(ANSA) – MILANO, 25 OTT – “Da dicembre non ce la farà più nessuno, la città sarà morta”: Paolo Peroli, socio di uno degli storici locali notturni di Milano e esponente del comitato territoriale esercenti che lo scorso 22 ottobre ha protestato sotto Regione Lombardia, commenta con queste parole il nuovo Dpcm che impone la chiusura di ristoranti e bar dalle 18. “Eravamo andati sotto la Regione consci che la situazione ci obbligava a richiedere fondi per sopravvivere. A questo punto dovremo chiederne altri o le attività moriranno e finiranno in mano alla malavita”. Quello che serve per tamponare, ha spiegato all’ANSA, è “almeno un 3% del fatturato del 2019”, una cifra che potrà servire a coprire in media tre mesi di affitto “per non dover regalare le attività agli speculatori” e poi un fondo per i lavoratori, un aiuto per le bollette. “Il nostro timore è che la temperatura media si sta alzando, le persone – avverte – iniziano ad agitarsi a parlare di scendere in piazza e fare come a Roma e Napoli. Noi cerchiamo di mediare, di gestirli ma la temperatura si sta alzando”. (ANSA).
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