Ultim’ora: fallita la casa farmaceutica più amata dagli italiani | Ci ha curato per decenni, ora è morta lei

Farmacia - CorrierediComo.it (Fonte Pexels)
La crisi della celebre azienda farmaceutica si trascina fino al Tribunale fallimentare: da oggi i suoi prodotti diventeranno introvabili.
Le farmacie rappresentano dei punti di riferimento fondamentali per milioni di cittadini. Sono infatti il luogo a cui il pensiero corre subito, in caso di indigestioni, forti mal di testa o anche per le banali influenze stagionali.
La competenza dei farmacisti in materia medica, inoltre, aiuta a dissipare i dubbi e i timori dei clienti più ansiosi, e funge perciò anche da calmante immediato e naturale.
Dagli analgesici agli antipiretici, senza dimenticare tool utili come i test di gravidanza, i coni per le orecchie e i kit per la misurazione della glicemia, le farmacie rivestono un ruolo sociale essenziale, e non a caso sono distribuite in modo capillare da Nord a Sud, anche nelle zone più remote d’Italia.
Il farmacista diventa una presenza ricorrente nella vita di molte famiglie, una figura a cui appellarsi per un consulto, un suggerimento, e che può addirittura indirizzare gli habitués verso gli specialisti più adatti alle rispettive casistiche. Purtroppo, però, nelle ultime ore un gigante di calibro internazionale ha annunciato che chiuderà i battenti: ecco di chi si tratta.
Bancarotta confermata
Nella fattispecie, stiamo parlando della US Magnesium, ovvero l’unico produttore di magnesio primario degli Stati Uniti (esportava anche in Italia), con sede sulle sponde occidentali del Great Salt Lake, nello Utah.
Il magnesio, un metallo leggero e versatile, è impiegato in numerosi settori: dall’industria aerospaziale all’automotive, passando per la produzione di leghe metalliche, fertilizzanti e persino alcuni composti farmaceutici, dove viene utilizzato in forma di sali per trattamenti digestivi e muscolari. Negli ultimi mesi, però, la US Magnesium ha dichiarato bancarotta presso il Tribunale del Delaware. Le ragioni del tracollo sono molteplici: si va da una pesante crisi finanziaria fino a una serie di controversie ambientali. La decisione dei vertici aziendali, infatti, è giunta solo dopo anni di tensioni con lo Stato dello Utah e con l’EPA, l’Agenzia per la Protezione Ambientale, che accusano la US Magnesium di non rispettare gli accordi per la bonifica e gli standard di protezione del Great Salt Lake.
Licenziati 180 dipendenti
Nonostante la dichiarazione di bancarotta e l’interruzione delle attività estrattive dal lago, le Autorità hanno decretato che l’obbligo di bonifica resta valido.
Nel frattempo, lo Stato dello Utah ha revocato alla US Magnesium le concessioni minerarie sul lago, mossa che ha portato l’azienda al licenziamento di oltre 180 dipendenti, con gravi ripercussioni sulle rispettive famiglie. Seppur strategico per l’industria americana, ora il colosso del magnesio si ritrova a fronteggiare pesanti responsabilità ambientali: un esempio lampante di come il comparto non possa ignorare e deturpare l’ecosistema che lo ospita. E il conto, stavolta, non lo paga solo l’ambiente.