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Rispunta la proposta della monorotaia e del tunnel

L’architetto De Simone rilancia il piano illustrato una decina di anni fa(m.d.) Vagoni che viaggiano su una monorotaia a 4 metri d’altezza e un tunnel sotto l’attuale lungolago. È la ricetta dell’architetto Fernando De Simone per liberare Como dalla morsa del traffico. Un progetto che risale a una decina di anni fa ma che «è ancora attuale», come spiega lo stesso professionista. Anche se finora è sempre rimasto sulla carta.De Simone, consulente della società norvegese Norconsult che ha realizzato l’impianto di potabilizzazione di Acsm in caverna sotto il Baradello, torna a rilanciare la proposta visto il dibattito che si è acceso in città sulla possibilità di pedonalizzare il lungolago.«I sensi di marcia delle vie di Como continuano a essere invertiti da trent’anni, ma le strade, si sa, sono sempre le stesse e non sono elastiche – dice – Manca un progetto complessivo per la città».L’unica soluzione, secondo De Simone, è realizzare una metropolitana leggera sopraelevata che colleghi la convalle con il centro, correndo lungo il tracciato dei binari delle Ferrovie Nord, dalla stazione di Grandate, dove verrebbe realizzato un parcheggio da 5mila posti auto, al capolinea di Como Lago. All’altezza di Camerlata è prevista una diramazione fino alla stazione di San Giovanni. In aggiunta, vi sarebbe anche la possibilità di arrivare fino a San Fermo, all’ospedale Sant’Anna.«Il costo di una monorotaia sopraelevata, in grado di trasportare 3mila passeggeri all’ora in ciascun senso di marcia, oggi è di circa 20 milioni di euro a chilometro – precisa De Simone – In 20-30 anni chi finanzia una simile opera può recuperare l’investimento. Si tratta di una tecnologia già utilizzata a Milano, con la navetta che collega l’ospedale San Raffaele con la linea 2 della metropolitana, a Perugia e a Venezia».E se si volesse chiudere il cerchio, si potrebbe «scavare una trincea al posto del lungolago, inserire elementi prefabbricati per costruire un tunnel in cui far passare le auto e i vagoni della monorotaia, ricoprendo poi il tutto». Un simile intervento «libererebbe il lungolago dal traffico e permetterebbe di far circolare le navette tra la stazione a lago e quella di San Giovanni, chiudendo così l’anello attorno al centro», conclude De Simone.

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