Dalle arterie più trafficate alle strade meno battute. Complici le abbondanti precipitazioni di questi giorni in numerosi punti della città e della provincia, si sono aperte pericolose buche che mettono alla prova automobilisti e motociclisti, costretti – quando possibile – a manovre dell’ultimo istante per evitare di farsi male e di portare il mezzo dal meccanico. Dal centro alla periferia, sono diverse le segnalazioni dei cittadini. A partire da via Scalabrini verso Camerlata, via Canturina ad Albate, via Carso e via Viganò. Ma non solo, anche in viale Innocenzo, ad esempio, una buca si è aperta in una delle due corsie. A poche decine di metri di distanza, in via Cigalini, una traversa di via Milano molto utilizzata da chi vuole immettersi di nuovo verso la tangenziale, non va certo meglio. E percorrendo proprio la via Milano all’altezza di San Bartolomeo sono numerosi i sampietrini saltati e con il continuo passaggio dei mezzi la situazione sta peggiorando. Questi sono soltanto alcuni esempi in città, ma molte altre situazioni sono state segnalate anche in periferia e in altri comuni della provincia. Per Como a parlare è l’assessore alla Viabilità di Palazzo Cernezzi. «Cose da fare ce ne sono tante – dice l’assessore Bella – Cercheremo di intervenire rapidamente. Si tratta di strade da poco asfaltate, dovremo chiarire eventuali anomalie con le aziende che hanno fatto i lavori, negli altri punti procederemo noi. In poco più di un anno abbiamo investito 3 milioni di euro per le asfaltature».
Categoria: Territorio
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Blitz voluto dalla Prefettura: controlli a tappeto nelle sale da gioco e scommesse
Sale da gioco e locali per le scommesse passati al setaccio, nei giorni scorsi, con l’obiettivo di contrastare il gioco illecito e tutelare i minori dalle ludopatie. Il risultato parla di multe, sequestri e di una denuncia a piede libero. Le forze dell’ordine hanno effettuato sul territorio comasco controlli mirati a tappeto nell’ambito di una operazione definita in una riunione tecnica di coordinamento voluta dal prefetto di Como Ignazio Coccia. L’attività di controllo è proseguita per cinque giorni e ha coinvolto gli agenti della Questura, i carabinieri del comando provinciale e i militari della guardia di finanza, in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Complessivamente sono stati controllati 62 locali della provincia di Como. Le verifiche hanno riguardato in particolare la regolarità delle autorizzazioni e il rispetto della normativa a tutela dei minori. Le forze dell’ordine hanno rilevato 18 irregolarità ed effettuato 13 sequestri amministrativi. Il titolare di un locale è stato denunciato a piede libero perché non aveva esposto la tabella dei giochi proibiti. Durante i controlli sono stati denunciati anche due stranieri trovati in possesso di documenti irregolari. Gli operatori dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno sequestrato 12 apparecchi da gioco con vincita in denaro non a norma e senza le autorizzazioni richieste.
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Autostrada Pedemontana, tutto tace. Tangenziale gratis, soltanto parole
Tangenziale di Como gratis, missione praticamente impossibile; secondo lotto dell’opera ancora saldamente chiuso nel cassetto dei sogni. E sul resto della Pedemontana – l’autostrada che dovrebbe collegare Varese con Bergamo e attualmente ferma a Lentate sul Seveso – sembra essere calato il più assoluto silenzio. È riassumibile in questo desolante quadro la situazione delle arterie targate Pedemontana.Ieri l’obiettivo di rendere gratuita la tangenziale di Como è stato ribadito, nero su bianco, nell’aggiornamento della finanziaria regionale. E il Pd non ha perso l’occasione per richiamare la giunta regionale, a trazione Lega, affinché dia seguito agli impegni assunti.Sull’opera principale, ovvero l’autostrada Pedemontana, sono attualmente in corso solo alcune opere accessorie, attese dal 2017, nel territorio al confine tra i comuni di Bregnano e Cermenate. «Sono in effetti in corso, dopo una lunga attesa, i lavori di realizzazione del cavalcavia su via Matteotti, opera complementare di Pedemontana, vitale per il traffico e per evitare il passaggio dei mezzi pesanti nel centro del paese – spiega il sindaco di Bregnano, Elena Daddi – In aggiunta si lavora anche sulla rotatoria in zona campo sportivo. Si tratta di opere che si dovrebbero concludere per febbraio o marzo del 2020». Si sta inoltre intervenendo anche su un’altra rotatoria al confine con il comune di Rovellasca «concordata con la Provincia di Como e sempre compresa tra gli interventi accessori. Ma non abbiamo notizie sulla prosecuzione della Pedemontana», chiude il sindaco Daddi.Opere accessorie dunque, e a lungo attese, ma sul fronte dell’infrastruttura principale, l’autostrada, «a noi non è giunta alcuna comunicazione», le fa eco il sindaco di Cermenate, Luciano Pizzutto, che sottolinea l’importanza dell’intervento in corso ma non segnala movimenti in previsione della prosecuzione di Pedemontana verso Bergamo. L’autostrada infatti dovrebbe in teoria riprendere ad avanzare con i cantieri, a partire da Lentate sul Seveso, al confine con i comuni della Bassa Comasca.E anche da Villa Saporiti per adesso non arriva alcuna notizia. «Tutto tace sul fronte Pedemontana – spiega il dirigente del settore Lavori pubblici della Provincia, Bruno Tarantola – Per il nostro territorio sarebbe molto importante avere invece notizie su un intervento strategico che rientra tra quelli di corollario a Pedemontana, ovvero la bretella lungo la Sp32 tra Arosio e Lentate e il ramo tra Cermenate e Lurago Marinone».Sul versante tangenziale di Como, invece, dopo l’annunciata cancellazione del pedaggio in base a quanto scritto nel Def regionale e dopo le successive polemiche che si sono scatenate, ecco la presa di posizione netta del Movimento 5 Stelle. «Si tratta soltanto di una dichiarazione d’intenti inserita nel libro dei sogni. Dalle tabelle di bilancio che abbiamo analizzato – dice il consigliere regionale pentastellato Raffaele Erba – non esiste alcuna voce dedicata alla gratuità del lotto 1 della Tangenziale di Como e di quella di Varese».Anche nel 2018 l’obiettivo della gratuità «era stato inserito nel piano regionale di sviluppo ma poi nulla è cambiato. La realtà è che fino a quando le cifre necessarie per rendere gratuita la tangenziale non verranno stanziate nel bilancio degli impegni economici non ci sarà la possibilità di non pagare il pedaggio. Queste sono solo promesse della maggioranza», chiude Erba.
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Campione di nuovo in piazza contro l’ingresso nell’area Ue. Dallo Stato nessuna risposta
In un paese senza sindaco e senza consiglio comunale e, forse, senza più nemmeno speranza, la voce dei cittadini contro lo Stato si è alzata nell’unico modo possibile: con una manifestazione di piazza. Ieri Campione d’Italia è scesa nuovamente in strada per urlare tutta la sua rabbia e il suo dolore. E per chiedere, ancora una volta, alle istituzioni nazionali di trovare la via d’uscita almeno al problema più urgente: l’entrata dell’enclave nello spazio doganale europeo.Una protesta, quella dei campionesi, composta. Accompagnata da qualche cartello scritto a mano e da una dose massiccia di disillusione. Una protesta organizzata in modo spontaneo da un comitato, il cui portavoce – Domenico Deceglie, già consigliere comunale di maggioranza – ha riassunto il senso davanti alle telecamere e ai taccuini dei giornalisti presenti nella piazza del municipio. «Come tutti sapete la situazione è drammatica. Il Casinò è chiuso da 16 mesi e dal prossimo mese di gennaio saremo annessi al territorio doganale dell’Unione Europea. Questo per noi è un problema gigantesco, in quanto dipendiamo da sempre, per i servizi principali, dalla Svizzera e dal Canton Ticino».Dalla raccolta dei rifiuti alle ambulanze in caso di necessità, dall’acqua potabile alla luce elettrica, dai vigili del fuoco alla sanità. Tutto, in questo spicchio di Italia incastonato nella Confederazione, arriva dalla Svizzera. Con l’ingresso nello spazio doganale dell’Unione bisognerà rivedere ogni cosa. Per i maggiori costi e perché ogni intervento avverrebbe di fatto in territorio straniero. «Non c’è tempo per regolamentare tutto questo – ha insistito Deceglie – la deroga alla direttiva dell’Unione è l’unica soluzione possibile».Il timore dei campionesi è che la Svizzera e il Ticino concedano qualche mese, «due o tre al massimo» secondo il comitato, per sistemare ogni cosa. Poi sarà il caos.«Quello che manca alle autorità italiane è un programma, una strategia – ha aggiunto l’ex consigliere comunale – Lo abbiamo detto a chi è venuto a proporre soluzioni: fateci sedere con voi al tavolo della discussione. Non cerchiamo privilegi, chiediamo soltanto di poter vivere una vita tranquilla, come tutti. Qui ormai si soffoca, non si respira più».Mobilità e stipendiSul fronte comunale, mentre ieri i cittadini incontravano il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, il sindacato ha scritto al ministero dell’Interno sollevando la questione delle indennità dei dipendenti messi in mobilità. La legge dice che per due anni queste persone hanno diritto all’80% del salario e che a pagare dovrebbe essere proprio il Comune.«Nessuno ha capito come saranno remunerati i lavoratori in regime di disponibilità – dice Vincenzo Falanga, segretario della Uil Funzione pubblica di Como – il ministero dovrebbe versare al Comune i fondi necessari, ma a oggi non è successo niente. Peraltro, c’è ancora da verificare la base di calcolo di questa indennità, e anche in questo caso non si hanno informazioni da parte di alcuno».La conclusione di Falanga è amara: «Nonostante molte parole, Campione è sempre più un paese abbandonato a sé stesso».
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Campione d’Italia, il Comitato civico non si arrende: martedì prossimo una nuova iniziativa
Il Comitato Civico non allenta la presa e torna alla carica per continuare a discutere delle sorti di Campione d’Italia. Dopo la manifestazione di martedì mattina davanti al Comune, per protestate contro l’ingresso nell’are Ue, un nuovo appuntamento è stato fissato per la prossima settimana.Martedì 19 novembre, alle 11 alla galleria civica in piazzale Maestri Campionesi, è infatti convocata una conferenza stampa che ha come obiettivo «quello di illustrare quali potranno essere gli scenari catastrofici per la sopravvivenza dei cittadini residenti qualora la direttiva Ue n. 2018/0124 dell’8 maggio 2018 diventasse esecutiva», si legge nel testo inviato dal Comitato che si sta battendo da tempo per il futuro sempre più incerto della comunità campionese. Il Comitato Civico sarà ancora una volta il portavoce dello sconforto e della rabbia di un paese totalmente abbandonato.Ieri intanto il capogruppo Pd nella Commissione esteri del Senato, Alessandro Alfieri, ha incontrato a Roma l’ambasciatrice della Confederazione Elvetica in Italia, Rita Adam. «È stato un incontro che ha permesso di approfondire i temi che coinvolgono i nostri paesi, a cominciare da Campione d’Italia. Abbiamo condiviso la necessità di un tavolo bilaterale per affrontare i temi aperti che rischiano di incidere sulla vita dei cittadini di Campione, insieme alla questione dei pagamenti arretrati e dello sblocco dell’ultima parte dei ristorni ai comuni di frontiera. Abbiamo poi discusso di lavoratori frontalieri e di mobilità», ha detto Alfieri.
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Campione d’Italia, manifestazione domani contro l’ingresso nello spazio doganale europeo
“Uniti per tutelare il futuro della nostra comunità”. Il Comitato civico e i residenti di Campione d’Italia chiamano nuovamente a raccolta tutti i cittadini per protestare per la situazione di grave crisi del paese. L’appuntamento è per le 11 di domani mattina davanti al Comune dell’enclave. La manifestazione è stata convocata per protestare contro l’applicazione della direttiva dell’Unione Europea che prevede, dal prossimo 1° gennaio, l’inclusione di Campione d’Italia nello spazio doganale e contro l’ipotesi di una nuova tassa, una sorta di Iva ridotta, per tutte le attività dell’enclave prevista nella bozza della Finanziaria 2020. «L’entrata territoriale nell’Unione Europea e l’istituzione della nuova tassa locale penalizzano gravemente una comunità già fortemente provata», spiegano i referenti del Comitato civico. «È necessaria una massiccia partecipazione alla manifestazione – aggiungono – per sostenere la richiesta della sospensione della normativa europea, disastrosa per Campione e la riapertura della casa da gioco, motore principale dell’economia del paese». Il commissario di Campione Giorgio Zanzi, che recentemente è stato ricevuto al ministero delle Finanze, ha dichiarato che «l’impegno da parte del Mef per arrivare a chiedere la proroga c’è. Serve per evitare la morte di Campione e per avere il tempo di trovare un accordo con il Canton Ticino sui problemi che si aprirebbero se dovesse diventare esecutiva l’inclusione dell’enclave nello spazio doganale europeo».
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Cedimento in via Carso, oggi le ispezioni. La strada rimane a senso unico alternato
Via Carso a Como, dove è crollata una parte di strada, rimane a senso unico alternato fino al ripristino delle condizioni di sicurezza su tutta la carreggiata. Questa mattina sono iniziate le ispezioni sotterranee. La ditta incaricata effettuerà poi ispezioni sotterranee con un robottino per capire quanto la perdita – trovata nelle prime verifiche – sia estesa e cosa possa aver intaccato. Entro questa sera o al massimo domani si sapranno quindi le tempistiche per la riparazione del danno e della messa in sicurezza. Non si sa ancora, al momento, per quanti giorni via Carso rimarrà a senso unico alternato.
Potrebbero esserci le abbondanti piogge degli ultimi giorni alla base del cedimento della strada. Un crollo avvenuto sabato mattina e che ha coinvolto un mezzo di Aprica che stava passando vicino al marciapiede per pulire la strada. Il pesante mezzo si è presto trovato in bilico, con la ruota anteriore destra e quasi tutta la parte anteriore del mezzo inghiottite dalla buca. Gli uomini che erano al lavoro per fortuna non hanno subito alcuna conseguenza.
La corsia interessata al cedimento è quella discendente di via Carso, all’altezza del civico 45. I tecnici del Comune di Como e la polizia locale sono subito intervenuti insieme ai vigili del fuoco che hanno estratto dalla buca il mezzo di Aprica. Due le pattuglie dei vigili che hanno gestito la viabilità, con l’arteria di entrata e uscita dalla città che è stata in parte chiusa, lasciando aperto un solo senso di marcia.
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Sabato performance di scultura al museo Giovio
Sabato 9 giugno, a partire dalle ore 18.30, è previsto il vernissage della personale dell’artista Francesco Diluca “Arché” nel Museo Giovio di Como in piazza Medaglie d’Oro 1. L’evento sarà affiancato al tramonto da una performance del ciclo “Nebula” (performance alle ore 21), che vedrà l’artista lavorare in diretta con il fuoco sulle proprie sculture in lana di ferro.
La mostra dell’artista milanese Francesco Diluca si sviluppa nelle sale del Museo Archeologico e del vicino Museo Storico intitolato a Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, mantenendo un forte dialogo con le collezioni qui allestite. L’esposizione permanente è l’elemento costitutivo del Museo e tale rimane: diventa però la fonte ispiratrice per valorizzare il passato della città attraverso la sua attualizzazione in chiave contemporanea. Saranno esposte circa trenta tra le opere più recenti dell’artista e per la prima volta in questa occasione saranno rappresentate tutte le diverse fasi del lavoro di Diluca in un inedito percorso rappresentativo del suo approccio sfaccettato e cangiante alla materia.
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Autostrada, chiude quattro notti il tratto tra Monte Olimpino e Chiasso
Proseguono gli interventi sul tratto comasco dell’autostrada. Si tratta di opere programmate dal piano di interventi obbligatori per gli impianti delle gallerie. Disagi a partire dalla sera del 12 novembre.Gli interventi sono previsti in orario notturno, a ridotta circolazione di veicoli, nelle quattro notti consecutive di martedì 12, mercoledì 13, giovedì 14 e venerdì 15 novembre, sarà chiuso il tratto compreso tra Monte Olimpino e Chiasso, verso la Svizzera, con orario 22-5.In alternativa, dopo l’uscita obbligatoria allo svincolo di Como Monte Olimpino, si potrà proseguire su Via Bellinzona e raggiungere la dogana cittadina di Pontechiasso.
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Crisi economica, calo demografico e formazione Ecco perché aumentano i frontalieri in Ticino
Quando i numeri fanno notizia vuol dire che i fatti da raccontare sono decisamente grandi o infinitamente piccoli. La via di mezzo è sempre una situazione di normalità, e di solito non sale all’onore della cronaca.Il boom dei frontalieri in Canton Ticino appartiene alla prima categoria, quella dei fatti molto grandi.Alla fine del terzo trimestre 2019, secondo l’ufficio statistico della Confederazione (Ust), passavano ogni giorno la dogana 67.900 lavoratori. Quasi il doppio dei 35mila considerati sino a pochi anni fa alla stregua di una soglia psicologica impossibile da superare (e da sopportare).I motivi della crescita esponenziale dei frontalieri sono numerosi. Le letture ideologiche o semplificatorie – ad esempio quelle della Lega dei Ticinesi sugli «spalancatori di frontiere» – non sono in grado di dare spiegazioni convincenti. Sono utili a tenere alta la tensione politico- elettorale, ma alla lunga sembrano aver stancato, come dimostrano le ultime sconfitte del movimento di via Monte Boglia alle cantonali di aprile e alle federali di ottobre.La questione, come si diceva, è molto più complessa. Intanto, c’è un tema di natura burocratica. Come ha ricordato ieri il Corriere del Ticino, tra gennaio e settembre di quest’anno le autorità ticinesi hanno dato via libera a 13.654 autorizzazioni ai frontalieri – i famosi “permessi G” – contro le 5.085 dello stesso periodo del 2018.L’aumento del 7,9% su base annua è in realtà fittizio: quei lavoratori c’erano già, e sono emersi nella loro consistenza grazie alla velocizzazione delle pratiche rimaste in sospeso negli uffici cantonali.Alla fine di dicembre 2018 i frontalieri (già al lavoro) in attesa di avere il visto definitivo erano 18.451 (con 7.281 nuove domande); alla fine di settembre 2019 erano invece 1.528.Peraltro, c’è da notare come la misura del casellario giudiziale obbligatorio, sbandierata dal consigliere di Stato leghista Norman Gobbi come il freno che avrebbe impedito l’invasione dei frontalieri, si sia rivelata inutile. È stata piuttosto un gigantesco regalo allo Stato italiano, che ha incassato in pochi anni poco meno di 2 milioni di euro grazie alle marche da bollo obbligatorie per il rilascio del certificato.Ma i fattori di crescita del frontalieriato, dice Moreno Baruffini, analista dell’Istituto di Ricerche Economiche (Ire) dell’Università della Svizzera Italiana, sono almeno 3: la delocalizzazione delle imprese italiane in Ticino, la stasi demografica del cantone e la qualità della formazione di chi proviene dall’Italia. «Nei momenti di crisi, qual è l’attuale, aumenta il tasso di aziende che si spostano dalla Lombardia al Ticino portandosi dietro anche la manodopera – dice Baruffini – il differenziale della pressione fiscale è un enorme vantaggio, permette all’impresa di avere meno costi e più margini». Poi c’è la questione demografica, che per il ricercatore dell’Ire è un dato chiave. «Negli ultimi anni la popolazione non è cresciuta, nemmeno grazie agli immigrati. Poiché la società invecchia, la base degli attivi diminuisce, motivo per cui ricorrere al frontalierato diventa in pratica indispensabile».Altro fattore determinante, la formazione. «Un lavoratore non si forma dall’oggi al domani. Nelle produzioni di bassa qualità è forse più facile inserire manodopera non qualificata, ma per avere competenze servono anni. In Ticino arrivano giovani formati dalle università italiane e questo è un vantaggio indubbio, anche perché la Svizzera spende nulla per la formazione, mentre Roma investe tantissimo su persone che alla fine lasciano il loro Paese per lavorare all’estero».