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Rsa, sempre più ospiti e operatori positivi. Casi in 80 strutture

Rsa, la situazione è grave e viene monitorata costantemente. Uno dei problemi più gravi è quello di riuscire a reperire personale sanitario in grado di sostituire i colleghi purtroppo risultati positivi. L’incontro settimanale di Ats Insubria di questa mattina è servito anche per fare il punto della situazione sulla realtà esistente all’interno delle Rsa del territorio di competenza di Ats. «Su 115 sono 48 le Rsa con casi di ospiti e operatori positivi nel territorio delle province di Varese e di Como e un’ottantina quelle che hanno operatori positivi.

Negli ultimi giorni sono aumentati i focolai nelle Rsa del nostro territorio – ha detto il dottor Maurizio Tettamanti di Ats – non solo a carico degli ospiti ma anche degli operatori. Una criticità segnalataci sia in provincia di Varese che in quella di Como per la quale è difficile avere soluzione nell’immediato. Regione Lombardia ha messo a disposizione addetti del settore da distribuire nelle strutture più colpite ma sono già terminati».

Intanto in città si è svolta una manifestazione – titolo “Pubblico per il pubblico” – promossa da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, davanti all’Ospedale Sant’Anna di Como. L’iniziativa, a cui hanno partecipato i lavoratori del pubblico impiego in segno di solidarietà verso il personale sanitario che sta affrontando in prima linea questa emergenza pandemica, ha portato l’attenzione su questi luoghi per rivendicare il diritto a lavorare in sicurezza, per il rinnovo dei contratti e per nuove assunzioni. Un momento che segue lo stato di agitazione già proclamato nelle scorse settimane. «Le lavoratrici e i lavoratori pubblici danno massimo sostegno e priorità a tutto il personale sanitario – spiegano i segretari della Fp Cgil di Como, Cisl Fp dei Laghi e Uil Fpl del Lario Alessandra Ghirotti, Nunzio Praticò e Vincenzo Falanga – È assolutamente necessario garantire loro di lavorare in sicurezza, assicurando costantemente dispositivi di protezione individuale, tamponi e sorveglianza sanitaria. Non è accettabile che proprio chi ci protegge debba lavorare in condizioni di così scarsa sicurezza e pericolo».

Tante sono le lamentele che arrivano dai luoghi di lavoro per la «mancata osservanza delle procedure di contenimento del virus. Se non ci occupiamo di mettere in sicurezza il personale sanitario, mettiamo a rischio la loro salute e anche quella dei cittadini e il servizio di cura. Altrettanto indispensabile e urgente è procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari, anche attraverso la stabilizzazione dei precari – hanno aggiunto sempre i rappresentanti delle tre sigle sindacali unite – Si tratta di una mobilitazione collettiva di lavoratrici e lavoratori pubblici, contro chi nega l’esistenza del virus, dell’emergenza epidemiologica e del rischio che stanno correndo medici, infermieri e tutto il personale sanitario. Siamo solidali con loro».

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