Categoria: Territorio

  • Corso di difesa personale per gli agenti di polizia: lezioni di arti marziali in collaborazione con il Coni

    Corso di difesa personale per gli agenti di polizia: lezioni di arti marziali in collaborazione con il Coni

    Il Comune di Como in collaborazione con il Coni ha organizzato un corso di difesa per le Forze dell’ordine destinato alla Polizia locale e la Polizia di Stato. Questa mattina a Palazzo Cernezzi la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa. Per la difesa personale delle forze dell’ordine sono necessari dei metodi particolari, e in questo caso sono stati individuati istruttori che seguono il metodo Mga (di fatto una sintesi delle varie arti marziali). Il Comune e la Direzione scolastica Como centro hanno messo a disposizione la palestra della scuola di via Perti che sarà dedicata al corso due volte a settimana per cinque settimane.

    Il piano prevede un primo corso con la Polizia di Stato e un secondo con la Polizia locale all’inizio dell’anno prossimo. In entrambi i casi sono coinvolti una ventina di agenti. La finalità è fornire agli agenti un metodo che consenta loro di tutelare se stessi e di immobilizzare delle persone senza provocare loro danni importanti.

    «Sono contenta di poter dare a quaranta agenti tra la nostra Polizia locale e la Polizia di stato – afferma l’assessore alla Polizia locale Elena Negretti – la possibilità di partecipare a questo corso di autodifesa. Si tratta anche di un’occasione ulteriore per unire le forze e le risorse lavorando insieme per il bene della città, coinvolgendo più assessorati del comune in collaborazione con la Polizia di stato e con il Coni».

    «La collaborazione con il Coni – sottolinea l’assessore allo Sport Marco Galli – ancora una volta ci ha permesso di ottenere un ottimo risultato. Tutto quello che è formazione è un’occasione da sfruttare nell’interesse della città e questa esperienza può diventare un modello da adottare anche in altri ambiti».

  • Crisi a Palazzo Cernezzi. Gli assessori di Forza Italia restano in stand by

    Crisi a Palazzo Cernezzi. Gli assessori di Forza Italia restano in stand by

    Due posizioni diametralmente opposte, quelle degli assessori di Forza Italia prossimi, forse, a lasciare gli incarichi assegnati all’interno della giunta guidata da Mario Landriscina. Come noto il partito ha deciso di ritirare i suoi esponenti – Francesco Pettignano e Amelia Locatelli – che ora, evidentemente, dovranno – dovrebbero – fare un passo indietro. Nel frattempo però il loro atteggiamento mostra, in maniera evidente, come l’intera vicenda, che sembra ben lungi dall’avviarsi a una rapida conclusione, possa presentare mille sfaccettature. Sicuramente insolite o forse ben rappresentative della confusione in atto, le dichiarazioni di Francesco Pettignano. «Non posso parlare del nulla. Fino a oggi nessuno mi ha chiamato. Io non ho alcuna notizia ufficiale da parte del sindaco Landriscina o di Mauro Caprani o di Alessandro Fermi – spiega l’assessore Pettignano – Quindi per me non ha senso discutere di dimissioni o altro. Non ho letto la lettera, non ho indicazioni e non vedo perchè commentare». Tutto ciò nonostante fosse presente alla riunione di giovedì pomeriggio, dalla quale era emersa la singolare decisione.«Ero presente ma sono andato via presto per motivi familiari. E fino ad allora non esisteva alcuna lettera ufficiale o altro. Oggi di sicuro non mi dimetto, non ne avrei ragione», aggiunge sempre Francesco Pettignano.Nel frattempo fa discutere anche la situazione dell’assessore al Turismo Simona Rossotti, che non è stata in alcun modo coinvolta dalla discussione in essere nonostante sia riconducibile all’area di Forza Italia, pur essendo arrivata a Como in quota Landriscina. Il suo nome, per ora, è infatti rimasto ai margini della bufera politica che sta scuotendo nel profondo le fondamenta di Palazzo Cernezzi. Decisamente più chiara invece la posizione di Amelia Locatelli. «Mi atterrò alle scelte del partito – dice l’assessore Locatelli – con un po’ di rammarico, non lo nego, questo perché abbiamo avviato lavori e iniziative. Nelle prossime ore formalizzerò la decisione. Non è mai piacevole arrivare a simili tensioni, ma questo mi sembra il gesto più elegante possibile».

  • Crisi a Palazzo Cernezzi, ufficiali le dimissioni di Amelia Locatelli dalla giunta

    Crisi a Palazzo Cernezzi, ufficiali le dimissioni di Amelia Locatelli dalla giunta

    L’assessore Amelia Locatelli si è dimessa dalla giunta di Como. La conferma è arrivata nel tardo pomeriggio di oggi. L’oramai ex assessore ha scelto di seguire la linea tracciata dal suo partito. Nei giorni scorsi Forza Italia aveva infatti annunciato il ritiro della delegazione nella giunta Landriscina, composta da due assessori: Amelia Locatelli e Francesco Pettignano.Locatelli, medico con delega alle Politiche educative, aveva già annunciato che avrebbe seguito le indicazioni del partito e fatto un passo indietro, rimettendo la delega di assessore nelle mani del sindaco Mario Landriscina. Dalle parole oggi l’ex assessore è passata ai fatti, formalizzando l’addio. Sembrerebbe invece rifiutare gli ordini di scuderia l’altro forzista di Palazzo Cernezzi, Francesco Pettignano.

  • Crollo nella media di Albate, alcune classi saranno trasferite

    Crollo nella media di Albate, alcune classi saranno trasferite

    Scuola inagibile, almeno in parte, anche a gennaio per gli alunni della media “Marconi” di Albate, presso Como.Dopo il crollo di una parte dell’intonaco dal soffitto di un’aula durante una lezione nel corso della mattinata di lunedì 17 dicembre, l’istituto è stato chiuso. L’episodio si è verificato durante una lezione, in una prima media. Una docente sarebbe stata colpita di striscio dai calcinacci e poi accompagnata per precauzione in ospedale.I lavori di ripristino e di messa in sicurezza della struttura a carico del Comune di Como sono destinati a prolungarsi ancora per diverse settimane.Bambini e ragazzi a casa in anticipo, quindi, per le vacanze di Natale. La scuola, però, non sarà completamente agibile nemmeno a partire dal 7 gennaio, alla ripresa delle lezioni secondo il calendario scolastico.Lo ha fatto sapere la dirigente scolastica dell’Istituto, Valeria Cornelio, attraverso una lettera rivolta a alunni e genitori.«L’amministrazione comunale ha deciso, anche a seguito della perizia, di intervenire per mettere in sicurezza tutte le aule attraverso la sistemazione di speciali di reti di contenimento in un primo momento, per poi procedere alla definitiva sistemazione con controsoffitti – si legge nel testo della lettera diffusa alle famiglie dalla preside – I lavori al primo piano dell’edificio saranno realizzati durante le vacanze di Natale e continueranno poi nel mese di gennaio nel secondo piano».Lezioni garantite, comunque, dopo le festività natalizie, ma questo non significa che tutti gli studenti dell’istituto di Albate potranno rimanere nella struttura di piazza IV Novembre.Per la scuola primaria, infatti, si dovranno spostare temporaneamente le due classi prime nel plesso di Muggiò, mentre le due classi terze si trasferiranno nel plesso di via Acquanera, sempre nel territorio del Comune di Como.Le altre classi dell’istituto di Albate svolgeranno le attività didattiche nelle aule del primo piano. Il servizio mensa e prescuola, fa sapere la dirigenza scolastica, sarà garantito.«Ho chiesto all’assessore all’Istruzione del Comune di Como Angela Corengia di metterci a disposizione un pullmino per trasferire i bambini che ne avessero necessità da piazza IV Novembre nei rispettivi plessi – scrive la preside – Sono in attesa di una risposta positiva».«Per quanto riguarda la scuola secondaria, per diminuire il disagio, svolgeremo le lezioni utilizzando l’Aula Magna, la biblioteca e lo spazio dell’Archivio Maraja. Il disagio – ribadisce la dirigente scolastica dell’istituto di Albate – dovrebbe terminare alla fine del mese di gennaio».Martedì scorso erano stati gli stessi genitori della scuola di Albate a chiedere più sicurezza per allievi e docenti in una lettera rivolta al sindaco di Como Mario Landriscina.

  • Cuochi e camerieri, le figure più richieste in riva al lago: rapporto Uil sulla domanda di lavoro

    Cuochi e camerieri, le figure più richieste in riva al lago: rapporto Uil sulla domanda di lavoro

    La città di Como vista dall’alto

    Cuochi e camerieri in cima alla lista delle figure professionali più ricercate in riva al lago. Il turismo è dunque il settore che crea più occupazione sul Lario. A dirlo il rapporto della Uil sulla domanda di lavoro delle imprese nei mesi da aprile a giugno 2018, basato sui dati Excelsior. Le figure professionali più ricercate nel mese di aprile in provincia di Como sono cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici. Si parla di 1180 unità. Mentre in provincia di Lecco sono operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche. I dati relativi alle proiezioni occupazionali da parte delle aziende nelle province di Como e Lecco nel trimestre aprile-giugno 2018 evidenziano una diminuzione della domanda rispetto al precedente trimestre gennaio-marzo: a Como si registrano -260 unità, di cui -870 nell’industria e +610 nei servizi. La provincia di Como presenta una situazione in controtendenza rispetto al contesto dell’intera regione Lombardia e del territorio Lecchese relativamente alle imprese del settore dei servizi che mostrano una crescita dell’occupazione. Il contratto a tempo determinato si conferma quello maggiormente prediletto dalle aziende, anche se con una differenziazione nei singoli settori. A Como, su 11.810 assunzioni nel trimestre aprile-giugno è previsto il 30,9% di contratti a tempo indeterminato, il 52,4% a tempo determinato, il 10% di apprendistato, il 7% di altri contratti.

  • Da Cuneo a Como e al red carpet di Clooney, l’assessore Simona Rossotti

    Da Cuneo a Hollywood con furore. L’assessore “supersprint” al Marketing territoriale di Como, la piemontese Simona Rossotti, è volata nei giorni scorsi a Los Angeles, atterrando direttamente sul red carpet del Dolby Theatre con l’obiettivo, dichiarato, di promuovere il Lago di Como nella cerimonia di conferimento del premio alla carriera a George Clooney, il celebre attore e regista con dimora a Laglio.In poche parole, Comune e Camera di Commercio hanno speso circa 30mila euro per stampare il logo del Lago di Como sui libri dell’evento e su alcuni striscioni esposti in teatro.

    Gli esiti della missione diplomatica sono stati resi noti solamente nelle scorse ore, con l’ufficio stampa del Comune che annuncia un trionfale “Como protagonista a Hollywood con Clooney”. Comunicato corredato da ampio servizio fotografico: Simona Rossotti sul red carpet in abito blu, paillettes, rossetto d’ordinanza e sorriso smagliante; Simona Rossotti in posa di fianco al cartellone degli sponsor; Simona Rossotti in posa di fianco al cartellone degli sponsor con un’inquadratura un po’ più stretta. E poi Clooney: fotografato rigorosamente da distanze siderali.

    Nessun selfie, purtroppo, con George per l’esuberante assessore Rossotti, cittadina del mondo: piemontese d’origine, comasca d’adozione, americana per doveri istituzionali e russa nel sito Internet personale, dove fa ampio uso dell’alfabeto cirillico. E persino un po’ cinese, vista la sua recente trasferta in Oriente.

  • La diocesi ricorda il vescovo Maggiolini a dieci anni dalla scomparsa

    La diocesi comasca ricorda uno dei vescovi che hanno più inciso nella storia recente, non senza suscitare polemiche e discussioni. Domenica 11 novembre ricorrono i 10 anni dalla morte di monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como dal marzo 1989 al dicembre 2006.Già da giorni è possibile visitare, in Cattedrale, a Como, una mostra fotografica, dal titolo La mia vita è per voi. Sono in tutto otto pannelli verticali di grande formato che ripercorrono alcuni aspetti della vita e dell’attività pastorale di monsignor Maggiolini, dall’impegno nella Chiesa ambrosiana all’episcopato in diocesi di Carpi, il ruolo di primo piano nella stesura del Catechismo della chiesa cattolica (fu l’unico italiano chiamato da Giovanni Paolo II nel comitato di redazione), l’episcopato lariano e l’impegno nel ministero del confessionale nelle ultime fasi della sua vita.Sempre la Cattedrale, proprio domenica 11 novembre, ospiterà dalle 15.15 un ricordo ufficiale. Dopo il saluto da parte del Capitolo del Duomo, sarà Daniele Premoli, ricercatore all’Università Cattolica di Milano e curatore della mostra nonché autore, presso Ancora, del volume Alessandro Maggiolini – Un Vescovo fuori dagli schemi, a tratteggiare il profilo umano, pastorale e biografico del presule. Porterà la sua testimonianza Maria Carla Buzzi, che seguì e fu di sostegno a monsignor Maggiolini dal 2004 fino al giorno della sua morte. Don Guido Calvi, a seguire, presenterà il volumetto, edito nella collana “Memoria Cathedralis”, che ripropone la “Lauda” composta da Maggiolini per la Cattedrale.Il Centro Studi Nicolò Rusca, infine, illustrerà l’inventario in corso e in parte già realizzato dell’archivio privato del presule nonché la catalogazione della sua biblioteca. Alle 17 il vescovo, monsignor Oscar Cantoni, presiederà la messa di suffragio.Un evento, insomma, per riscoprire «il Maggiolini “privato”, non solo quello “pubblico” , che tante etichette contrastanti si è attirato», afferma Premoli.Un vescovo che non mancò nel suo lungo episcopato lariano di lanciare messaggi forti e decisi. Nel dicembre 2006 ad esempio, quando il governo Prodi annunciò un’apertura ai Pacs (unioni civili), Maggiolini tuonò: «In questo modo si scardina il disegno di Dio nella creazione e nella redenzione. Dio aveva pensato il mondo in un certo modo, che tutto sommato sembrava ben fatto, e i nostri legislatori hanno pensato di cambiarlo». Poi attaccò anche alcune frange del femminismo, definendole «movimenti lerci» che «non rispettano più l’architettura di Dio».Nel 2005, pochi giorni prima di Natale, disse in un Duomo stracolmo (anche di bambini) che «Gesù Bambino esiste, Babbo Natale no e non porta nemmeno i doni». E aggiunse: «Non esiste neppure la Befana, che tra l’altro è anche brutta». L’anno successivo rincarò la dose: «I regali non servono a nulla, costano e fanno spendere tutta la tredicesima. Chi è vero? Gesù Bambino o Babbo Natale?». E a proposito dei migranti: «Un fattore che può scalzare o contaminare la cultura e la civiltà del nostro Paese – disse in un’omelia – è il flusso incontrollato di extracomunitari, soprattutto di religione musulmana. Potrebbe essere arrivato il momento in cui la cultura e la civiltà del nostro Paese vengano spazzate via in gran parte».

  • Da domenica aeroporto di Malpensa più vicino in treno

    Da domenica aeroporto di Malpensa più vicino in treno

    Aeroporto di Malpensa più vicino per i comaschi che non vogliono usare l’auto per raggiungere lo scalo varesino. Da domenica 10 giugno la linea S40 Varese-Mendrisio-Como di Trenord sarà prolungata da Varese all’aeroporto internazionale di Milano Malpensa. Con 18 corse giornaliere, il nuovo collegamento permetterà di raggiungere i Terminal 1 e 2 dello scalo ogni due ore tra le 7 e le 23 senza cambi da Varese, Mendrisio, Como e con un solo cambio da Lugano e Bellinzona.

    Grazie all’attivazione del nuovo raccordo, sarà possibile raggiungere il Terminal 2 di Malpensa  in treno senza cambi in 1 ora e 34 minuti da Como, 1 ora e 14 minuti da Mendrisio e in 47 minuti da Varese. Nell’aeroporto le stazioni ferroviarie sono situate all’interno dei Terminal 1 e 2, permettendo ai viaggiatori che raggiungono lo scalo in treno di evitare problemi e costi di parcheggio.

    Con la fine degli importanti lavori di ammodernamento che hanno interessato la linea nell’ultimo anno e con il prolungamento della linea S40 fino a Malpensa Aeroporto, da domenica 10 giugno la linea S30 Bellinzona Cadenazzo-Luino-Gallarate-Malpensa circolerà ogni due ore fino a Gallarate. A Gallarate i viaggiatori in direzione Malpensa Aeroporto si potranno servire della linea S40.

    Per maggiori informazioni sul servizio, consultare i siti trenord.it e tilo.ch.

  • Da gennaio il Politeama sarà sul mercato

    Da gennaio il Politeama sarà sul mercato

    Il Conservatorio torna a bussare alle porte del Comune per risolvere la questione Politeama. La “Ticosa” culturale di Como, l’ex cineteatro Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi, giunto in eredità al Comune nel 2005 e privo tuttora di un piano di recupero, potrebbe rinascere. Il condizionale è ancora d’obbligo, la strada in salita, servirebbero uno scatto d’orgoglio per fare uscire i comaschi dal torpore su questa questione e far partire una ricerca fondi collettiva, magari una sorta di azionariato popolare.L’istituto musicale di via Cadorna intitolato a Giuseppe Verdi che oggi ha presentato la nuova stagione e una partnership importante con la Cina è tornato a fare appello alla città chiedendo spazi dove proporre l’offerta didattica e spettacoli. E punta proprio all’ex Politeama gestito da una società di cui Palazzo Cernezzi ha l’81,6%. Deve quindi fare i conti con il restante 18,4% in mano a privati.L’aprile scorso il Conservatorio si è detto pronto a ristrutturarlo per adibirlo alla formazione e a eventi musicali. La struttura rimarrebbe di proprietà pubblica e il Conservatorio dovrebbe finanziare l’intervento di rifacimento e poi avere in comodato d’uso gratuito gli spazi.Oggi il presidente Enzo Fiano artefice della nuova collaborazione con l’Estremo Oriente non ha voluto commentare la situazione Politeama. Ma da via Cadorna trapela che i fondi necessari all’operazione (entro due anni e mezzo raccogliere 4 milioni di euro) potrebbero essere un obiettivo concreto. Sempre che il Comune si muova. Esplicito invece il direttore del “Verdi” Carlo Balzaretti: «Abbiamo allievi sempre più preparati e pronti alla sfida professionale, siamo un’istituzione sempre più orientata all’alta formazione. La città ci ascolti, deve darci spazi adeguati».Oggi il liquidatore della Società Politeama Francesco Nessi (è in carica da luglio) ha annunciato che in gennaio terrà una nuova assemblea dei soci «per sottoporre loro il piano di liquidazione, il bene è oggi in sicurezza ma il manto di copertura presenta infiltrazioni che mettono a rischio l’interno. Non sono state fatte manutenzioni oltre a quelle fondamentali per la messa in sicurezza, e non ci sono utenze da pagare perché lo stabile è chiuso e inattivo da tempo. Il mio compito come legale rappresentante a tutti gli effetti è adesso mettere in vendita quanto prima l’immobile e attuare le procedure di alienazione, ascoltando le manifestazioni d’interesse che si faranno avanti in concreto in uno o più esperimenti d’asta, dopo aver rivisto la perizia che valuta lo stabile 5 milioni di euro. È datata, e nel frattempo il bene, che è sottoposto a vincolo e che il Comune ha voluto mantenere con destinazione soprattutto culturale preservandone il ruolo storico e simbolico, si è deteriorato».La posizione strategica dell’immobile ne garantisce il valore da un lato, ma dall’altro la presenza di una forte destinazione culturale con una parte residua destinata a finalità ricettive e commerciali ne mortificherebbe la redditività immobiliare. Staremo a vedere le offerte in campo. Ivi compresa la carta che vuole giocare il Conservatorio che come si sa è a corto di spazi e ha stretto un accordo strategico con la Cina.Ha attivato un “Ufficio orientale” per gli studenti asiatici e avviato una collaborazione con la Società Shanghai Fine Culture Co. Ltd., rappresentata  per l’occasione da Wang Ruiguang, direttore dell’Art Abroad Program della China Association of Education for International Exchange. «Como è un gioiello e per noi grazie a questa prestigiosa esperienza il Verdi può essere il cuore della collaborazione e degli scambi culturali fra Cina e Italia» ha commentato  nell’istituto di via Cadorna 4.

  • Da Lecco a Lariofiere: la pioggia non ha fermato la marcia delle vetture classiche. Le foto

    Da Lecco a Lariofiere: la pioggia non ha fermato la marcia delle vetture classiche. Le foto

    La pioggia non ha fermato le “vecchie signore”. Con partenza da Lecco e arrivo a Lariofiere, questa mattina si è svolta regolarmente la sfilata di vetture classiche promossa dalla categoria degli Autoriparatori Confartigianato Lecco, e inserita negli eventi nell’ambito della Mostra dell’Artigianato, che si è aperta ieri a Erba.“L’idea di questa sfilata nasce dal voler trovare un momento di incontro tra colleghi  – spiega Maurizio Mapelli, presidente categoria Autoriparatori Confartigianato Imprese Lecco –  e mettere in mostra il lavoro che tanti di noi fanno con passione attraverso il restauro, ma i cui risultati restano impolverati in qualche angolo dei nostri garage. Il mondo dei motori è molto affascinante e merita lustro. Abbiamo mostrato al pubblico uno spettacolo speciale. È la prima volta che l’arrivo della sfilata, alla quinta edizione, è collocato all’interno della Mostra; questo perché nel 2018 siamo protagonisti della kermesse e vogliamo dare l’opportunità ai partecipanti al corteo e ai visitatori di vedere poi anche all’interno di Lariofiere cosa ha preparato la categoria degli autoriparatori”.