Scarichi intasati e spogliatoi allagati. Nuovi disagi per gli atleti che si allenano al campo Coni di Muggiò, riaperto solo l’ottobre scorso dopo la lunga chiusura per il rifacimento della pista, che si è protratta per oltre un anno. Già da alcuni giorni, i servizi e gli spogliatoi maschili sono inutilizzabili perché, probabilmente a causa degli scarichi bloccati, i bagni, le docce e anche gli spazi per cambiarsi sono allagati. Il pavimento è invaso dall’acqua e dai liquami degli scarichi fognari e per gli atleti diventa pressoché impossibile accedere agli spazi prima e dopo gli allenamenti. Un problema riscontrato già da alcuni giorni, che sta creando difficoltà alle persone che utilizzano la struttura sportiva. Le società sportive che abitualmente si allenano al campo Coni hanno già segnalato la situazione agli uffici competenti del Comune di Como, che avrebbe assicurato un intervento in tempi brevi per risolvere la situazione e ripristinare servizi e spogliatoi. E in effetti ieri in serata gli addetti del Comune sono intervenuti. Va ricordato che il campo Coni è stato al centro di infinite discussioni per i recenti lavori di rifacimento della pista d’atletica. Un cantiere che doveva inizialmente chiudersi entro la fine del 2017 ma che poi, per un susseguirsi di ritardi, ha portato all’inaugurazione del nuovo campo solo nel mese di ottobre del 2018, dopo un impegno economico del Comune di Como di 400mila euro. Rifatte pista di atletica, pedane per i salti e i lanci. E adesso questi nuovi problemi per una struttura sportiva che sembra non avere mai un attimo di pace.
Autore: Redazione
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Campo Coni, lavori terminati ma manca l’agibilità. Sportivi delusi
Lavori terminati ma manca l’agibilità. Ennesima beffa per gli atleti del Campo Coni di Muggiò. Poco più di dieci giorni fa, dopo una riunione con i vertici delle società sportive che utilizzano la struttura, il Comune aveva fatto sapere che a partire dal mese di agosto gli atleti sarebbero potuti tornare finalmente ad allenarsi, tutti i giorni dalle 17 alle 20, escluso il weekend.Agosto è arrivato ma per ora non c’è alcuna notizia sull’agibilità dell’impianto. «Purtroppo i tempi non si conoscono – ha spiegato l’assessore allo Sport del Comune di Como, Marco Galli – Tra un paio di settimane al massimo i tecnici saranno sul posto per verificare i lavori. Manca soltanto l’ultimo tassello poi il Campo Coni tornerà di nuovo a disposizione di cittadini e atleti».Un anno la durata dei lavori per riqualificare la struttura con un cantiere iniziato nello scorso settembre che peraltro è stato sospeso durante tutta la stagione invernale.Un ritardo che ha causato pesanti disagi alle società sportive che ruotano attorno al campo Coni, un totale di circa cinquecento atleti che sono stati costretti alla ricerca di altri campi e strutture dove potersi allenare.
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Campione, una clinica e degli appartamenti dentro il casinò. Il progetto di una cordata di imprenditori svizzeri
Una sorpresa improvvisa la notizia in arrivo da oltreconfine. Una novità che potrebbe scuotere le fondamenta del Casinò di Campione d’Italia, chiuso dal 27 luglio dopo la sentenza di fallimento del tribunale di Como. Sembrerebbe infatti, in base a quanto riportato da Ticino On line, che un drappello di imprenditori svizzeri guidati dal gruppo Artisa sarebbe pronto a mettere 100 milioni di franchi sul tavolo di Campione. Nell’edificio progettato dall’architetto Mario Botta troverebbero prevalentemente posto una clinica di alta specializzazione, appartamenti (sia medicalizzati per gli anziani, sia residenziali), e un museo d’arte internazionale, una sorta di Guggenheim campionese.
Sulle colonne di Ticino On Line ha parlato Stefano Artioli, presidente di Artisa Group, società con un volume di transazioni annuali di oltre 280 milioni di franchi. «Il Casinò è indebitato anche perché oggi questo settore non regge più davanti alla concorrenza del gioco online. È sbagliato ritenere Campione come il paese del vizio e non vederne il potenziale», ha dichiarato l’imprenditore Artioli che ha anche aggiunto come il personale della casa da gioco potrebbe essere riqualificato per il nuovo impiego. L’imprenditore ha anche parlato di una condizione burocratica fondamentale. «Decisivo – ha detto sempre a Ticino On Line – sarà l’ottenimento da parte di Roma di uno statuto speciale per Campione. Sull’esempio di Bolzano. Solo uno statuto del genere permetterebbe di realizzare questo progetto tra pubblico e privato con la garanzia di decisioni celeri e investimenti garantiti a lungo termine».
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Campione, un tecnico al tavolo del 4 settembre
Molteni: «Il governo cerca una soluzione definitiva». Tre i ministeri coinvolti: Interno, Sviluppo ed Economia e Finanze
«È un’infamia dire che il governo non si stia occupando della questione di Campione d’Italia». Il deputato canturino Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, risponde in modo netto alle critiche mosse in questi giorni da chi sostiene che il “caso” Campione non trovi spazio nell’agenda dell’esecutivo nazionale.
«Stiamo lavorando a una situazione complicatissima e delicatissima – dice Molteni – Una vicenda che vede coinvolto un Comune in dissesto finanziario e un’impresa di medie dimensioni in crisi dopo una sentenza di fallimento». Sino a questo momento non ci sono state dichiarazioni ufficiali, spiega il sottosegretario, perché «nessuno sarebbe in grado di indicare responsabilmente una via d’uscita percorribile e definitiva. Stiamo valutando molte cose e su Campione sono al lavoro tre ministeri: l’Interno, l’Economia e lo Sviluppo».
Sin dal primo momento il governo ha affidato a un altro sottosegretario della Lega, il varesino Stefano Candiani, il dossier sul fallimento della casa da gioco. Ma la questione, come detto, non interessa soltanto il Viminale.
«La nostra prima preoccupazione riguarda i lavoratori e i cittadini dell’enclave – dice ancora Molteni – per questo chi afferma che il governo se ne frega sbaglia o è in malafede. Personalmente comprendo l’ansia di chi ha perso il lavoro o non riceve da mesi lo stipendio, ma è anche vero che per Campione non si può trovare una soluzione provvisoria. Proprio perché siamo di fronte a una situazione straordinaria è necessario valutare molti fattori».Molteni annuncia di voler incontrare il prefetto Ignazio Coccia ma esclude che al tavolo del 4 settembre possa esserci un rappresentante “politico”. Il governo invierà sicuramente un tecnico.Una scelta che probabilmente non piacerà troppo al sindacato. Ieri sia i tre sindacati confederali sia le Rsu del Casinò hanno auspicato la presenza di Candiani alla riunione convocata in Prefettura per martedì prossimo. Il sindacato insiste sull’importanza «di conoscere nel prossimo incontro le intenzioni governative circa la riapertura della casa da gioco», considerata quale «unico vero sostentamento economico» del paese e «sulla quale si devono trovare al più presto garanzie per tutti».
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Campione, spunta la proposta di creare un centro commerciale nella roccia collegato con il casinò
Tra le diverse idee per far rinascere il casinò, una riveste un aspetto particolare. Arriva dall’architetto Fernando De Simone, specializzato in costruzioni sotterranee, sottomarine, ingegneria sismica e trasporti. «Ho presentato in comune la proposta di realizzare con il project financing un centro commerciale polivalente scavato nella roccia (nel disegno sopra) e collegato direttamente al casinò. Con questo nuovo tipo di centro e le agevolazioni governative, i posti di lavoro aumenterebbero notevolmente, e ci sarebbe anche un risparmio di circa il 40% sulle spese di riscaldamento e raffrescamento occorrenti, rispetto a costruzioni all’esterno, con le stesse dimensioni. il mondo è pieno di centri commerciali sotterranei, come per esempio Montréal, Londra o sotto la stazione centrale di Zurigo».
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Campione d’Italia, si dimette il sindaco Roberto Salmoiraghi
Colpo di scena nella crisi di Campione d’Italia, enclave italiana in Svizzera. Il sindaco Roberto Salmoiraghi si è appena dimesso.
La decisione arriva in un momento di grande sofferenza economica e istituzionale per il paese comasco in Ticino: il Casinò – unica fonte di reddito della comunità – è stato dichiarato fallito alla fine dello scorso luglio.
Anche il Comune è in dissesto finanziario, tanto che sono all’orizzonte drastici tagli dei dipendenti.
Le dimissioni sono giunte dopo quelle depositate, nei giorni scorsi, da cinque consiglieri comunali.
Il sindaco di Campione ha 20 giorni di tempo per confermare le sue dimissioni o ritirarle. Scaduto questo termine, il prefetto di Como potrà nominare un commissario che guiderà il Comune sino alle elezioni della prossima primavera.
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Campione, servono 90 milioni di euro. In Comune altri due giorni di sciopero
«Ormai siamo alla politica che prima di decidere aspetta una sentenza della magistratura». Vincenzo Falanga, segretario del pubblico impiego della Uil di Como, annuncia i due nuovi giorni di sciopero proclamati in Comune a Campione d’Italia per giovedì e venerdì prossimi e lancia un avvertimento: «Senza l’intervento dello Stato la questione non potrà essere risolta».L’intervento in questione è una iniezione di denaro nelle casse del Comune pari a 80-90 milioni di euro. Tanto servirebbe per rimettere in sesto il bilancio dell’enclave, in attesa che un’altra decisione venga presa sul Casinò.Anche Giorgio Zanzi, attuale commissario prefettizio a Campione, si è arreso di fronte ai numeri e ha dichiarato di non poter stilare un preventivo. «Era facile da prevedere – sottolinea Falanga – noi lo abbiamo sempre detto».I due giorni di sciopero sono l’ultima carta che il sindacato prova a giocare prima della decisione del Tar di Milano sulla sospensiva della delibera con cui la giunta Salmoiraghi aveva tagliato 86 dei 102 posti in organico in municipio.La decisione dei giudici è attesa per venerdì 9. «La delibera diventa efficace due giorni dopo, l’11 novembre. Sinora non si è mossa foglia. La sospensiva che abbiamo chiesto al Tar in attesa di discutere nel merito la delibera è l’unica cosa che potrebbe cambiare lo scenario. È incredibile, però, che le istituzioni si affidino alla magistratura per decidere».Tra i dipendenti del Comune lo sconforto è totale. Tre di loro, residenti in Ticino, hanno preferito licenziarsi per giusta causa (ne avevano diritto non prendendo lo stipendio da 10 mesi) e iscriversi al collocamento svizzero per ricevere l’indennità di disoccupazione (l’80% dell’ultimo salario per almeno 24 mesi).I 99 che rimangono non ricevono il salario da febbraio. Se niente cambierà nei prossimi giorni, soltanto 16 di loro potranno rimanere a lavorare nell’enclave.
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Campione, pagato l’ultimo stipendio ai 492 dipendenti. È in moto la macchina della disoccupazione
L’ultimo stipendio, quello di luglio, è stato pagato. Dopo, c’è il buio. Una realtà durissima, di cui i dipendenti della casa da gioco di Campione d’Italia sono perfettamente consapevoli. Al punto che già ieri sera, alle 19, era stata convocata una prima riunione con i sindacalisti di Unia Ticino per avviare le pratiche della disoccupazione.L’unica buona notizia, se così può definirsi, riguarda i lavoratori del Casinò residenti in Svizzera: potranno infatti agganciarsi alla previdenza elvetica e ricevere la disoccupazione da Bellinzona. «I residenti in Svizzera con permesso di domicilio o dimora valido» hanno infatti «diritto alle indennità di disoccupazione, indipendentemente dalla loro nazionalità».I residenti a Campione, invece, riceveranno la cosiddetta Naspi, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego istituita nel 2015. Secondo i primi calcoli fatti dal sindacato, questa indennità non dovrebbe superare i 1.300 euro al mese, mentre l’assegno per i residenti in Ticino dovrebbe essere almeno del triplo.Ma i chiarimenti e le spiegazioni su come ottenere il sussidio di disoccupazione non bloccano la battaglia dei dipendenti del Casinò per una possibile riapertura. Nonostante il comunicato ufficiale dei curatori fallimentari non lasci molto spazio all’ottimismo, il sindacato ha deciso di mettere in cantiere una serie di manifestazioni e di incontri con l’obiettivo primario di scuotere la politica.Perché la soluzione del problema Campione, a questo punto, passa necessariamente da un intervento del Parlamento.Soltanto una legge (o un decreto, se si volesse accelerare) potrebbe infatti rimettere in carreggiata la casa da gioco. Una legge che assegni a un soggetto diverso la gestione dei tavoli verdi: un commissario governativo o una nuova società.ManifestazioniIn ogni caso, in attesa che qualcosa si muova, sono già tre gli appuntamenti decisi dal sindacato. Il primo si è svolto questa mattina, davanti alla sede della Regione Lombardia a Milano.Anche se il governo regionale non ha potere decisionale in materia, si vuole “costringere” gli eletti in provincia di Como (e non solo loro) a farsi carico di un’iniziativa verso i rispettivi partiti e movimenti.Il secondo appuntamento è fissato sempre per oggi, ma alle 16: è l’incontro con il collegio dei curatori fallimentari. Servirà a fare maggiore chiarezza sulle procedure. Domani, poi, dalle 9 alle 12, è programmato un nuovo presidio davanti alla Prefettura, in via Volta a Como.Nel frattempo, la mobilitazione in piazza a Campione proseguirà almeno sino al 6 agosto.Il giallo del concordatoAncora ieri è emerso poi un nuovo elemento che getta una luce diversa sul fallimento. Sono stati gli stessi curatori incaricati dal Tribunale a far notare che «un attento esame della convenzione» tra Comune e società di gestione avrebbe fatto emergere l’impossibilità di proseguire con le attività della casa da gioco «in seguito alla richiesta di concordato preventivo dello scorso marzo 2018».Questo perché l’articolo 22 della stessa convenzione elenca, tra le cause di decadenza dell’accordo, non soltanto il fallimento ma anche la procedura di concordato. Insomma, hanno fatto capire i curatori: se anche il Casinò non fosse fallito, probabilmente avrebbe dovuto chiudere ugualmente.
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«Campione in Svizzera? La storia non si cancella»
Ma in paese c’è già chi raccoglie le firme. Intanto la finanza torna in Municipio
La guardia di finanza ancora in Comune, a Campione d’Italia, il giorno dopo le dimissioni dell’ormai ex sindaco Roberto Salmoiraghi. Le fiamme gialle sono tornate ieri mattina negli uffici del Municipio dell’exclave per un nuovo sequestro di documenti dopo quello della scorsa settimana. Sarebbero stati acquisiti documenti relativi soprattutto ai bilanci degli ultimi anni del Comune. In Municipio, intanto, cresce l’attesa per capire chi prenderà le redini del paese dopo l’uscita di scena di Salmoiraghi. La Prefettura di Como è al lavoro già da ieri e una delle ipotesi è che il commissario possa essere inviato da Roma. La situazione dei dipendenti del casino, chiuso dal 27 luglio scorso e dello stesso Municipio, per i quali è stata avviata la procedura per gli esuberi, è più che mai critica.Questa sera in piazzale Maestri Campionesi, alle 20 è stata convocata una nuova assemblea dei lavoratori della casa da gioco, riuniti ormai da due mesi in presidio permanente. Parteciperanno rappresentanti sindacali a livello territoriale e nazionale. La settimana prossima invece ci sarà l’atteso confronto a Roma, auspicato da settimane dalla comunità campionese.C’è poi un secondo tema che tiene banco nell’exclave, ovvero la dichiarazioni del ministro degli Esteri svizzero, Ignazio Cassis riguardo una possibile annessione di Campione al Canton Ticino. Ipotesi peraltro subito respinta sul fronte tricolore dai parlamentari comaschi Chiara Braga (Pd), Giovanni Currò (M5S) e Alessio Butti (Fdi).In paese, ad ogni modo c’è chi iniziato a raccogliere le firme a favore dell’annessione. Ieri se ne contavano già diverse decine tra i campionesiSul tema è intervenuto anche Massimo D’Amico, presidente dell’Associazione operatori economici campionesi.«Iniziamo dalle dimissioni del sindaco Salmoiraghi – dice D’Amico – Se un primo cittadino scrive quattro volte a Roma e nessuno risponde, cos’altro può fare se non andarsene? Anzi ha aspettato anche troppo».E sull’annessione alla Svizzera? «È una storia che si ripete nei secoli, ma mi pare più difficile anche di quando nel 1815 la Svizzera si presentò al Congresso di Vienna per chiedere alcuni territori italiani ex francesi, tra cui Campione. Tornò a casa con la coda tra le gambe. Non si cancellano 1300 anni di storia d’Italia così. Questo piccolo villaggio nell’anno 770 dipendeva già da Sant’Ambrogio a Milano. Anche durante la dominazione austriaca l’abate veniva nominato dall’arcivescovo di Milano. Poi tutto può essere e tutto succedere, ma si parla di una legge costituzionale. Se poi si pensa di risolvere così la crisi del paese, i tempi sarebbero talmente lunghi che a iter concluso Campione non ci sarebbe più» conclude il presidente D’Amico.
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Campione, concerto di solidarietà per i residenti senza lavoro
Domani, mercoledì 3 ottobre alle ore 20,30 si terrà a Campione nella Chiesa di Santa Maria dei Ghirli, un concerto di solidarietà con i lavoratori ed i bambini di Campione.
I musicisti svizzeri Roberto Maggini alla chitarra e Pietro Bianchi al violino e alla ghironda (antico strumento musicale) hanno voluto offrire la loro musica alla comunità Campionese, nella grave crisi che sta attraversando (in particolare i lavoratori del Casinò e del Comune ed i bambini che hanno visto chiuso il loro asilo).
La Rete Due della Radio della Svizzera Italiana, registrerà la serata per la trasmissione Quilisma , che si occupa di musica dal Medioevo al Rinascimento.
L’iniziativa è improntata dalla storia di comunanza e solidarietà che hanno avuto per secoli gli artisti e i paesi del Lago Ceresio.
L’architetto Dario Banaudi farà una breve conferenza introduttiva sulla storia del Santuario e soprattutto l’Opera di Isidoro Bianchi , che come Architetto e Pittore ha dato alla Chiesa la sua immagine attuale, densa di spiritualità e simbolismo , attraverso le immagini e un metodo compositivo antico che sottende la Geometria Tradizionale.
L’ingresso è ad offerta libera. Il ricavato sarà donato all’Asilo Volontario che alcune maestre hanno offerto ai bambini campionesi.