L’indagine – condivisa tra le volanti (al momento del primo intervento) e la squadra Mobile – era iniziata il 22 ottobre, quando la polizia era intervenuta in una casa di Maslianico per una lite in famiglia. Una giovane donna (21 anni) era stata aggredita dal compagno (rumeno, coetaneo) nel frattempo fuggito. La vittima, prima strangolata, poi colpita con calci e pugni, fu condotta al pronto soccorso da dove uscì con una prognosi di sette giorni. Le indagini, immediatamente avviate, partirono non solo dalla violenza in famiglia (per cui la giovane non volle sporgere denuncia) ma anche dal ritrovamento – sempre in casa – di una pistola Skorpion K1, arma da guerra dalle ex Jugoslavia. La pistola, con matricola abrasa, era completa di caricatore con quattro cartucce (due inserite nella camera di scoppio). Altri due caricatori vennero ritrovati nello stesso appartamento di un condominio di Maslianico. Le indagini permisero di appurare che il ricercato aveva immediatamente oltrepassato il confine di stato con la Svizzera, facendo poi perdere le tracce. Il Tribunale di Como – in seguito agli elementi raccolti dalla polizia – ha emesso una ordinanza di custodia cautelare con le ipotesi di reato di ricettazione e detenzione abusiva di arma da guerra clandestina e del relativo munizionamento. Sul 21enne era poi stato emesso un mandato di arresto europeo. E nelle scorse ore il sospettato è stato individuato e ammanettato durante un controllo di frontiera nella cittadina di Nadlac, posta sul confine con l’Ungheria.
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