, in effetti, potrebbe essere uno dei motivi per i quali le nomine sono tuttora ferme. Ma sul punto non ci sono conferme da parte degli interessati.Sta di fatto che dopo le dimissioni di Vincenzo Bella e di Carola Gentilini (quest’ultima “spinta” a lasciare proprio per far entrare al suo posto Livia Cioffi), la giunta è rimasta con soli 7 assessori; inoltre, deleghe molto importanti – su tutte, Lavori pubblici e Cultura – sono senza un responsabile.
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