Prosegue la polemica comasca sul “Decreto dignità”, dopo la bocciatura da parte del senatore lariano di Fratelli d’Italia Alessio Butti, preoccupato per gli effetti che la riforma sul mercato del lavoro varata dal governo Lega-5 Stelle avrebbe sul settore legno arredo brianzolo, ieri è arrivata la replica del deputato grillino comasco Giovanni Currò, vice-capogruppo della Commissione VI Finanze.«L’onorevole Alessio Butti pare dimenticare – ha dichiarato – l’articolo 36 della Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro”».E per rincarare la dose sulla polemica ha aggiunto: «Sono preoccupato per i cittadini di Lecco che hanno votato Butti e Fratelli d’Italia e invece si sono ritrovati un allineamento di pensiero con il Pd, il tutto risulta decisamente pittoresco». Quanto alla nuova rimodulazione dei contratti di lavoro – ha aggiunto – credo fortemente che una impresa che investe nella crescita del know how interno, non si porrà nemmeno la questione ed avrà il nostro pieno sostegno, se invece un’impresa vuole investire nella precarietà selvaggia e magari poi delocalizza pure, allora da noi non ci sarà alcuno sostegno».
Categoria: Politica
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Como scettica sul nuovo partito di Salvini: «Culture politiche troppo distanti tra loro»
Il nuovo partito diMatteo Salvini, annunciato negli ultimi giorni da indiscrezioni più che solide finite sulle pagine delCorriere della Sera, potrebbe anche avere l’ambizione di rappresentare l’intero centrodestra. Ma non sembra piacere troppo a chi proviene da storie e culture politiche diverse da quella leghista. Non a Como, almeno. Territorio nel quale il Carroccio gioca oggi un ruolo dominante, avendo tra le altre cose eletto in Parlamento ben 4 deputati e una senatrice. Più che altro, non piace in particolare l’idea di un partito unico.
Alessandro Fermi, presidente del consiglio regionale e sino a pochi giorni fa coordinatore provinciale di Forza Italia, dice di aver «sempre apprezzato il modello americano dei due poli ben definiti» e di essere «favorevole a una semplificazione, anche a vantaggio dell’elettorato». Ma in questo momento, spiega, «la situazione politica italiana è realmente confusa. Il quadro politico appare poco stabile. Ci ritroviamo con un governo fondato su un contratto che non si capisce se sia anche una politica». Le contraddizioni, fa capire Fermi, sono molte. E devono necessariamente essere chiarite. «I tanti nodi irrisolti verranno al pettine con la legge di bilancio. A quel punto forse si capirà meglio. Se il contratto diventerà un’idea politica, il prossimo anno lo schema sarà diverso. Con un partito di destra a trazione leghista e di ispirazione populista e anti-sistema, e una forza liberale e moderata, riformista, che guarda al centro».
SecondoPatrizio Tambini, storico esponente comasco del centrodestra cattolico, «anche parte dell’elettorato della Lega è rimasto perplesso da alcune scelte del governo quali l’attacco alle imprese o il ritorno alle nazionalizzazioni. Il nuovo partito di Salvini potrebbe avere un senso soltanto come tentativo di rilancio su uno scenario elettorale». Semmai, aggiunge Tambini, si potrebbe cogliere l’attuale situazione «per una costituente di centrodestra. Senza personalismi e ispirata a un riformismo capace di legare culture diverse: da quella socialista a quella liberale. Un po’ sul modello di quanto ha fatto Macron in Francia». E senza la leadership di Salvini. «Maroni potrebbe rappresentare bene questa nuova casa dei moderati», sottolinea Tambini.
Chi parla invece di «tentativo già fallito» a proposito del partito unico di centrodestra èPatrizia Maesani, avvocato e capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Cernezzi. «Il Pdl dovrebbe insegnarci qualcosa. Abbiamo storie politiche con distinzioni nette, non siamo nell’ambito del mondo anglosassone. Questa idea è impossibile, a maggior ragione se la lancia Salvini che oggi è al governo con i 5 Stelle». La destra che ha in mente Patrizia Maesani «è quella conservatrice inglese. La Lega non è né liberista né liberale. Il tentativo di costruire consenso con annunci ci sta esponendo a conseguenze spiacevoli. Per questo, se siamo persone serie e non cialtroni che mettono via i propri principi, un partito unico non è nemmeno pensabile».
Chi afferma di essere «decisamente contrario» al partito unico del centrodestra è l’ex assessore alla Cultura di Palazzo Cernezzi,Sergio Gaddi, uno dei fondatori di Forza Italia a Como. «Ormai sono convinto che in Italia servirebbe il partito unico delle persone sensate e intelligenti – ironizza Gaddi – e in ogni caso, le culture politiche sono sempre più forti delle persone che le rappresentano. Il nuovo partito del centrodestra non si può fare certo con la ruspa». Gaddi aggiunge di «non credo nemmeno al bipartitismo. Sicuramente non nel nostro Paese. L’ubriacatura salviniana può finire da un momento all’altro e anche per questo lo scenario del partito unico del centrodestra potrebbe essere un grave errore. Il governo dell’apparenza rilancia di continuo i suoi bluff ma quando le carte della politica economica saranno sul tavolo il piatto lo vincerà qualcun altro».
Dario Campione
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Casnate con Bernate, 4 assessori si dimettono. Il sindaco: «A breve pronta la nuova giunta»
Casnate con Bernate, crolla la giunta: tre assessori hanno rassegnato le dimissioni nelle mani del sindaco, Fabio Bulgheroni. Si tratta di Maria Grazia Sassi, ormai ex assessore alla Cultura e ai Rapporti esterni, Maria Tolettini, ex assessore a Ecologia e Ambiente, e Carmine Mussari, ex assessore a Servizi sociali, Informatica, Personale e Pubblica istruzione. Prima di loro, era stato il vicesindaco Antonio Milani a lasciare. «È bastato annunciare la mia possibile candidatura in Provincia – dice Bulgheroni – per creare squilibri politici. Guarda caso, Sassi è di Forza Italia e Tolettini della Lega».E vengono rispedite al mittente le accuse. «Non condivido l’iter amministrativo di alcune scelte fatte da Lei, senza rendere partecipe la giunta», si legge nelle lettere di dimissioni dei tre assessori che si riferiscono «alle scelte relative al Piano di Governo del Territorio e al Centro sportivo, che sta subendo rallentamenti e lungaggini burocratiche». La replica è lapidaria. «Gli atti del Pgt sono pubblici – dice Bulgheroni – Ho condiviso l’iter procedurale, il Piano è passato in consiglio la scorsa settimana ed è stato approvato all’unanimità. Sono sereno. Avevo già annunciato che avrei azzerato la giunta. Non ho però gradito l’accusa di scarsa trasparenza e professionalità». Nei prossimi giorni verrà presentata la nuova giunta. «Cristina Saccoccio, 27 anni, già assessore nella mia scorsa legislatura, sarà vicesindaco», dice Bulgheroni. Che lancia una provocazione: «Non escludo la possibilità di guardare anche alle minoranze per la nuova squadra».
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Cantù, sarà Alice Galbiati a guidare la città fino alle prossime elezioni
«Un gesto di responsabilità». Così il neo vicesindaco Alice Galbiati, da mercoledì sera subentrata al decaduto Edgardo Arosio alla guida di Cantù, ha definito la sua scelta.«I cittadini ci hanno votato in larga maggioranza e mi è sembrato giusto mandare avanti il lavoro cominciato in questo periodo. Ecco perchè, dopo attenta riflessione, ho scelto di guidare la città fino alle prossime elezioni», dice Alice Galbiati. Come noto mercoledì sera si è consumato l’ultimo atto della vicenda che ha coinvolto il sindaco Edgardo Arosio per un caso di incompatibilità. Il fratello e la cognata infatti gestiscono un’impresa di pompe funebri che, prima che Arosio diventasse sindaco, aveva vinto un appalto a Cantù. La legge impedisce che il sindaco abbia un parente fino al secondo grado legato da un appalto al Municipio. La questione dell’incompatibilità era esplosa poco dopo che Arosio, l’estate scorsa, aveva vinto con ampio margine la tornata elettorale. Sindaco e Comune avevano tentato ogni strada pur di rimuovere la causa di incompatibilità. Ma l’appalto non poteva essere cancellato, tantomeno la legge che stabiliva l’incompatibilità. E così, dopo una serie di ricorsi e controricorsi davanti alla giustizia amministrativa, Arosio è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco. «Sono pronta e per me è un onore potermi dedicare a questo incarico – ha detto Alice Galbiati in precedenza assessore all’Urbanistica e all’Ambiente – La parola d’ordine sarà continuità con quanto avviato dalla giunta fino ad oggi. Solo per fare un esempio, massima concentrazione sulla nuova caserma dei vigili del fuoco e sull’ambiente».
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Cantù, lascia anche l’assessore Alessandro Brianza
Ennesimo colpo di scena nella maggioranza che amministra Cantù. Un altro assessore lascia l’incarico. Questa volta si tratta di Alessandro Brianza,competente per Istruzione e politiche per la famiglia. Questo dunque il nome del nuovo fuoriuscito,a sole poche ore dall’addio del vicesindaco Davide Maspero, che ha infatti rassegnato le dimissioni da ogni incarico. Una scelta maturata all’improvviso e dettata da motivi personali.
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Cantù, Edgardo Arosio decaduto dalla carica di sindaco. La guida della città ad Alice Galbiati
Il consiglio comunale di Cantù ha dichiarato Edgardo Arosio decaduto dalla carica di sindaco. L’atto ufficiale durante la seduta di mercoledì sera nella città del mobile. Ora la cittadina brianzola si appresta a vivere la campagna elettorale fino alla prossima primavera, quando i canturini torneranno alle urne per una nuova tornata del voto amministrativo. In questi mesi mesi la guida della città sarà affidata al vicesindaco Alice Galbiati, avvocato 34 anni, che si era candidata con la lista “Cantù sicura”.
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Cantù, Davide Maspero è il nuovo vicesindaco
Davide Maspero, assessore leghista ai Lavori pubblici di Cantù, è stato nominato ieri vicesindaco della città brianzola al posto del collega Matteo Ferrari, di Forza Italia. La nomina precede la decadenza ormai imminente del sindaco, Edgardo Arosio, incappato in un caso di incompatibilità legato a un appalto di concessione di servizio pubblico assegnato dallo stesso Comune di Cantù all’impresa di onoranze funebri di cui sono titolari il fratello e la cognata. Arosio dovrebbe decadere il prossimo mese di settembre. I canturini torneranno quindi alle urne la prossima primavera, dopo due soli anni, per eleggere nuovamente il sindaco e il consiglio comunale.
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A ottobre cambio della guardia a Villa Saporiti. Centrodestra, spunta il nome di Bulgheroni
Poco più di un mese alle elezioni del nuovo presidente della Provincia di Como. La data stabilita è quella del 31 ottobre. E se da un lato la macchina burocratica e organizzativa si è messa subito in moto, dall’altra anche quella delle voci sui possibili candidati ha iniziato a marciare spedita.Pur mancando ancora poco più di due settimane alla presentazione delle candidature degli aspiranti alla poltrona attualmente occupata da Maria Rita Livio, sul fronte del centrodestra sembrano crescere notevolmente, proprio in queste ultime ore, le quotazioni di Fabio Bulgheroni (in quota Fratelli d’Italia), sindaco di Casnate con Bernate, come possibile candidato.Dalla segreteria provinciale del partito di Giorgia Meloni ovviamente nessuna conferma se non il fatto che si stia «lavorando alacremente in queste ore proprio per scegliere il nome da spendere per Villa Saporiti», dice il segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari. Bisognerà poi capire se il centrodestra deciderà di presentarsi compatto (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), oppure se cambieranno gli scenari.In ogni caso, oltre alle quotazioni in crescita di Bulgheroni, gli altri nomi comparsi in questi giorni parlano del forzista Serafino Grassi, sindaco di Novedrate, oppure di Andrea Maspero, sempre di Forza Italia. Sull’altro versante – il centrosinistra – per ora le indiscrezioni sono difficili da intercettare. Tra i nomi in lizza, infine, vi sarebbe quello dell’attuale vicepresidente di Villa Saporiti, Fiorenzo Bongiasca. Siamo ovviamente ancora solo alle indiscrezioni e alle classiche voci di corridoio che però già a partire dai prossimi giorni si andranno a delineare in vista del voto del 31 ottobre, quando sindaci e amministratori eletti dei vari comuni lariani decideranno chi dovrà essere il successore di Maria Rita Livio.
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Vinicio Peluffo ospite lunedì sera al “Dariosauro”
Vinicio Peluffo, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico della Lombardia, è il prossimo ospite delDariosauro, trasmissione di approfondimento in onda tutti i lunedì sera suEtv.
Domani sera, a partire dalle 21.20, in diretta, Peluffo risponderà alle domande del pubblico e del conduttore, il giornalista delCorriere di ComoDario Campione.
Come sempre il numero da chiamare è lo031.3300655. I telespettatori potranno inviare anche messaggiWhatsAppal335.7084396. I canali social sono attivi con l’hashtag#dariosauro.
Parlamentare per due legislature, originario di Rho, Vinicio Peluffo contenderà domenica prossima 18 novembre la segreteria del Pd lombardo a Eugenio Comincini.
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Al voto in 13 comuni del Comasco, i risultati. Tre paesi senza quorum
Elettori al voto in tredici comuni della Provincia di Como per eleggere i nuovi sindaci.
A Cernobbio vince la new entry: Matteo Monti con il 37,76% è il nuovo sindaco del paese. Il sindaco uscente Paolo Furgoni si ferma al 28,87% con 925 preferenze mentre non va oltre il 20,38% l’ex primo cittadino Simona Saladini.I cittadini di Bulgarograsso hanno scelto Fabio Chindamo che batte lo sfidante Giuseppe Clerici con il 61,51%. Si conferma sindaco di Laglio Roberto Pozzi con il 92,77%. Luigi Monza di nuovo sindaco di Mozzate con il 48,62%, a Lambrugo e Lurago vengono riconfermati Giuseppe Costanzo al 73,48% e Federico Bassani con il 66,27%. A Montemezzo resta in sella Gian Luigi Spreafico con il 67,64% e a San Siro Claudio Raveglia con il 93,47%. Piera Antonella Mazza con il 59,37% è il sindaco di Carlazzo.
Infine nel nuovo comune, Centro Valle Intelvi, nato ufficialmente il primo gennaio 2018 dalla fusione dei Comuni di Casasco, Castiglione e San Fedele, il sindaco è Mario Pozzi con il 73,66%.
Clamorosa la situazione dei tre paesi della provincia di Como nei quali c’era un unico candidato sindaco: Carugo, Cassina Rizzardi e Sorico. Perché le elezioni fossero valide era necessario che si recasse alle urne la metà più uno degli aventi diritto. Il quorum non è stato però raggiunto e i comuni saranno dunque commissariati.