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«Sì alla riforma elettorale ma con le primarie di collegio»

(da.c.) «Se la riforma elettorale sarà capace di trascinare nuovamente la società civile nell’arena politica, allora si potrà dire di aver raggiunto davvero un risultato positivo».La forte accelerazione che Matteo Renzi ha impresso alla discussione sul nuovo modello di voto viene letta in modo positivo da molti esponenti del mondo economico e imprenditoriale comasco.Giovanni Pontiggia, presidente della Banca di

Credito Cooperativo di Alzate Brianza e numero uno di Iccrea BancaImpresa, holding dei Crediti Cooperativi di tutta Italia, non nasconde di guardare con attenzione ai passi svelti del segretario nazionale Pd.«Renzi dimostra di volere sul serio il cambiamento – dice Pontiggia – Ha incontrato Berlusconi, è vero, ma ha visto anche tutti gli altri leader politici per poi alla fine fare una proposta percorribile».Dopo anni di chiacchiere, sostiene il presidente della Bcc di Alzate, c’è qualcuno che dà risposte.E anche la questione delle preferenze, che adesso sembra agitare il quadro politico, viene giudicata di minore importanza da Pontiggia. «Ovviare il problema è molto semplice. Basta che i partiti decidano di selezionare i propri candidati con le primarie. È il modo migliore per rafforzare la partecipazione e tornare a una politica in cui i cittadini siano protagonisti». Con le primarie di collegio, «svolte cioè con una platea non ampia – insiste Pontiggia – non ci saranno più i paracadutati. Anzi, sono convinto che si arriverebbe alla costruzione di partiti che credono veramente nell’aggregazione territoriale».Il meccanismo delle preferenze, insomma, pure se escluso dal testo di legge, potrebbe essere «rilanciato con maggiore forza dalle primarie di collegio».Il presidente della Bcc di Alzate ha una preoccupazione precisa, che non nasconde. «Siamo in una società politicamente asfittica, non c’è più coinvolgimento. Ecco perché il tema delle primarie diventa centrale. Tra pochi giorni (il 16 febbraio, ndr) il Pd chiamerà i cittadini a votare per i segretari regionali. È un test importante. Se andrà alle urne un decimo di coloro i quali hanno eletto Renzi alla segreteria nazionale, bisognerà fare una riflessione. Se votano soltanto gli iscritti la realtà locale dimostra debolezza. Vuol dire che oltre al leader non c’è molto». Di qui la proposta delle primarie per il Parlamento. «Sarebbero molto coinvolgenti, avvicinerebbero i cittadini ai candidati e permetterebbero di riannodare un rapporto che in questi anni si è via via sfilacciato».

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