sperare, almeno visto il programma al quale sta lavorando.«Il bilancio dei miei primi 100 giorni è molto positivo – afferma il titolare della Cultura di Palazzo Lombardia – Stiamo programmando diverse iniziative, ma soprattutto siamo riusciti a non tagliare le somme di bilancio destinate alla cultura e, anzi, a incrementarle di 1 milione e mezzo di euro; era molto importante in questo momento in cui tutti gli enti locali sono in crisi. Il presidente Maroni si è dimostrato molto sensibile in questo senso, anche istituendo un assessorato ad hoc che accorpa alla Cultura le Identità e le Autonomie locali».Questo per sviluppare meglio il territorio?«Certamente. La cultura è un mezzo fondamentale per valorizzarlo, ponendo grande attenzione alle nostre peculiarità che portano turismo e ricchezza».Quali i primi passi?«Innanzitutto un progetto per il recupero delle tradizioni e delle culture locali attraverso il piano dell’assessorato itinerante».Dove è già stata?«Al Sacro Monte di Varese e nelle zone terremotate del Mantovano; è un viaggio appena iniziato, anche in vista di Expo 2015. Arriveremo anche a Como dove abbiamo già avviato alcuni progetti importanti come quello per i Maestri Comacini. Poi stiamo lavorando a un altro filone che guarda all’innovazione delle imprese culturali e creative, pensiamo anche a chi produce materiali audiovisivi e alla Film Commission Lombardia».Proprio in tema di cinema, l’abbiamo vista tra gli spettatori dell’Arena di Como per l’omaggio a Morricone.«Ho assistito a uno spettacolo molto bello in una stupenda location che è stata restituita alla città e ho constatato di persona che il Teatro Sociale sta lavorando davvero bene nell’anno del suo bicentenario».Però, in questi giorni in città si discute molto del flop della mostra a Villa Olmo.«Ne ho sentito parlare, però non sono in grado di entrare nel merito della questione della mostra dedicata a Sant’Elia perché non ho ancora avuto modo di verificare i problemi che hanno causato l’insuccesso che mi sta raccontando. Ho comunque notato una città molto attiva, per esempio grazie ai suoi festival, come quello dedicato al cinema in corso in questi giorni».Pensa che la Casa del Fascio possa essere recuperata all’arte?«Io posso solo dire – conclude Cristina Cappellini – che il mio assessorato non trascurerà nessun progetto che vuole salvaguardare i nostri patrimoni. In presenza di un piano in tal senso, noi siamo disponibili».
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