Non bastava l’addio al secondo lotto della tangenziale di Como, decretato soltanto poche settimane fa. In chiusura d’anno è arrivata anche la beffa finale: l’Autostrada pedemontana lombarda – di cui fa parte il primo lotto della tangenziale di Como – è tra le pochissime vie di collegamento veloci in Italia (quattro in tutto) in cui il prossimo anno scatteranno gli aumenti tariffari. Aumenti che, in un modo o nell’altro, sono stati bloccati per la quasi totalità delle reti autostradali del Paese. Ma che a Como hanno invece ricevuto via libera.La nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in cui si dava conto degli aumenti è stata confermata ieri mattina dalla stessa Autostrada Pedemontana Lombarda che, in un breve comunicato, ha fatto sapere di «aver provveduto ad aggiornare le proprie tariffe a decorre dal 1° gennaio. L’incremento per l’anno in corso – si legge nello stesso comunicato – è pari a 0,8%».In buona sostanza, i 3 km della tangenziale costeranno 65 centesimi di euro mentre l’intero tratto da Lentate sul Seveso all’interconnessione con l’A8 a Cassano Magnago costerà 4,98 euro.La notizia dell’aumento è giunta a poca distanza dal più che probabile addio al secondo lotto. E anche per questo è suonata come una beffa. Una prima analisi politica di questo rincaro delle tariffe autostradali è arrivata ieri da Dario Balotta, già segretario generale della Fit Cisl della Lombardia e ora presidente dell’Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti (Onlit).«Una fetta di rete lombarda, quella nata su basi federaliste, continua la sua corsa tariffaria – dice Balotta – La Brebemi (Brescia-Bergamo- Milano, ndr) aumenta del 3,79% i pedaggi, la Pedemontana Lombarda dello 0,80% mentre la Tangenziale Est Esterna di Milano (Teem) non è negli elenchi dei gestori che aumentano né tra quelli che non aumentano (in serata, ieri, la Teem ha poi annunciato che non sono previsti ritocchi ai suoi pedaggi, ndr). Aumentano anche le Autovie Padane ex Centropadane del 4,88% e la Concessionarie Autostradali Venete (Cav, che gestisce il passante di Mestre) dell’1,20%. Brebemi – sottolinea l’ex segretario della Cisl trasporti – pratica già tariffe doppie rispetto a quelle medie e si conferma la più cara d’Italia. Nel 2017 aveva aumentato del 7,88%, nel 2018 del 4,69% e lo scorso anno del 4,19%. Sono aumenti ingiustificati che dimostrano la crisi in cui versano le nuove tratte Brebemi e Pedemontana con un traffico insufficiente per ripagare i debiti contratti».Balotta riprende quindi ciò che più volte è stato detto, ovvero che la scelta di costruire i nuovi tratti autostradali affidandosi ai consorzi privati è stato un azzardo. I ricavi non bastano e il futuro resta incerto. I nuovi investimenti, necessari al completamento delle autostrade, faticano a emergere. Senza i fondi pubblici, sia statali sia regionali, sarà praticamente impossibile fare alcunché. A partire dalla tangenziale di Como, più volte promessa ma che difficilmente vedrà la luce.
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