Autore: Redazione

  • Arte e architettura in Ticino sulle strade del sacro

    Arte e architettura in Ticino sulle strade del sacro

    Itinerari di architettura e d’arte tra paesaggi lacustri e montani. Da qualche settimana in libreria si può trovare ed acquistare un bel volume che raccoglie, illustra e documenta il patrimonio architettonico e artistico ticinese, presentando tutti i principali edifici sacri del Canton Ticino. È Il Sacro del Ticino. Itinerari di architettura e d’arteedito da Skira scritto da Stefano Zuffi e da Salvatore Maria Fares. Nello scenario di spettacolari paesaggi lacustri e montani, gli autori illustrano in una mappa ideale quanto forte identità culturale sia stata coltivata dai vicini svizzeri italofoni intorno all’architettura sacra. Sullo sfondo c’è il millenario legame con la diocesi di Milano e di Como lungo un arco di 15 secoli. Tra i monumenti illustrati ci sono l’antichissimo battistero paleocristiano di Riva San Vitale ma anche edifici sacri contemporanei come la chiesa di Mogno di Mario Botta e sempre dell’archistar ticinese la chiesa sul Monte Tamaro con le opere d’arte del pittore della Transavanguardia Enzo Cucchi).Salvatore Maria Fares, giornalista, esperto di arti visive e realizzatore di numerosi programmi dedicati al mondo dell’arte e Stefano Zuffi, divulgatore del patrimonio storico e culturale e storico dell’arte saranno ospiti mercoledì 17 aprile alle 18 dello spazio incontri della libreria Ubik di piazza san Fedele a Como, al terzo piano. Il Canton Ticino si rivela così una zona affascinante non solo per gli spettacolari paesaggi lacustri e montani, ma anche come grande museo diffuso dell’arte sacra con documenti eccezionali per rarità e bellezza. Questo volume, splendidamente illustrato e accuratamente documentato, raccoglie il patrimonio architettonico e artistico ticinese, presentando tutti i principali edifici sacri del Cantone, organizzati secondo sei itinerari territoriali che ne facilitano la visita.

  • Arianna Minoretti e la lezione norvegese in tema di ponti, tunnel, viadotti e… donne

    Arianna Minoretti e la lezione norvegese in tema di ponti, tunnel, viadotti e… donne

    A colloquio con l’ingegnere comasco che lavora al progetto Archimede

    Arianna Minoretti interviene questa mattina all’auditorium del Don Guanella di Como nel convegno “Ingegneria per il futuro dei trasporti”, che segue l’assemblea ordinaria dell’Ordine di categoria.L’ingegnere comasca Minoretti, 40enne, lavora da alcuni anni in Norvegia, è alle dipendenze dello Stato, in quella che potremmo definire, con una semplificazione estrema, l’Anas norvegese.

    Riveste un ruolo importante nel maggiore progetto viabilistico mai realizzato non solo in Europa, il ponte di Archimede. Ovvero una serie di attraversamenti della costa Ovest del Paese, attraverso diverse strutture.«Alcune non sono mai state realizzate al mondo – spiega – si tratta di ponti sospesi e piattaforme tirantate al fondale».Parliamo così dei ponti più lunghi del pianeta, ma anche di un tunnel tradizionale nella roccia lungo 27 chilometri, altro record mondiale.«Sarà l’autostrada dei record, è vero – spiega – si tratta di un progetto molto ambizioso, che parte dalla ricerca scientifica. Per alcune tipologie strutturali si devono scrivere ex novo le normative».Il ponte di Archimede venne proposto all’inizio del millennio, nel 2001, anche per il Lago di Como, per collegare Menaggio e Bellano, il presidente della Provincia di Como era Armando Selva. Vennero chiesti anche fondi europei, poi dell’iter si sono perse le tracce.«Purtroppo quando si parla di Italia e di Como, realtà che io ho vissuto – spiega Arianna Minoretti – si parla di difficoltà nell’avere autorizzazioni, anche le più semplici. Ci si muove sempre in spazi di ambito storico e paesaggistico importanti, l’iter procedurale tra Sovrintendenza e richieste di permessi diventa frustrante. Così tutto si ferma prima di partire».A cosa si deve questo immobilismo, soltanto alla burocrazia secondo lei?«Si tratta anche di un problema culturale, perché in Italia e a Como, “prima ci sono i problemi delle buche e delle strade ordinarie”, si dice di solito – aggiunge – Io capisco queste osservazioni, ma credo che sia importante tenere anche la mente aperta. Serve una visione sul futuro, sul cambiamento. Non si può sempre lavorare confidando che non cambi mai nulla. Anche l’orto più bello se è in mezzo al deserto non serve. Si deve investire ora per l’Italia e la Como di domani».Mai come in questo momento l’Italia di oggi è anche condizionata da alcune tragedie che hanno riguardato i ponti, dal crollo del Morandi a Genova, a quello di Annone Brianza. Anche a Como, dove oggi si festeggia per la variante della Tremezzina, ci sono i casi del viadotto dei Lavatoi, della Novedratese.«Il crollo del ponte Morandi è stata una tragedia umana che ha coinvolto tante persone – spiega l’ingegnere Minoretti – Sono disgrazie che ti fanno sentire la tua Italia molto vicina anche all’estero. Poi si apre il discorso delle manutenzioni e del monitoraggio. Il ponte Morandi e altre grandi opere sono figlie di un’Italia che sicuramente credeva nel futuro, investiva. Considerava però i materiali di allora perfetti, eterni. Il monitoraggio delle opere è indispensabile. In Norvegia esiste da tempo. Io faccio parte di un gruppo che controlla la manutenzione di tutte le opere del Nord Europa. Si fanno manutenzioni ed ispezioni. Non si può pensare, dopo 40-50 anni, che il tempo non segni queste strutture. Per Annone Brianza si può fare lo stesso discorso».È quindi il “modello Italia” sulle infrastrutture ad avere fallito?«No, perché? Basta solo rimanere aperti, anche da oggi. Come nella vita – aggiunge – Tanto dipende dalle occasioni. Io ho scelto l’estero, ma non mi sento un cervello in fuga. Certo, mi fanno un po’ ridere colleghi che mi dicono che sono rimasti per scelta loro, poi non sanno neppure l’inglese. Questo vuol dire non essere in grado di viaggiare neanche per le vacanze. Il confronto con il resto del mondo è utile. Gli orizzonti si devono ampliare. Poi, qui in Norvegia, è più trasparente il discorso della meritocrazia ad esempio, ma non è detto che un giorno mia figlia rimarrà qui. Di certo, in Italia, dovrebbe cambiare qualcosa per le donne».In che senso?«Oggi una madre spesso deve lasciare il lavoro per anni, per crescere i figli, non esiste un sistema sociale. Chi è fortunato si appoggia ai nonni. Io e mio marito abbiamo avuto una figlia in Norvegia, abbiamo avuto un anno di maternità diviso tra mamma e papà, io, in più, avevo alcune ore per l’allattamento. A un anno, i bambini vanno all’asilo, che costa 300 euro al mese. I dormitori delle Università sono pieni di appartamenti famigliari. Perché avere un figlio anche per uno studente è molto comune. Così una nazione investe sui giovani» .Certo che in Norvegia tutto credo sia più semplice, con solo 5 milioni di abitanti, c’è benessere per tutti.«Anche questo è vero, ma qui c’è anche tanta attenzione nelle spese – spiega l’ingegnere – le missioni di lavoro e i viaggi si fanno sempre in economy, si dorme in alberghi di fascia decente, non di lusso. Essere in grado di spendere poco è un vanto per un dipendente pubblico. Qui».

  • Da Nerolidio il dolce e feroce James Maddock

    Da Nerolidio il dolce e feroce James Maddock

    Sul palco del Nerolidio di Como arriva per la prima volta James Maddock, cantautore inglese di base a New York, che lunedì 15 aprile sarà accompagnato in concerto da Alex Valle, chitarrista di Francesco De Gregori, e da Brian Mitchell, già con Levon Helm e molti altri eroi del rock americano. Insanity vs. Humanity è il suo album più recente e risale al 2017: un feroce attacco al potere lanciato dal singolo What The Elephants Know. Cantautore sincero e sensibile – che vale la pena di scoprire anche per il suo stile chitarristico – Maddock (nella foto) è un grande interprete dotato di una voce calda e molto espressiva, che grazie alle sue performance live ha saputo ritagliarsi un pubblico fedele anche in Italia, dove lo abbiamo già visto spesso in compagnia della straordinaria chitarra e del mandolino di David Immerglück, componente storico dei mitici Counting Crows di Adam Duritz.

    James Maddock è un uomo al quale la vita, dietro una delle sue tante curve cieche, ha riservato anche alcune brutte sorprese. Gli ci sono voluti anni per rivedere la luce, per esorcizzare il dolore con le sue belle canzoni: dopo aver esordito, a inizio millenio, con Songs From Stamford Hill, James è infatti tornato alla musica solo nel 2009 grazie ai brani dell’ottimo Sunrise on Avenue C.A dimostrare il gran momento del musicista, oltre a due dischi live, è seguita anche una ritrovata continuità in studio: Wake Up And Dream, Another Life, The Green e il già citato recente album che lo ha riportato in tour.m.prat.

  • Baricco e festival dei poeti.   A Como  la parola alza la voce

    Baricco e festival dei poeti. A Como la parola alza la voce

    Se ogni giorno vengono postate su Internet decine di milioni di foto, chi potrebbe mai contare quante parole vengono pronunciate o scritte dagli umani in 24 ore?C’è chi usa la parola per vivere (insegnanti, politici, giornalisti…) e chi vive “nel” corpo della parola, alimentandone la consapevolezza: gli scrittori e i poeti.Questa settimana due eventi invitano a ragionare sulla condivisione del linguaggio e sull’aspetto performativo della parola densa di senso e di suono, parola della persuasione avrebbe detto il filosofo Carlo Michelstaedter, e non vuota retorica. Alessandro Baricco legge a Como il suo Novecento il 12 e 13 aprile alle ore 20.30, in un evento già tutto esaurito al Sociale di piazza Verdi. Sale sul palcoscenico e legge il suo capolavoro, ormai un classico e si riappropria del testo: «Non recitare, non spiegare, non diventare un personaggio – spiega Baricco – Sono sicuro che lo farò ogni sera diverso, perché non sono un attore. Il reading è un animale fragile, che ha bisogno di raccoglimento».E se circa 2mila comaschi si abbevereranno alla fonte della “leggenda del pianista sull’oceano” nella versione pluripremiata di Giuseppe Tornatore (1998), tanti saranno i partecipanti al festival “Europa in versi” organizzato dalla “Casa della Poesia di Como” fondata e diretta dalla scrittrice lariana Laura Garavaglia, che torna per il nono anno, con la presenza di poeti di rilevanza nazionale e internazionale (da Kosovo, Turchia, Romania, Colombia, Moldavia, Ucraina, Norvegia, Usa, Brasile, Cuba e Scozia).“La poesia e l’altro” è il tema. La manifestazione si articola in tre giornate. La prima (venerdì 12 aprile) sarà un incontro dedicato agli studenti dell’Università dell’Insubria e delle scuole secondarie (licei e istituti tecnici). Nel pomeriggio, si allarga lo spettro d’azione e si “invade” Milano: presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale, Piazza Duomo 14 si terrà uno spettacolo di poeti-performer, campioni di Poetry Slam nei loro Paesi ed alcuni sono campioni del mondo.“Europa in versi” entra nel vivo sabato 13 aprile, quando – dopo l’incontro con gli studenti dell’Università dell’Insubria – nello scenario di Villa Gallia, inizia l’International Poetry Slam, ospite d’onore Simone Savogin: sei performer noti in tutto il mondo per questo genere di poesia coinvolgono un pubblico eterogeneo con letture ritmate.Si terrà anche il consueto reading di poesia che vede protagonisti grandi nomi della poesia italiana e internazionale tra cui Giancarlo Pontiggia. Premio alla carriera allo scrittore e docente universitario Giovanni Tesio. Info su europainversi.org.

  • Auto lasciata per due ore contromano e sulla corsia dei bus

    Auto lasciata per due ore contromano e sulla corsia dei bus

    Disagi al traffico ieri mattina in via Milano a Como, a pochi metri dall’ufficio postale. Un’automobile con targa lituana è rimasta per ore parcheggiata fuori dagli spazi consentiti contromano e sulla corsia degli autobus. I mezzi pubblici sono stati costretti a invadere l’altra corsia per poter proseguire.

    Sul posto la Polizia Locale che in un primo momento ha multato l’auto, poco dopo – avendo constatato che si trovava ancora lì – ha avviato l’iter per procedere con la rimozione.

    All’interno c’era un cane, pertanto i vigili hanno dovuto chiamare anche il veterinario. La situazione (dalle 10) si è risolta poco dopo mezzogiorno quando è arrivata la proprietaria della vettura che ha pagato la multa.

  • A Erba la fiera dell’elettronica. Gli orari e i prezzi dei biglietti

    A Erba la fiera dell’elettronica. Gli orari e i prezzi dei biglietti

    Dal mondo della telefonia alla robotica, dalla computeristica alla programmazione all’innovazione e l’infinita oggettistica che si può trovare al mercatino. Il 13 e 14 aprile a Lariofiere arriva l’edizione primaverile di “Erbaelettronica”. E non ci sono oggetti attraversati da elettroni, c’è anche tanta formazione. Con seminari e workshop utili alla scoperta e conoscenza di tutte le principali novità ed evoluzioni dei sistemi operativi.L’apparato di luminarie per il Natale è in piena efficienza? Vostro nipote ha espresso come desiderio sotto l’albero un drone all’ultima moda? Sapete come pilotarlo, quali autorizzazioni servono? State pensando di potenziare la memoria del vostro computer di casa senza spendere una fortuna? Oppure i vostri sogni sono ciclicamente visitati da radio a valvole con la grande scala parlante retroilluminata, quelle che garantivano buon suono avvolgente e che vedevate accese per ore e vi rapivano, nel tinello dei nonni, e poi andavate a smanettarle se non c’era in giro nessuno?Tutto questo e molto altro ancora – apparecchi nuovi e d’epoca, componenti per tutti i gusti e per tutte le tasche – sarà in scena a Lariofiere a Erba in viale Resegone, per la fiera che in tre distinti padiglioni offre circa 220 espositori. Ci sarà di tutto, dal mondo della telefonia alla robotica, dalla computeristica alla programmazione e all’innovazione oltre alle imperdibili opportunità che si possono trovare al mercatino dell’usato e del nuovo: dove trovare accessori, macchine fotografiche, videocamere, sistemi di antifurto, sicurezza e sorveglianza e molto altro ancora.

    Da sapereAspettano il pubblico tre padiglioni, dedicati all’acquisto di prodotti elettronici e informatici, a laboratori e a workshop sulle nuove tecnologie e a dimostrazioni spettacolari. Sabato 13 aprile ingresso dalle 9 alle 19, domenica 14 aprile dalle 9 alle 18.Il prezzo intero del biglietto d’ingresso è di 9 euro, riduzioni a 7 euro per chi è in possesso del buono sconto. Ingresso gratuito per bambini fino ai 12 anni. Sono attesi a ogni edizione circa 15mila visitatori

  • Conti “aggiustati” al Comune di Mozzate: 5 condanne.Tre anni e 5 mesi all’ex sindaco. Assolto l’assessore

    Conti “aggiustati” al Comune di Mozzate: 5 condanne.Tre anni e 5 mesi all’ex sindaco. Assolto l’assessore

    Cinque condanne in primo grado, compresa quella dell’ex sindaco di Mozzate, Luca Denis Bettoni a 3 anni e 5 mesi. Una assoluzione «per non aver commesso il fatto» per l’ex assessore al Bilancio Enrico Bertulessi. Il tutto, frutto di cinque capi di imputazione che sono stati ritenuti sussistenti (per falsi in bilancio e per un abuso d’ufficio) e di quattro capi di imputazione per cui è stata letta la sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» oppure, come nel caso del presunto abuso d’ufficio sulla discarica, «perché il fatto non costituisce reato». Si è concluso così, ieri mattina davanti al Collegio di Como presieduto da Valeria Costi (a latere Nicoletta Cremona e Andrea Giudici) il processo che aveva messo sotto la lente d’ingrandimento una serie di presunti falsi in bilancio ma anche due presunti abusi d’ufficio, uno dei quali concluso con l’assoluzione. Sotto accusa erano finiti circa un milione e mezzo di euro che secondo il pm Simona De Salvo sarebbero stati indicati a bilancio (seppur inesistenti) come “Residui attivi”.Contestazioni gestionali che avrebbero riguardato il periodo dal 2010 al 2013. L’ex sindaco – riconosciuto colpevole per tre capi di imputazione, due di falso e uno di abuso d’ufficio – ha rimediato la pena più alta, a 3 anni e 5 mesi. Per lui è stata decisa anche una provvisionale da 3 milioni di euro solo per l’abuso, più 50 mila euro in solido con gli altri imputati per i restanti capi di imputazione. Condanne a 2 anni e 10 mesi per quelli che all’epoca dei fatti erano la responsabile dell’ufficio ragioneria e tesoreria e il segretario comunale, un anno a testa (con la sospensione condizionale) per i revisori dei conti. Le richieste dell’accusa erano state più alte, 5 anni e 6 mesi per l’ex sindaco, 3 anni e mezzo per l’assessore poi assolto, 5 anni e 6 mesi e 5 anni e 9 mesi per i due dirigenti del Comune e due anni per i revisori.

  • Como-Sondrio, fuori causa gli azzurri Sbardella e Camarlinghi

    Como-Sondrio, fuori causa gli azzurri Sbardella e Camarlinghi

    Allenamento doppio ieri per il Como, che si prepara alla gara casalinga di domenica prossima contro il Sondrio. Match che costituirà anche la prima uscita ufficiale allo stadio Sinigaglia per Michael Gandler, amministratore della nuova società, che prima della partita incontrerà i giornalisti. Con i tifosi che si stanno mobilitando per riempire gli spalto al grido «Tutti allo stadio», la squadra prosegue il lavoro per l’impegnativa partita con la formazione valtellinese, che all’andata fu all’insegna delle polemiche, con battibecchi tra tesserati già durante il riscaldamento, al culmine di una settimana in cui non era mancata qualche frecciatina.Più che a questo, il Como ora deve pensare a mantenere il primo posto, quando al termine della regular season mancano quattro giornate. I lariani hanno due punti di vantaggio sul Mantova.Per la gara con il Sondrio mister Marco Banchini tornerà ad avere a disposizione il capitano Federico Gentile, in recupero da un infortunio, ed Enrico Celeghin che per squalifica ha saltato l’incontro vinto domenica scorsa sul campo del Caravaggio. Domenica sarà fuori causa Giulio Camarlinghi, espulso durante la sfida con i biancorossi; out anche il difensore Simone Sbardella, alle prese con un problema fisico. Biglietti già in vendita, costo dai 12 (curva) ai 30 euro (tribuna d’onore).

  • Casinò, il ricorso e il contro-ricorso. Anche i curatori fallimentari si appellano alla Corte di Cassazione

    Casinò, il ricorso e il contro-ricorso. Anche i curatori fallimentari si appellano alla Corte di Cassazione

    Dopo il ricorso, sul tavolo della Corte di Cassazione arriva il contro-ricorso. Non c’è pace attorno al Casinò di Campione d’Italia e alla sua società di gestione, fallita a luglio dello scorso anno. La sentenza di secondo grado del Tribunale di Milano che annullava il fallimento è stata appellata all’ultimo istante utile, mercoledì, dalla Banca Popolare di Sondrio, uno dei maggiori creditori della casa da gioco. Il colpo di scena finale è stato però un altro. Non ancora annunciato ufficialmente ma ormai certo: il contro-ricorso dei curatori fallimentari.Tecnicamente si tratta di un ricorso incidentale, «diverso e contrapposto rispetto a quello fatto valere con l’azione principale» (in questo caso della Banca).La sostanza è un’altra: i curatori, pur convinti che la sentenza d’appello fosse errata, d’intesa con il giudice delegato avevano deciso di non rivolgersi alla Cassazione per evitare che i tempi lunghissimi della Suprema Corte (almeno 2 anni in sede civile) compromettessero in modo ulteriore la situazione già grave di Campione.Nel momento in cui un altro attore in causa ha però deciso di presentare ricorso, la curatela ha scelto di motivare le proprie obiezioni davanti ai giudici di ultima istanza.Entro il termine stabilito dalla legge (20 giorni) depositerà quindi appello a sua volta. Contestando sia la richiesta della Banca di cancellare la parte della sentenza relativa alla fallibilità del Casinò, sia la parte che ha determinato l’annullamento della sentenza di primo grado.Nel frattempo, gli stessi curatori resteranno in carica pleno jure e continueranno a occuparsi del fallimento, astenendosi probabilmente soltanto dalle decisioni più “rischiose”.Per il mese di ottobre è già stata fissata una nuova udienza per l’ammissione allo stato passivo dei creditori tardivi. Al momento, secondo quanto è stato possibile ricostruire, i crediti verificati ammontano a oltre 170 milioni di euro mentre quelli ammessi (o ammissibili) sono attestati attorno ai 152 milioni.Lo scenarioA questo punto, la partita del futuro del Casinò e del paese di Campione d’Italia è nelle mani del governo nazionale. L’unico che può decidere di costituire una nuova società e di rimettere in moto le slot e le roulette dell’enclave.Comune e curatela fallimentare (quest’ultima beneficiaria, come avente causa della società di gestione, del comodato d’uso gratuito dell’edificio) non solleverebbero certo obiezioni davanti alla richiesta di affitto della casa da gioco. Che potrebbe ripartire da zero e con la certezza di fare utili da subito.

  • Casinò di Campione d’Italia, Popolare di Sondrio presenta ricorso

    Casinò di Campione d’Italia, Popolare di Sondrio presenta ricorso

    Con un colpo di scena difficilmente prevedibile maturato nelle ultime ore, la Banca Popolare di Sondrio – in qualità di creditrice – ha impugnato di fronte alla Cassazione la sentenza d’Appello che annullava la dichiarazione di fallimento del Casinò di Campione d’Italia. Un ricorso che tuttavia è limitato – come si legge nelle 18 pagine redatte – «alla sola parte in cui è stata confermata l’assoggettabilità al fallimento di Casinò di Campione Spa».In pratica, la Popolare di Sondrio chiede ai giudici romani di disconoscere ciò che era stato il punto fondante dell’istanza di fallimento della Procura di Como, cioè che anche il Casinò – seppur con il Comune dell’enclave come socio unico – potesse fallire. Tesi che era stata sposata non solo dai magistrati del Tribunale di Como che ne decretarono il crac con sentenza depositata il 27 luglio 2018, ma anche dai colleghi dell’Appello di Milano.L’annullamento della sentenza infatti era limitato non a questo assunto cardine – che al contrario era stato ribadito dando forza alla Procura – bensì a un vizio di forma, la mancata audizione delle parti prima della decisione.I termini per rivolgersi alla Cassazione scadevano ieri. Fino a lunedì, la situazione pareva ormai “congelata”, con la curatela fallimentare non indirizzata ad appellare la decisione di Milano. Se così fosse stato, in modo del tutto paradossale (essendo il Casinò ormai “svuotato” di dipendenti e strutture), da ieri, con la definitiva cancellazione del fallimento, la società avrebbe potuto (in via teorica) tornare ad operare. Il ricorso in Cassazione depositato dalla Banca Popolare di Sondrio ha però cambiato nuovamente tutte le carte in tavola, ricongelando la questione in attesa del pronunciamento romano. Tempi che potrebbero essere anche molto lunghi.E cambiano le prospettive anche per la nuova istanza di fallimento che la Procura di Como, a firma del pm Pasquale Addesso e del procuratore capo Nicola Piacente, aveva formulato al Tribunale Fallimentare dopo l’annullamento dell’Appello. L’udienza era già stata fissata per il 13 maggio e quel giorno non si potrà fare altro che prendere atto della decisione in merito al ricorso in Cassazione e aspettare.Tutto bloccato, insomma. E, come su una giostra, si torna al punto da cui si era partiti, ovvero al braccio di ferro sulla possibilità o meno di dichiarare il fallimento per il Casinò di Campione. Posizione sposata da Procura, Tribunale di Como e Appello di Milano, non dalle altre parti.«Secondo la Corte d’Appello – scrivono i legali della Popolare di Sondrio – il Casinò avrebbe esercitato la propria attività commerciale “in forma imprenditoriale”», ma così per loro non era visto che «non ci troviamo di fronte ad una attività commerciale esercitata in forma imprenditoriale, perché il Casinò non era libero (in quanto imprenditore) di esercitare la propria attività secondo criteri di economicità», ma era «invece condizionato nelle proprie scelte da un terzo estraneo alla sua amministrazione», il Comune.