«Olindo e Rosa sono innocenti». Azouz Marzouk insiste in una battaglia iniziata già alla fine del processo d’appello contro i coniugi che gli hanno ucciso moglie, figlio e suocera. E si rivolge stavolta alla Procura generale di Milano per sollecitare la ricerca di prove che portino alla revisione della sentenza che ha condannato all’ergastolo i suoi ex vicini di casa per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006. Strage in cui furono uccisi, appunto, il figlio, Youssef Marzouk, la moglie Raffaella Castagna, la suocera Paola Galli e un’altra vicina di casa Valeria Cherubini.La richiesta di Azouz alla Procura è stata presentata ieri dal legale del 39enne tunisino, l’avvocato Luca D’Auria. «Questa domanda è finalizzata alla revisione del processo – dice D’Auria al telefono alCorriere di Como– Azouz è convinto dell’innocenza di Olindo e Rosa e immagina che altri siano colpevoli, anche se non sa chi».La motivazione alla base della richiesta è la presunta «frode processuale».Spiega infatti l’avvocato: «Il mio cliente ritiene che le confessioni dei coniugi Romano siano false e abbiano infettato la valutazione delle prove».Rintracciato anch’egli al telefono ieri sera, il legale di Olindo e Rosa, l’avvocato Fabio Schembri, parla di un «passo importante. Ben venga questo sollecito di Azouz, anche se in ogni caso noi ci stiamo muovendo per chiedere la revisione del processo».Schembri spiega di essere al lavoro «sui nuovi elementi emersi durante e dopo i vari gradi di giudizio, comprese le dichiarazioni di testimoni rilasciate alla trasmissione delle Iene (il riferimento è al tunisino Chemcoum Ben Brahim,ndr). Una volta completato questo quadro d’insieme, in cui sono incluse le analisi da effettuare sui pochi reperti rimasti, pensiamo di avere quanto basta per chiedere la revisione».
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