Categories: Cultura e spettacoli

“Rivista Archeologica”, convegno all’Insubria

In

L’Aula Magna della Sede universitaria di Sant’Abbondio, in via Regina, ospiterà, nel pomeriggio di sabato 26 prossimo, con inizio alle 14,30, un convegno organizzato dalla Società Archeologica Comense per la presentazione del numero 200 dellaRivista Archeologica.

Aprirà
i lavori, illustrando storia e aspetti del prestigioso traguardo la
attuale direttrice del periodico Fulvia Butti alla quale farà
seguito il prof. Sergio Lazzarini con il tema “Università e
Società scientifiche e private: l’esperienza per la storia
comense”.

Tra le relazioni centrali del convegno saranno le indagini archeologiche di piazza Grimoldi nel loro rapporto con la chiesa di San Giacomo, di cui tratterà l’archeologa Stefania Jorio. Seguiranno il medievalista prof. Paolo Grillo con “ La cittadella viscontea fra storia e archeologia” e la dr.sa Letizia Casati con “La chiesa di San Giacomo, architettura e ruolo urbanistico nel contesto dell’ area della Cattedrale”.

E’
infatti ai recenti scavi ( diretti dalle archeologhe Nicoletta
Cecchini e Lucia Mordeglia) che hanno preceduto la risistemazione
della piazza e alla chiesa di San Giacomo che è dedicata la maggior
parte del ponderoso volume del periodico che raccoglie i tanti
cospicui e dettagliati contributi di archeologi e specialisti di
storia e d’arte.
Contributi volti ad inquadrare le complesse problematiche della
chiesa e delle aree circostanti nella loro evoluzione temporale sia
religiosa che civile e militare a partire dalla costruzione della
chiesa, con pronao e doppia torre, nella seconda metà del secolo XI
al tempo del vescovo Rainaldo, ai riflessi delle lotte tra Vittani e
Rusconi, alla progressiva secolare occupazione del pronao da botteghe
artigianali, alla chiusura della chiesa entro le mura della
cittadella viscontea, alla graduale demolizione del pronao e della
parte anteriore sino alla facciata attuale.

Per
l’eccezionalità del ritrovamento, dalla vasta eco in Italia e
all’estero, spicca una sintetica nota delle archeologhe Barbara
Grassi ( direttrice dello scavo) e Grazia Facchinetti sul ricco
tesoro aureo dell’ex Teatro Cressoni in Via Diaz, di ben 1000
monete di imperatori della fine del V secolo, occultato, in un clima
di incertezza, da un privato o dai custodi di una cassa pubblica.

Pagine
della rivista sono dedicate anche alle indagini archeologiche e
stratigrafiche per la ricostruzione della linea di costa e delle aree
portuali di Como romana; alla valorizzazione dei resti della fortezza
tardo-romana di S. Maria a S.Siro; alle problematiche di una gemma
(Apollo tra due guerrieri) della collezione donata al Museo Civico da
Alfonso Garovaglio; alla figura di un Attone da Canimalo esponente
dell’élite milanese del IX secolo

Il
tutto in 300 pagine di scritti di un vero e proprio volume, a
differenza dei primi fascicoli che, a partire dal 1872
caratterizzarono gli esordi della Rivista Archeologica sotto la guida
del canonico Vincenzo Barelli allo scopo di raccogliere e divulgare
le notizie su monumenti, scoperte, espressioni d’arte, iscrizioni e
documenti del passato della nostra antica provincia e diocesi. Dopo
di lui, nel tempo, ne ebbero cura uomini illustri del mondo culturale
comasco: Alfonso Garovaglio, Giovanni Baserga, Antonio Magni ( primo
presidente della Societtà Archeologica che dal 1902 adottò la
Rivista come proprio periodico), Aristide Calderini, Ferrante
Rittatore Vonwiller, Giorgio Luraschi.

La
pubblicazione venne apprezzata sin dalle origini tanto che il
Ministro della Istruzione Pubblica Cesare Correnti ne chiese l’invio
di copie per farne dono a tutte le province del neonato Regno
d’Italia; che ebbe il plauso del grande storico ed epigrafista
Teodoro Mommsen e che nacquero scambi con istituzioni italiana e
straniere tra cui il British Museum.

Nella
sua lunga evoluzione attraverso gli scritti di una molteplicità di
autori italiani e stranieri la Rivista appare come una vera e propria
miniera di informazioni che spaziano dalle scoperte archeologiche
alle indagini su monumenti medievali e moderni, alle testimonianze
artistiche, agli studi epigrafici, alla linguistica e alla
numismatica.

La
ristampa dei fascicoli esauriti, l’elaborazione degli indici
generali, l’attuale edizione sia cartacea che in dischetto ne
attestano, assieme all’antichità della sua nascita, la modernità
quale strumento duraturo di conoscenza e di cultura.

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