Categories: Cronaca

Strage di Erba. L’addio a Carlo Castagna. I figli: «Salutaci mamma, Raffaella e Youssef»

I biglietti di auguri per qualsiasi ricorrenza firmati sempre “Carlo, Paola, Raffaella, Youssef”. Un ricordo intimo, che il figlio Pietro ha voluto condividere, senza trattenere le lacrime, con le centinaia di persone che hanno affollato la chiesa prepositurale di Erba per l’ultimo addio a Carlo Castagna, imprenditore scomparso nella notte tra venerdì e sabato dopo una breve malattia.Pietro e il fratello Beppe hanno preso la parola al termine della liturgia per un ricordo di quello che per loro è stato papà Carlo. «Hai perso la mamma quando eri piccolo e hai sacrificato la tua arte per aiutare tuo papà nella falegnameria, che poi hai trasformato da bottega in qualcosa di grande. Prima che un grande imprenditore però sei stato un grande datore di lavoro, perché gli operai erano per te come figli e la ditta una famiglia», ha sottolineato Beppe. «Mi mancherai nelle cose piccole, come quando a mezzogiorno mi chiedevi: “Pranzi con me?” e in quelle grandi», ha aggiunto il figlio Pietro.«Ricordiamo Carlo per la persona che è stata e non per quello che gli è capitato», ha affermato il prevosto di Erba nell’omelia. Il sacerdote ha letto il Vangelo della nascita di Gesù, per ricordare l’ultimo impegno di Carlo per la parrocchia. «A Natale ho fatto un appello perché la nostra chiesa avesse un presepe bello e all’altezza – ha detto – Carlo si è messo subito a disposizione e già a gennaio ha cominciato a lavorare. L’opera è ancora incompiuta, ma qualcuno sicuramente la terminerà».La strage di Erba ha segnato indissolubilmente la vita della famiglia Castagna. E lo ripetono anche i figli. «In quella fredda sera in qualche modo ho temuto di perdere anche te oltre a mamma, Raffaella e Fefè – ha ricordato Beppe – Ma hai saputo superare e non sopportare il dolore. Sei stato un grande esempio per noi ma anche per tante altre persone». «Rivedo sempre quell’immagine di te nel cortile avvolto dalla coperta termica della Croce Rossa che mi dici “Sono morti tutti” – ha detto Pietro – In questi anni siamo stati sempre insieme, noi tre. La ditta il prossimo anno festeggerà 80 anni e tu avresti dovuto esserci perché è merito tuo». «Ci risolleveremo – hanno sussurrato ancora i figli di Carlo prima di farsi travolgere dall’affetto delle centinaia di persone presenti – Ci risolleveremo perché ce lo hai insegnato tu. Ora però sarà più difficile perché non sarai accanto a noi a dirci “Forza ragazzi”. Salutaci mamma, Raffaella e Youssef».

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