L’agricoltura lariana e quella italiana stanno bene? I numeri, forse freddi, dicono di sì, anche se non mancano criticità, come il continuo consumo del suolo agricolo e la cementificazione.In provincia di Como, sono 2.081 le imprese registrate in Camera di Commercio nei settori agricoltura, silvicoltura e pesca. Il trend è stato positivo tra il 2017 e il 2018 dell’1,3%, ma per raggiungere il livello “pre crisi”, ovvero la quota del 2009, mancano ancora 150 ditte all’appello. Delle oltre 2mila realtà, solo 74 sono registrare anche come aziende artigiane.Il settore dell’agricoltura è come anticipato in salute in tutto lo Stivale. L’Istat a gennaio ha certificato un aumento generale dei volumi della produzione agricola dell’1,5%.Corrono il vino (+14,3%) e la frutta (+1,4%), ma il segno più compare anche tra cereali e prodotti da orto. Tiene il settore zootecnico, pur in leggero calo (-0,5%), mentre le note negative provengono dall’olio di oliva (-36,9%) e dagli agrumi (-6,8%). Sul fronte dei prezzi alla produzione, la crescita complessiva è stata dell’1,4%. L’aumento in volume delle attività dei servizi è modesta (+0,4%) mentre le attività secondarie continuano a segnare dinamiche positive (+1,3%), soprattutto nel settore dell’agriturismo (+1,5%). Nel 2017 sono 23.406 le aziende agrituristiche autorizzate, 745 in più rispetto all’anno precedente (+3,3%). L’incremento è dato dal delta tra le 2.121 nuove autorizzazioni e le 1.376 cessazioni.Secondo l’ultimo rapporto dell’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) il fatturato dell’industria alimentare cresce più nel Sud del Paese che al Nord (+5,4% contro il 4,4%). Per quanto riguarda la promozione, la dicitura “100% italiano” rimane strategica per l’export, ma anche per il mercato nazionale. Dal 2015 al 2018, il mercato dell’Ue è infatti aumentato per oltre il 70% degli intervistati e oltre il 50% delle imprese attribuisce la crescita a qualità e Made in Italy.Nel settore rimangono però un basso grado d’innovazione tecnologica e forte dipendenza da fonti esterne di finanziamento.Per quanto riguarda i giovani e l’agricoltura, sempre l’Ismea mette a disposizione 70 milioni di euro per l’acquisto della terra. L’avviso di bando 2019 per il Primo insediamento in agricoltura è stato pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale. Il bando è riservato ai giovani tra i 18 e i 41 anni non compiuti, che si insediano in agricoltura per la prima volta. Potranno beneficiare di mutui a tasso agevolato per acquistare un’azienda agricola. Le agevolazioni sono legate alla presentazione di un piano di sviluppo aziendale che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale dell’intervento. I 70 milioni di euro suddivisi in 2 lotti, 35 milioni di euro per le Regioni del Centro-Nord e 35 milioni di euro per Sud e Isole. Negli ultimi tre anni sono stati 224 i giovani che sono diventati imprenditori agricoli grazie all’intervento finanziario di Ismea. Le domande si devono presentare nel portale dedicato di Ismea entro mezzogiorno del 27 maggio 2019.Tutto rosa e fiori quindi? Non proprio. Il consumo del suolo e la cementificazione proseguono. Lunedì la Coldiretti, in occasione dell’Earth Day, la Giornata mondiale della Terra che si è celebrata ieri in tutto il mondo il 22 aprile, ha spiegato come solo nell’ultimo anno sono scomparsi 100mila ettari di terra coltivata, pari alla superficie di 150mila campi da calcio, a causa del consumo di suolo e della cementificazione ma anche del mancato riconoscimento del lavoro degli agricoltori, con i bassi prezzi pagati per i prodotti dei campi, senza dimenticare gli attacchi degli animali selvatici che distruggono i raccolti e mettono in pericolo la sicurezza nelle aree rurali. Un tema più volte sollevato anche nel Comasco, dove la convivenza con i cinghiali è diventata da alcuni anni un problema molto serio.