Categoria: Comaschi illustri

  • Amarcord Atene 2004: Olimpiadi da urlo per i colori comaschi

    Amarcord Atene 2004: Olimpiadi da urlo per i colori comaschi

    Esattamente quindici anni fa (dal 13 al 29 agosto 2004) Atene ospitò l’edizione numero 28 delle Olimpiadi. Giochi che si chiudero, come in molti ricorderanno, con la vittoria dell’azzurro Stefano Baldini nella Maratona.Ma quelle delle capitale greca sono state forse le Olimpiadi che hanno regalato più gioie allo sport comasco. Il 15° anniversario merita un “amarcord”.L’impresa più bella è stata quella di Laura Vernizzi. La giovane ginnasta di Albate ha infatti conquistato la medaglia d’argento con la squadra di ginnastica ritmica. Era dal 1996 (bronzo di Marco Gerini ad Atlanta con la Nazionale di pallanuoto) che una medaglia olimpica non giungeva sul Lario.Molte soddisfazioni per i tecnici comaschi in prima linea ad Atene. L’erbese Luigi Vella, allora commissario tecnico dell’Italia di tiro con l’arco, è tornato con la medaglia d’oro con il padovano Marco Galiazzo.Di assoluto valore anche l’argento dell’Italbasket, un team forgiato dal canturino Carlo Recalcati, che aveva come assistente un’altra vecchia conoscenza della pallacanestro brianzola, Fabrizio Frates. La speranza, alla vigilia della finale con l’Argentina, era di arrivare all’oro ma, come ha sottolineato lo stesso Recalcati (che ha poi ricevuto la cittadinanza onoraria della sua Cantù), è stata comunque grande la soddisfazione per essere giunti ai vertici mondiali. Peraltro alle spalle dell’Italia è arrivato anche il “dream team” americano.Bella soddisfazione anche per mister Claudio Gentile (e per il suo vice, il menaggino Luciano Castellini) che con l’Under 21 calcistica alle Olimpiadi ha fatto suo il bronzo. Poche settimane prima gli azzurrini avevano inoltre conquistato l’oro ai campionato europei.Da Atene è tornato con il sorriso anche Riccardo Piatti, trainer comasco di tennis. Nel doppio, infatti, i croati Ivan Ljubicic e Mario Ancic, seguiti e allenati proprio dal coach lariano, in Grecia hanno chiuso con un meritato e onorevole terzo posto.Tra gli atleti è da considerare positiva la partecipazione di Luca Paolini, che ha spinto il compagno di squadra Paolo Bettini al successo nella corsa ciclistica su strada, con lo strappo decisivo sulla salita del Licabetto, a 20 chilometri dall’arrivo.Una strategia perfetta, quella della squadra azzurra, disegnata dal commissario tecnico Franco Ballerini (scomparso in un incidente rallistico nel 2010).Ad Atene, però, non sono mancate le amarezze per comaschi con aspettative importanti.Il nuotatore Lorenzo Vismara è stato tra i più delusi. Il portacolori delle Fiamme Gialle e della Como Nuoto ha ottenuto il quarto posto – quindi la cosiddetta “medaglia di legno” – con la staffetta 4×100 stile libero: nel 2004 aveva vinto l’oro nella stessa specialità ai Campionati Europei.Dopo i Giochi nella capitale greca, ha scelto di lasciare l’attività agonistica Federica Stefanelli. La giovane comasca è arrivata settima con la squadra di nuoto sincronizzato. Un risultato che all’epoca è stato contestato dai tecnici azzurri, che hanno avuto da dire sulle valutazioni delle giurie e che non è piaciuto alla stessa Federica.Olimpiadi tormentate anche per Marco Gerini e Goran Fiorentini, atleti cresciuti nella Como Nuoto che speravano in un piazzamento migliore rispetto all’ottavo posto finale della Nazionale italiana di pallanuoto.Male anche i canottieri. Il “doppio” femminile, con la bellagina Elisabetta Sancassani e l’italo- sudafricana Gabriella Bascelli, non ha raggiunto la finale. Stessa sorte per l”otto”, che comprendeva Pierpaolo Frattini, portacolori della Canottieri Cernobbio.

  • Addio a Mino Favini, il più grande talent scout del calcio italiano: fu lo scopritore dei campioni di Como e Atalanta

    Addio a Mino Favini, il più grande talent scout del calcio italiano: fu lo scopritore dei campioni di Como e Atalanta

    E’ scomparso uno dei personaggi più importanti nell’intera storia del Calcio Como. Nella notte ci ha lasciato all’età di 83 anni Mino Favini, il più grande talent scout nella storia recente del calcio italiano. Nato a Meda il 2 febbraio del 1936, Favini – il cui nome era Fermo, ma da tutti conosciuto come Mino – da giocatore aveva vestito la maglia della squadra lariana tra il 1954 e il 1957. Nella sua carriera ha inoltre indossato le casacche di Meda, Brescia, Atalanta e Reggiana.

    Poi la scelta di rimanere nel mondo del calcio, lavorando nei settori giovanili. Il suo primo capolavoro al Como dove costruì il prolifico vivaio di Oresenigo, puntando su collaboratori come Angelo Massola, Nazzareno Tosetti, Giorgio Rustignoli e su una fitta rete di scouting e di collaborazione con le società del territorio, ma non solo.

    Quella della società lariana era prima di tutto una scuola di vita e puntava anche su rapporti ben definiti con i genitori, con la regola che nei colloqui non sarebbe stata affrontata alcuna questione tecnica. Ma non fu per caso, ad esempio, che i genitori del compianto Andrea Fortunato decisero di lasciare venire loro figlio giovanissimo al Nord da Salerno, perché sapevano che sarebbe andato in una struttura sana.

    Favini amava raccontare anche le storie dei talenti passati da Orsenigo. «Quando portai Gianfranco Matteoli al Como – aveva raccontato – qualcuno mi disse che era piccolo, che non aveva il fisico. A me, invece, bastò vedere come saltava l’uomo. E alla fine è andato in grandi club e anche in Nazionale». Sul campione del mondo Gianluca Zambrotta spiegava: «Appena arrivato da noi non si voleva allenare e continuava a piangere. Ne parlai con i suoi genitori e la scelta fu di farlo seguire da sua mamma quando veniva ad Orsenigo. Così si tranquillizzò». Un particolare legame era quello con Stefano Borgonovo, non a caso lo stesso Favini era stato chiamato per ricordarlo nel 2016, quando la piazzetta davanti allo stadio fu dedicata allo sfortunato ex giocatore scomparso per la Sla.

    Gianfranco Matteoli, Stefano Borgonovo, Gianluca Zambrotta e Andrea Fortunato sono stati citati. L’elenco di talenti scoperti al Como da Favini e dal suo staff è davvero lungo e comprende, fra gli altri, Luca Fusi, Pietro Vierchowod, Giovanni Invernizzi, Marco Simone, Francesco Pedone, Enrico Annoni, Paolo Annoni, Egidio Notaristefano, Alessandro Scnziani, Oreste Didonè, Simone Braglia, Stefano Maccoppi, Giuseppe Maria Butti, Enrico Todesco, Roberto Galia, Oliviero Garlini, Silvano Fontolan, Fabio Viviani, Giacomo Gattuso, Lorenzo D’Anna, Diego De Ascentis, Luigi Sala. Atleti che hanno fatto la fortuna del Como prima di tutto sotto il profilo sportivo, visto che molti di loro sono stati protagonisti con la maglia azzurra in serie A negli anni ’80 e anche da un punto di vista economico: la vendita centellinata dei migliori prodotto del vivaio ha consentito per anni al club di via Sinigaglia di andare avanti senza particolari problemi di bilancio.

    In mezzo a tanti nomi che hanno poi calcato i più importanti palcoscenici della serie A, va ricordato anche quello di Gianni Ungaro, classe 1962, che sfiorò soltanto la prima squadra del Como. Un centrocampista di talento che è stato il più grande rimpianto di Favini, il giocatore che secondo lui avrebbe potuto fare carriera ad alti livelli, al quale, invece, non riuscì il “grande salto”.

    All’inizio degli anni ’90 Favini lasciò il Como per andare all’Atalanta, dove, con lo stesso metodo applicato sul Lario, ha fatto la fortuna della società nerazzurra, che ancora adesso, come dimostrano i risultati sul campo, beneficia del suo lavoro.

    Non va poi dimenticata la scelta di chiamare ex giocatori a portare la loro esperienza come allenatori nelle squadre del vivaio; anche in questo caso Favini è stato un talent scout lanciando, ad esempio, l’ex commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli. E i suoi insegnamenti da responsabile del vivaio sono stati raccolti da ex giocatori: Giovanni Invernizzi, ad esempio, ha svolto lo stesso ruolo nella Sampdoria.

    L’ultima esperienza di Mino Favini è stata però ancora al Como, dove giunse come consulente con la presidenza di Pietro Porro.

    Tanti i messaggi di cordoglio di queste ore. “Un grande Uomo, il cui nome rimarrà per sempre scolpito nella nostra Storia” ha scritto sul suo sito il Como 1907.

    I funerali di Mino Favini si svolgeranno a Meda venerdì 26 aprile alle 15.