Calcio Lega ProDevono rispondere di lesioni per gli scontri di febbraio in viale Masia(m.pv.) Quindici ultras della Reggiana, tutti di età compresa tra i 18 e i 30 anni, sono indagati dalla Procura di Como – pubblico ministero Valentina Mondovì – per i fatti avvenuti lo scorso febbraio prima della partita di campionato di Lega Pro. L’accusa nei loro confronti è di lesioni aggravate. Nello stesso tempo il questore Michelangelo Barbato starebbe valutando l’entità dei Daspo da emettere. Le indagini sono state condotte in silenzio, in questi mesi, dagli uomini della Digos di Como
in collaborazione con i colleghi di Reggio Emilia. Quel giorno, il 10 febbraio 2013, alle 12.30, nell’area di viale Masia nei pressi dell’Aci – tradizionale punto di ritrovo dei tifosi azzurri – si presentarono a sorpresa e in incognito una trentina di ultras della Reggiana tra l’altro impossibilitati ad assistere alla gara del Sinigaglia del pomeriggio. Gli ultras locali, alla vista dell’arrivo a sorpresa degli avversari, andarono loro incontro anche se in numero inferiore, e ne nacque una rissa con tanto di bottigliate in cui quattro tifosi (due per parte) rimasero feriti. Di questi, l’unico a farsi refertare al pronto soccorso del Valduce fu un 30enne residente nell’Olgiatese. Lo scontro, violento, durò pochissimi minuti tanto che all’arrivo della polizia e della Digos gli ultras della Reggiana erano già scomparsi nel nulla per far rientro in Emilia. Le forze dell’ordine tuttavia non si sono arrese e la Digos, dopo aver passato al setaccio le tracce lasciate dalle auto lungo i casello autostradali, ma anche le stazioni ferroviarie, i passaggi negli autogrill e le telecamere di sicurezza nella zona di viale Masia, ha stretto il cerchio attorno a quindici ultras granata. Determinante è stata anche la collaborazione con i colleghi di Reggio Emilia che meglio conoscono la realtà degli ultras della città. Tutti gli indagati sono in queste settimane stati sentiti dagli inquirenti, e tutti avrebbero confermato di essere arrivati a Como quella mattina di febbraio ma solo per cercare un biglietto per assistere alla gara, facendo subito dopo ritorno a casa. Nessuno – ovviamente – ha ammesso di aver preso parte ai violenti scontri che lasciarono sul selciato bottiglie, sassi e, come detto, anche quattro feriti.In base agli elementi raccolti in Procura è stato aperto un fascicolo per lesioni aggravate, in cui figurano appunto i nomi degli ultras identificati, tutti residenti in provincia di Reggio Emilia e di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Al vaglio, da parte del questore, anche l’eventuale emissione del divieto di assistere alle manifestazioni sportive. La rivalità tra le tifoserie non è nuova, ma lo scontro di febbraio sorprese tutti perché andato in scena all’improvviso e senza nemmeno precedenti minacce via Internet.
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