UFFICIALE IMU, scatta l’IVA sulla tassa più odiata: non solo dobbiamo pagarla ma ci troviamo la tassa sulla tassa | Disastro Italiano

Illustrazione anziano con la scritta tasse sulla giacca che insegue omino piccolo per prendergli la moneta con il simbolo euro

IMU - corrieredicomo.it

Molti contribuenti segnalano l’aggiunta dell’IVA sull’IMU: perché è successo e come evitare di pagare una tassa sulla tassa.

Volente o nolente, l’IMU è da sempre l’imposta dovuta da chi possiede una casa o un immobile che non rientra nell’abitazione principale. C’è chi la lamenta e chi, per senso del dovere, la paga senza battere ciglio. Eppure è successo qualcosa di inaspettato: alcuni hanno notato che la tassa è aumentata, per poi scoprire che, oltre alla commissione, hanno pagato anche l’IVA.

Per capire meglio la situazione, è bene fare un passo indietro. La ‘pietra dello scandalo’ sta nel fatto che l’IMU (così come il bollo auto, ecc.) è un’imposta, e non un servizio come può esserlo quello di una ditta o di un professionista. Da qui nasce l’errore di molti contribuenti indignati: quello di aver pagato l’IVA anche quando non spettava. Ma perché succede?

La tassa sulla tassa: perché stiamo pagando l’IVA sull’IMU

Il titolo rende bene l’idea: non si può pagare una tassa aggiuntiva su una tassa. Per questo è importante capire che qualsiasi tributo o imposta dovuta allo Stato è sempre netta e priva di spese nascoste. Tuttavia, non sempre il cittadino conosce i propri diritti e, quando li scopre, non è piacevole rendersi conto di aver versato – per errore – più del dovuto. La verità, però, è un po’ diversa.

Non è tanto cosa paghiamo a essere tassato, ma come lo paghiamo. Perché se da una parte una tassa è gratuita, pagarla può diventare un servizio. Ma questo non accade sempre, ed è qui che vale la pena fare alcune precisazioni – sia per chi vuole risparmiare, sia per chi cerca semplicemente chiarezza.

Casa giocattolo e mano di un uomo che impila le monete
L’IVA sull’IMU – corrieredicomo.it

Quando entra davvero l’IVA (e come evitarla)

In realtà, l’IVA non entra mai sull’IMU in sé, ma solo sui servizi che permettono di pagarla. È qui che scatta la differenza tra tassa e commissione. Chi effettua il pagamento tramite un intermediario – come banca, Poste, CAF, commercialista o piattaforme digitali come PagoPA, Satispay e Mooney – paga un piccolo costo di servizio. Quel costo è soggetto a IVA perché rappresenta un vero e proprio servizio commerciale.

Per esempio, se si paga l’IMU online con PagoPA, la commissione può andare da 1€ a 3€, già comprensiva di IVA (circa 0,20–0,50€ che vanno allo Stato). Lo stesso accade con le banche o con Poste Italiane, dove il costo varia in base al canale usato. Se invece ci si affida a un CAF o a un commercialista, il discorso cambia: la parcella professionale include l’IVA al 22%, quindi su un onorario di 25€, circa 5,50€ finiscono all’Erario.

Lo stesso principio vale per tutte le altre imposte: TARI, bollo auto, TASI e via dicendo. Nessuna tassa è soggetta a IVA, ma i servizi collegati sì. L’unico modo per evitarli del tutto è pagare autonomamente tramite modello F24, senza intermediari né piattaforme esterne. In quel caso, si versa solo l’importo dovuto – nessuna commissione, nessuna IVA, e soprattutto nessuna sorpresa.